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LAZIO, manca l'X Factor
« : Venerdì 30 Ottobre 2015, 22:51:42 »
il Messaggero




LAZIO, manca l'X Factor
L’atteggiamento votato sempre all’attacco voluto da Pioli ha portato solo 8 pareggi in 61 gare tra coppe e campionato.
Non è la prima volta che i cambi in corsa dell’allenatore producono il risultato opposto. Nel mirino anche il carattere.

L’ANALISI
ROMA Siamo alle solite. La Lazio torna dall’ennesima trasferta dovendosi leccare le ferite. In questa stagione è già la quarta volta su cinque. Il tabù si è ormai trasformato in autentica psicosi e ora ai biancocelesti tremano le gambe anche quando sono in vantaggio. Prima bastava andare sotto per crollare, vedi Verona e Napoli, adesso non basta nemmeno più l’euforia di sbloccarsi per primi. Manca il carattere. Pioli ci sta lavorando da inizio anno, ma sta facendo molta fatica. E nel corso di questo inizio campionato lo stesso tecnico ha commesso qualche errore. Il voler attaccare sempre l’avversario, voler dominare e vincere per forza alle volte si è trasformato nel più clamoroso dei suicidi. La gara di Bergamo ne è l’esempio perfetto, ma episodi simili si erano già verificati la stagione passata. Basti pensare alla sfida contro l’Inter o al derby di ritorno contro la Roma.

SCELTE
Torniamo all’Atleti Azzurri d’Italia. Minuto 35. La Lazio ha subito da poco il gol del pareggio, Reja toglie Maxi Moralez per inserire Cherubin. Una mossa alla quale Pioli risponde togliendo l’unico uomo di contenimento, Onazi, per gettare nella mischia Klose. Risultato: i biancocelesti sbilanciatissimi subiscono il secondo gol. Lo stesso errore lo aveva già fatto a Reggio Emilia contro il Sassuolo. «Rifarei ogni scelta» Si è affrettato a dire nella pancia dello stadio di Bergamo il tecnico laziale. D’altronde era stato chiarissimo quando era arrivato a Formello lo scorso anno: «Voglio che la mia squadra vada a cercare sempre la vittoria, sia in casa sia in trasferta e contro ogni avversario». Orientamento più che confermato sul campo, visto che in 61 partite ufficiali tra coppe e campionato la Lazio ha ottenuto 18 sconfitte e soltanto 8 pareggi. Praticamente il segno X esce ogni 7,6 gare. Numeri che devono far riflettere. Certo, ad onor di cronaca, va detto che questo atteggiamento ha permesso di vincere 35 partite, ma l’equilibrio è fondamentale se si vuole restare stabilmente ai vertici del campionato. Gli eccessi sono sempre penalizzanti. Anche per il morale. Perché un pareggio, ieri, avrebbe lasciato l’amaro in bocca, ma ora nessuno sarebbe finito sul banco degli imputati e soprattutto la Lazio avrebbe un punto in più. Quel punto che a fine anno potrebbe fare la differenza.

MENTALITÀ
Giuste le critiche a Pioli ma sullo stesso piano vanno messi i giocatori che più volte hanno dimostrato atteggiamenti sbagliati. Candreva, colui che dovrebbe dare sempre qualcosa in più, è sembrato invece svogliato e molle. Quando Gomez lo sposta con una spinta lui non protesta e soprattutto troppo facilmente cade nella ”furbata” dell’attaccante nerazzurro. Stesso discorso per il secondo gol quando non ripiega in copertura lasciando campo al contropiede letale atalantino. Certi atteggiamenti non possono andare bene per chi ad inizio anno voleva a tutti i costi indossare la fascia di capitano. Un leader vero deve pensare prima al bene della squadra e solo dopo agli interessi personali. Le beghe con Anderson, reali o presunte che siano, vanno lasciate fuori dal campo. La gelosia non porta mai nulla di buono. Il brasiliano dal canto suo deve, una volta per tutte, tirare fuori il carattere. In trasferta sembra sempre troppo timoroso e al primo ringhio avversario ricade nella sua saudade. Questo non può più essere perdonato ad un giocatore a lungo aspettato e che ora dovrebbe essere più spesso decisivo.

Emiliano Bernardini

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