Autore Topic: Lazio: Keita e Milinkovic, la coppia su cui costruire il futuro  (Letto 646 volte)

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Lazio: Keita e Milinkovic, la coppia su cui costruire il futuro
« : Lunedì 11 Gennaio 2016, 15:01:29 »
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Suona la viola. Dopo le lacrime, Milinkovic porta un bacione di Giuda a Firenze. Anzi, spietato, una linguaccia. Secondo gol biancoceleste, il primo in campionato non poteva che segnarlo alla Fiorentina. Che in estate lo aveva sedotto e lui ha abbandonato. Tradimento completato sabato sera, ecco la cartolina dagli Uffizi: al 93' Sergej mostra fiero l'affresco dell'aquila sul petto. Come a dire ora a Pradè: «Non sposto gli equilibri? Li distruggo». Quel Marcantonio lento e ingolfato del primo mese biancoceleste, oggi è un maratoneta di felicità. Per la quarta volta il giocatore con più chilometri percorsi (12.882). In corsa fa esplodere muscoli e giocate. In cielo, poi, Milinkovic è re: altri sei duelli aerei vinti. Provate a spostarlo quell'armadio, lo ritroverete in terzo tempo in cielo. A canestro o a far assist, dipende solo dal minuto scoccato.

QUANTITÀ
Genio catalano e indole slava, forse per questo sempre a rischio giallo. Sta placando pian piano l'irruenza della gioventù, ma sul talento non si discute. Anzi la Lazio c'ha messo a caro prezzo la firma: 9 milioni al Genk più le commissioni (intorno al milione) al procuratore Kezman. Fondamentale la sua intermediazione proprio sulla mancata firma di Sergej a Firenze: c'era una promessa da tre mesi alla Lazio. Mantenuta. Adesso Milinkovic, dopo aver fatto arrossire Pradé in tribuna, vuole confermarne un'altra: «Sarà lo Yaya Touré biancoceleste», aveva tuonato il procuratore. Magari. Il fisico è quello, 192 centimetri irraggiungibili, più di Pogba e Kondonbia, per intenderci. Dall'alto Milinkovic-Savic guarda tutto con altri occhi, mette paura agli avversari e serenità ai compagni.

QUALITÀ
Si sentiva l'assenza di Biglia, ma forse si era sottovalutata quella del serbo col Carpi. Milinkovic sta pian piano mostrando alla Lazio i suoi numeri, a ritmo di musica folk: «E ancora non avete visto tutto, lui ama i giochi di prestigio», giura la fidanzata Andreja Travica, con cui vive vicino Formello. In realtà a Firenze dopo 46 tocchi di pura libidine, ecco il gol da cineteca: tocco di suola, doppio dribbling e la perla che acceca Tatarusanu all'angolino basso. Una traccia del prezioso Dna, perché Sergej non è solo un cursore. Recupera palloni, ma li smista pure con impressionante rapidità di pensiero. E' lui l'elisir delle ritrovate scorrazzate sulle fasce, è lui che calamita a sé più nemici per l'onore di chi, a destra e a sinistra, non trova più traffico per strada.

EFFERVESCENZA
Così sull'autostrada del Sole, risplende pure Keita. L'assist per il suo centro è di Djordjevic, ma la sua vivacità viene più volte innescata da Milinkovic. Il Balde giovane non segnava da sei partite. L'ultimo gol al Frosinone, il 4 ottobre alla settima giornata. Quella successiva aveva sfornato il quarto assist col Sassuolo, poi l'infortunio e il rientro nel derby. Da allora, nelle quattro gare in campo da titolare, non era più riuscito a essere decisivo come in corsa a inizio stagione. A Firenze invece Keita torna a spaccare la partita allo scadere del primo tempo. E pensare che lo spagnolo rimane il principale indiziato ad andar via nel presente, pur avendo nei piedi il futuro della Lazio. Col Leverkusen aveva risolto il problema del gol biancoceleste, sabato sera ha dato un altro segnale, aprendo le danze delle tre reti. Più della metà di quante le Fiorentina ne aveva subite in tutto il campionato al Franchi (5). Anche in questo caso, viola suonata.

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