Autore Topic: Lazio, sogno Ruggeri. Il ds Capogrossi: “Vi racconto la mia scommessa”  (Letto 391 volte)

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di Martina Barnabei

I sogni a volte possono diventar realtà, serve coraggio, passione e determinazione. Ne sa qualcosa Fabio Ruggeri, difensore classe 2004, che quest’anno ha ottenuto il suo primo contratto da professionista con la Lazio, la squadra del cuore. Vestirà finalmente la maglia biancoceleste e sarà uno dei punti fermi della Primavera, la convocazione in ritiro agli ordini di mister Sarri ne è la conferma. Sotto le Tre Cime di Lavaredo e agli occhi attenti del tecnico toscano, in attesa di Romagnoli e gli altri rinforzi, il centrale ha saputo fare la differenza. Ora è tornato a Formello dove svolgerà la preparazione con i suoi compagni, ma ci sono tutti gli elementi per poter affermare che questo è solo l'inizio di qualcosa di importante per lui. Un ragazzo per bene, la famiglia il suo punto di forza che lo ha seguito passo dopo passo in ogni tappa del suo percorso da calciatore oltre che umano. A puntare su di lui anche Davide Capogrossi. Il direttore sportivo che lo ha scoperto, lo ha visto crescere e lo ha aiutato a realizzare il suo sogno credendo in lui sin da subito. “Sono contento, molto, che sia stato convocato da Sarri per il ritiro”, ha rivelato Davide ai nostri microfoni. Con orgoglio e soddisfazione ha poi aggiunto: “Io sono molto legato a lui. C’è un legame affettivo forte e mi ha fatto veramente tanto piacere, oltre ad essere convinto del fatto che è un’opportunità”.

IL PRIMO INCONTRO - “La prima volta che l’ho visto aveva appena compiuto dodici anni e aveva appena iniziato il suo percorso a undici nella scuola calcio della Roma. Mi aveva colpito sin da subito. Io all’epoca collaboravo con il settore giovanile del Chievo Verona e l’anno seguente quando approdò alla Vigor Perconti lo convinsi a venire a Chievo, l’unico problema era che essendo di dicembre non aveva compiuto i quattordici anni e non poteva andare in una società professionistica. In quel momento aveva due possibilità, o rimanere nelle giovanili o andare da professionista al Frosinone che lo voleva fortemente. Per la Lazio non era pronto ancora. A quel punto parlai con il papà, gli dissi di passare un anno da me che in quel periodo ero direttore sportivo del Savio”

SCOMMESSA - “Facemmo una scommessa con la sua famiglia, dissi al papà: “Se io non dovessi riuscire a trasferire Fabio a fine stagione, smetterò di fare il direttore sportivo. In caso lo dovessi sistemare, mi pagherai una cena di pesce”. A fine stagione mi ha portato a cena ad Anzio. La prossima? Samuele Iencenelli, attaccante classe 2007. Giocava nella mia società, la “Dreaming Football Academy”, è stato appena ceduto alla Lazio”

QUALITÀ - “Di Fabio mi ha colpito il fatto che è un calciatore di testa, si vede già nelle posture, nei movimenti, come approccia con i compagni e col mister. Si vedeva da quando era bambino che fosse un calciatore, era molto magro e piccolino ma sapevo che sarebbe cresciuto molto anche in termini di altezza. Qualità? Lui ha tutto, ha tecnica perché nella squadra dove è cresciuto, il Soratte, ha giocato come centrocampista, quindi ha sviluppato buone capacità tecniche. Calcia indistintamente con entrambi i piedi e ha grande senso della posizione. In questo momento gli manca l’esperienza, ma stiamo parlando sempre di un ragazzino di diciassette anni e deve riempirsi dal punto di vista muscolare perché sta completando il percorso di crescita. Serve solo tempo e lavoro, spero che ce la faccia alla Lazio anche perché lui e la sua famiglia ne sono tifosissimi. In generale, spero possa continuare nei campionati professionistici perché lo merita”

LAZIO - “Quando comunicai ai genitori che avrebbe sostenuto il provino con la Lazio, riuscirono a trattenere a stento le lacrime. Sono una famiglia splendida, già solo il fatto di fare un provino era un sogno poi alla Lazio ancor di più. Per non parlare di quando gli ho detto che avrebbe giocato con la maglia biancoceleste, è stato un susseguirsi di emozioni incredibili. Sono molto legato a loro, a volte serve un po’ di coraggio soprattutto per i difensori centrali. È un ruolo in cui serve molta esperienza e per questo è difficile lanciare i giovani, ma di fronte a un ragazzo del genere bisogna anche prendersi un rischio. È veramente un talento”

PRIMAVERA - “È un peccato vedere la Lazio in Primavera 2 perché il gruppo è molto valido, non c’è solo Ruggeri ma anche Crespi che ho avuto al Savio. Ci sono tanti ragazzi molto bravi come Troise che hanno già firmato i contratti come professionisti e il biennio 2004/05 è valido. Spero che possano rilanciarsi il prima possibile, spero che gli venga data anche la possibilità di confrontarsi con la prima squadra”.

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