Autore Topic: il Felipe della Svolta.  (Letto 528 volte)

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il Felipe della Svolta.
« : Venerdì 25 Settembre 2015, 12:07:44 »
Il Messaggero




Il Felipe della Svolta. Anderson torna titolare dopo quattro panchine consecutive ed è subito decisivo: Pioli non può fare a meno del suo talento. Il recupero del brasiliano, con l’esplosione di Milinkovic e il rientro di Djordjevic, può far decollare i biancocelesti.

I PROTAGONISTI
ROMA In ginocchio e con lo sguardo al cielo: è l’immagine tipica di Anderson goleador, felice e riconoscente. La fotografia bella di una Lazio che ha dato confortanti segnali di risveglio perché anche il viaggio più lungo comincia con il primo passo. Quando Felipe ha l’argento vivo addosso è uno spettacolo, una perfetta simbiosi di classe ed eleganza, che esalta se stesso e la squadra. Per questo sono sembrate ingiustificate le quattro panchine consecutive in campionato, per questo ragazzo che ha bisogno di essere coccolato per esprimere il meglio del suo enorme potenziale tecnico. Anche il più forte dei campioni nasconde delle fragilità che, però, possono diventare delle qualità quando trova il terreno fertile per sciorinare il proprio talento. Anderson, il principale artefice del terzo posto, deve tornare al centro del progetto: rappresenta una grande risorsa e bisogna valorizzarlo nel modo migliore.

RIALZARE LA TESTA
Non era semplice, dopo la batosta di Napoli, ripartire con una vittoria. Le scorie del San Paolo si sono viste all’inizio della gara, con alcuni calciatori ancora choccati e imbambolati davanti a un avversario di modesta caratura. Poi Anderson si è ripreso il palcoscenico, trascinando i compagni: in alcuni spunti si è rivisto il brasiliano della passata stagione. E quella rete da antologia gli ha restituito la fiducia che gli mancava. Pioli ha ritrovato il calciatore che gli serviva per dare più qualità e velocità alla manovra, ora deve responsabilizzarlo maggiormente confermandolo a Verona. La Lazio ha un calendario abbordabile, che potrebbe sfruttare per rialzare la testa e riproporsi ad alti livelli. Il successo sul Genoa non ha cambiato la realtà di una situazione delicata, che presenta ancora punti interrogativi e problemi da risolvere, però serviva una scossa e questa c’è stata. La classifica, nonostante tutto, è buona ma serve un acuto fuori casa dove la squadra ha mostrato sempre la corda, fatta eccezione per l’Europa League. Questa è una Lazio che sta ai piedi di Anderson, l’unico in grado di regalare vocalizzi tecnici d’autore che possono cambiare il destino delle partite.

LE NOTE LIETE
Incenso sul sontuoso Felipe. Ma non solo. Perché altre individualità sono emerse nell’affermazione sul Genoa. Su tutti Marchetti, che è rientrato alla grande conferendo sicurezza a tutto il traballante reparto difensivo. Nel momento topico della sfida, infatti, è stato il numero uno a tenere a galla i compagni, vicini a un altro naufragio, con un paio di parate monstre. Con un Marchetti su questi livelli si possono anche superare degli omissis della difesa, il settore meno sicuro della formazione. Una nota positiva arriva da un altro calciatore al rientro: Djordjevic che ha segnato la rete più pesante, quella che ha scacciato le paure che allignavano sugli spalti dell’Olimpico. Il centravanti serbo ha pure sprecato qualcosa ma ha combattuto con ferocia su ogni pallone, interpretando la serata con lo spirito giusto. Una valida alternativa a Klose e Matri. E tra i motivi di soddisfazione possiamo inserire anche la crescita del giovane Milinkovic.
La Lazio tornerà al ”Bentegodi”, lo stadio del disastro contro il Chievo. Vi tornerà con una classifica migliore e con qualche certezza in più. Non guarita ma convalescente e alla ricerca di conferme immediate sul campo. In attesa che rientrino gli infortunati ha ritrovato alcuni elementi importanti dai quali ripartire nella trasferta di domenica. Contro un avversario che ancora non è riuscito a vincere servirà una prova di spessore da parte di tutti, anche di quelli che stanno crescendo nella condizione. E, soprattutto, bisognerà affidarsi a calciatori che hanno gamba, corsa e determinazione.

Gabriele De Bari

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