Laura Antonelli

[Arch]

Se ne andata il sogno segreto dei ragazzi degli anni '70. Torbida, maliziosa e bellissima.

[Giglic]

Giornata tragica oggi. Anche Remo Remotti ci ha lasciato.

[Holly]

parlo da donna, peraltro avendo visto solo un paio di suoi film: provo grande amarezza per la scomparsa di una creatura bellissima ed estremamente fragile, non lascio un commento sulle sue qualità artistiche, dico solo che la sua parabola discendente me l'ha fatta benvolere oltre misura, ho sempre pensato che deve essere terribile essere lasciati soli dopo anni di fulgore

ciao bellissima Laura

[Ceres]

Che tristezza immonda.

[ThomasDoll]

La incrociai una volta a Via Sistina, anni '80. Era vestita di verde smeraldo, tirava vento, era primavera, camminavo nella direzione opposta alla sua e quando l'ho incrociata ha fatto un gesto, come rabbrividisse per quel refolo di vento. Era di una bellezza abbagliante. Un'immagine che mi è rimasta impressa nella memoria.
R.I.P.

Sulla sua parabola, purtroppo di ascese e cadute di questo tipo ce ne hanno raccontate tante. Certo, la sua popolarità era grande, e quindi stupisce quello che è accaduto, ma non si tratta di eventi rari né unici. Il successo, la ricchezza, l'appartenenza al jet-set fanno anche danni irreparabili.

[Pomata]

Rioosa in pace Laura

[Frusta]

  Ciao Lauré, ti porti via 'nsesà quante diottrie di tutta una generazione.

[Er Matador]

A distanza di oltre quarant'anni, stupisce ancora il segno lasciato nell'immaginario collettivo da Malizia e dalla sua protagonista: tanto da vivere di vita propria anche rispetto a un genere, quello della commedia all'italiana più o meno scollacciata, già popolarissimo di suo.
Un mito nato senza veri e propri precedenti, perché tra la pur gradevolissima apparizione ne Il merlo maschio e l'icona del film di Samperi non si può riscontrare un'autentica continuità.
Un mito sfiorito altrettanto rapidamente fra lutti (Alessandro Momo, scomparso diciottenne l'anno dopo), drammi (quello personale della Antonelli), prosecuzioni di carriera non certo all'altezza (il regista stesso).
Dal nulla al nulla passando per l'eternità: sarà la quasi coincidenza cronologica, ma una parabola così effimera, tragica e inimitabile sul piano emotivo ricorda quella della Lazio di Maestrelli.
Ci sarebbero mille amare riflessioni dettate dal percorso dell'attrice istriana: non ultima quella su quanto possa essere crudele, atroce e patetico il tentativo di rifare sé stessi quando non è più tempo.
Ma nel momento dell'addio è giusto salutarla con un fermo immagine sul fotogramma più bello: quello di Venere di Milo del cinema italiano.
Che la terra le sia lieve, più di quanto la è stata in vita.

[ThomasDoll]

I commenti dei media sò buffi: tutti a sottolineare che la pora Laura era dimenticata. Oh, ma chi ne doveva parlà? Io no, eh?
Potrebbero dire loro come mai non ne parlavano... poi quelli sulla presunta non volgarità delle pellicole. Ma andiamo, ragazzi. E' stato cinema apprezzato, sul posto e soprattutto nel ribollire delle TV locali che l'hanno riproposto in tutte le salse, Laura era una creatura bellissima, dotata di naturale eleganza, tutto quello che vi pare, ma trattavasi di pecoreccio di prima, seconda e terza categoria, quando andava bene c'era il Samperi della situazione, negli altri casi i Buzzanca o che.
Ma certo non si trattava di film eleganti. Nessun film erotico lo è, patinato o meno che sia, sempre de topa si parla, in chiave maschile.
Altro che "mai volgare", guardà le cosce a una dai piedi di una scala è fine... ma per favore...
Un pensiero ancora alla più bella delle attrici belle.

[Ataru]

quando ero ragazzo, mi capitava spesso di vederla passare col suo maggiolone per le strade di Ladispoli. Tutti sapevano, o dicevano, che avesse problemi di personalità, di alcol, di droga, così come tutti sapevano, o dicevano, che fosse contornata da avvoltoi della peggior specie (parenti, sedicenti amici, gente che le prometteva un rilancio), tutti dicevano di averla conosciuta, qualcuno millantava anche qualcosa in più, ma penso che nessuno sapesse in realtà cosa le passasse per il cervello. io la vedevo come un'ombra diafana della bella donna vista nei film in tv, nella sua bellezza e nella sua espressione malinconica. non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi più di tanto a lei, fosse anche per chiederle un autografo come facevano alcuni miei amici.
Però era bello riconoscere il maggiolone per poter dire all'amico accanto che magari non sapeva vivesse lì vicino: ecco laura antonelli, te la ricordi? ma chi l'attrice? si, lei, ha una villa a cerveteri, si vede dalla braccianese.
o forse era bello essere ragazzini e non dover pensare ai problemi degli altri

[zorba]

(...)
Ma nel momento dell'addio è giusto salutarla con un fermo immagine sul fotogramma più bello: quello di Venere di Milo del cinema italiano.
Che la terra le sia lieve, più di quanto la è stata in vita.