www.corrieredellosport.itdi Alberto Dalla PalmaROMA - Se davvero c’era un germe, e noi non ne siamo convinti, ci ha pensato come al solito Immobile a estirparlo nel giro di tre giorni. Un’altra Lazio si è presentata a Cremona dopo la goleada danese e si è visto subito, più attenta e dinamica e meno leziosa anche quando si è trovata in vantaggio di tre gol. Certo, Ciro aveva già messo al sicuro il successo biancoceleste con un gran gol - controllo di destro e tiro di sinistro - e un rigore coraggioso, prima del sigillo di Sergej che aveva inventato con un colpo di genio l’1-0. Se uno ripensa alle prime esibizioni della Cremonese, questa non poteva essere considerata una partita facile, tutt’altro. Soprattutto dopo il crollo in Europa. La Lazio, invece, ha domato la squadra di Alvini con una facilità inattesa perché non ci era riuscito nessuno: una vittoria che ha consentito a Sarri di collocarsi alle spalle delle prime in classifica, in perfetta sintonia con i piani di inizio stagione.
L’anomalia è rappresentata dal crollo di Herling, improvviso e ingiustificabile. Ed eccessivo è stato lo sfogo di Sarri, che ovviamente ha aperto la caccia al germe: come se un solo giocatore potesse determinare la sconfitta di una squadra intera e addirittura con una cinquina a carico. Lo potrebbe fare un portiere, forse, ma lo diciamo solo per fare un paradosso: da soli, a calcio, non si può perdere 5-1. Quello danese è stato un crollo collettivo e noi siamo convinti che il presunto virus sia proprio la partita infrasettimanale. Perché per sostenere il calcio di Mau non si può mai staccare la spina, bisogna mantenere sempre la stessa intensità e usare la testa: la Lazio non ha ancora questa qualità e forse non l’avrà mai, sebbene il tecnico stia utilizzando molti panchinari. L’unico senza un ricambio resta, ormai dai tempi di Caicedo, il povero Immobile, che ora sarà costretto a fare gli straordinari in Nazionale. Speriamo che Ciro regga fino a gennaio e che il club intervenga sul mercato per tamponare questa falla, come quella relativa all’assenza di un mancino di ruolo, perché se si dovesse fermare il capitano sarebbero dolori. Con la doppietta di ieri, è salito a quota 187 gol in A, a 13 passi da quota 200 e a un passo da miti come Signori e Del Piero. L’augurio è che la Nazionale lo restituisca alla Lazio sano e salvo non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale. L’anti germe è assolutamente indispensabile per sognare.
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