www.gazzetta.itI giallorossi rispondono al successo dell'Inter a Torino e si riportano a un punto dalla vetta della classifica. Proteste dei biancocelesti: il fallo di Gentiletti sul bosniaco è iniziato fuori areadi Andrea Pugliese
Un rigore dubbio ed un'altra giocata doc di chi non doveva esserci più, quel Gervinho che oggi è di fatto il miglior cannoniere giallorosso in campionato. La Roma si aggiudica il derby così per 2-0, restando nella scia dell'Inter capolista e andando alla sosta con una gioia in più. Unica nota dolente l'infortunio alla caviglia di Salah. Per la Lazio, invece, la terza sconfitta consecutiva, fatto che non succedeva dal marzo del 2013. Pioli ora dovrà leccarsi le ferite e ripartire, anche se sull'esito di questo derby pesa molto il rigore concesso in apertura a Dzeko. Il rammarico per i biancocelesti è tutto lì, chissà che partita sarebbe stata senza quel fischio.
EQUILIBRIO E PALI — Garcia e Pioli scelgono moduli speculari (il 4-3-3), anche se dopo una ventina di minuti il francese passa al 4-2-3-1, spostando Iago Falque come trequartista centrale per metterlo a marcatura a uomo su Biglia in fase di non possesso. Pioli, invece, punta a sfruttare gli inserimenti centrali di Lulic e Parolo, per aumentare la portata offensiva dei suoi. A conti fatti, il primo tempo racconta di una Roma più compatta, anche se poi la differenza vera la fa il rigore di Dzeko (9') concesso per un fallo di Gentiletti sullo stesso bosniaco che però sembra avvenire fuori area. Per il resto, la partita parla di un bilancio sostanzialmente pari, con un legno a testa (traversa di Anderson da venti metri al 26', palo di Nainggolan con un bel diagonale al 40') e un'occasione clamorosa per parte: al 32' è Rüdiger a salvare in extremis su Djordjevic sulla linea di porta, cinque minuti dopo Dzeko si divora il 2-0 a porta vuota su assist di Gervinho. Pioli però non riesce a sfruttare a dovere le fasce, Garcia ha poca fantasia e un Vainqueur buono per geometrie e ritmo. Anche se gli occhi sono tutti su Tagliavento, che dopo l'episodio del rigore si ripete su Gentiletti (graziato su Gervinho, possibile secondo giallo) e Biglia (fallo da dietro in corsa su Gervinho, servirebbe il cartellino arancione).
GERVINHO ACCELERA — La ripresa si apre con l'infortunio di Salah dopo dieci minuti (fallo di Lulic, con la caviglia destra che resta sotto la pianta del piede del bosniaco) e la Lazio che continua ad avere davvero poco da Djordjevic. Così Pioli decide di mandare dentro Klose, ma neanche il tempo di entrare che arriva il raddoppio della Roma con Gervinho: folata in verticale e destro sul palo di Marchetti. L'ivoriano aveva già infiammato l'Olimpico poco prima con un'altra giocata in velocità su Mauricio, al 16' corona un'altra ottima partita con il gol. Il migliore in campo è proprio lui, l'ivoriano che non doveva esserci più (in estate era stato venduto all'Al Jaazira). Allora Pioli si gioca anche la carta Keita, passando di fatto al 4-2-3-1, ma senza mai trovare davvero la profondità. Anzi, a sfiorare il 3-0 al30' è la Roma, con il sinistro di Seydou Keita un soffio fuori. Ed a 14' dalla fine l'allenatore biancoceleste le prova tutte, inserendo anche Matri e passando ad un 4-2-4 superoffensivo, con Keita e Anderson esterni e Klose e Matri centrali. Ci prova Keita al 41' con un destro debole, poi ancora lui si beve Torosidis in velocità e regala a Klose il pallone giusto, ma il tedesco calcia alto in corsa. Finisce così, con i giallorossi - senza romani in campo - braccia al cielo ed i biancocelesti sotto lo spicchio dei propri tifosi.