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League vuol dire continuare a crescere
« : Sabato 29 Agosto 2015, 10:51:24 »
Corriere dello Sport

Europa League vuol dire continuare a crescere
Franco Recanatesi 


Ofelè fa el so mestée
Detto popolare piemontese 
 
- Traduzione: ciascuno faccia il proprio mestiere. Ragioniere o operaio, ciabattino o commerciante, medico o salumiere. Mai cercare di mettersi un abito non adeguato al proprio rango. Ecco, il girone di Europa League è l’abito su misura per la Lazio. Non solo si può combattere, ma si può vincere.  
- La Lazio non aveva un abito da Champions, diciamolo francamente, era come voler andare al ballo del principe con una t-shirt.  
- Peccato che la società non abbia voluto vestirla per l’occasione. Con un mercato da seconda o terza fascia non puoi pretendere di presentarti con abiti griffati e pellicce di ermellino. 
- Pioli aveva bisogno di un terzino sinistro, un bel medianone, un vice Biglia e una punta da tanti gol. Non è arrivato nessuno in grado di coprire con efficacia, da subito, questi tre ruoli. Giovani di prospettiva, pure bravi, ma da svezzare. Tempi lunghi, esiti incerti. 
- Dice: Lotito aspettava di conoscere il destino della Lazio, se approdare in Champions o nell’Europa di serie B. Ma è come dire: cerco di diventare ricco senza spendere una lira. La parola chiave di chiama “investimento”. Se Lotito avesse speso una quindicina di milioni forse adesso ne incasserebbe più del doppio con l’accesso ai gironi della Champions. 
- Cosa poteva fare con 15 milioni? Per esempio comprare Belotti (7,5) o Llorente, un macinatore del centrocampo come Hallfredsson, un Baselli per rimpiazzare Biglia. E con qualche soldo in più, anche un bel terzino (D’Ambrosio?). 
Ormai è andata. Mi auguro che la discesa in Europa League non consigli ulteriori strette economiche. Attenzione: in Champions qualsiasi risultato poteva essere accettato con rassegnazione, qui no, adesso la Lazio ha il dovere di andare avanti. 
- Intanto pensiamo al campionato, dove la partenza è stata brillante e il calendario promette impegni non proibitivi. Domani in trasferta contro il Chievo, un campo dove la Lazio non perde quasi mai. A patto di commettere meno errori. 
- Sì, il Bayer Leverkusen ha sovrastato la squadra biancoceleste, però anche Pioli ci ha messo del suo. Sarebbe stato essenziale segnare un gol, ma Onazi e non Cataldi ha rivelato subito l’intenzione di contenere più che offendere. Mauricio e non Gentiletti è una scelta che contraddice responsi e valutazioni della scorsa stagione. Aggiungo: un difensore irruento come il brasiliano non si lascia in campo dopo la prima ammonizione. 
- Intendiamoci, questa Lazio non è come un latte scaduto, vale la pena aspettare perché il terzo posto dello scorso campionato è un patrimonio da difendere. Stenta perché tutti gli altri (in Italia e fuori) si sono rinforzati, perché è stata svolta una preparazione troppo affrettata e perché alcuni orchestrali non riescono ancora a dar fiato alle trombe. Parolo e Felipe Anderson principalmente. E infine perché il nuovo giardino d’infanzia deve ancora ambientarsi. Aspettiamo fiduciosi. 
- Kishna già lancia lampi. Aspettiamo gli altri, soprattutto aspettiamo che il baby da 10 milioni giustifichi la spesa. 
- Gli attaccanti monitorati si stanno tutti accasando: Matri, Gilardino, Lorente. Se si deve ripiegare su Borini o Campbell, meglio insistere su Keita che ha tanta classe da interpretare al meglio anche il ruolo di centravanti. 
  

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