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L'allenatore avverte la Lazio: per giocare in Europa serve un gruppo ampiodi Daniele Palizzotto
Una Champions conquistata con merito, un contratto di due anni (con opzione sul terzo) firmato due giorni fa e la testa già rivolta alla prossima sfida con la Lazio: stupire anche in Europa. Stefano Pioli si sta godendo le vacanze tra Formentera e la Grecia, ma non vede l'ora di ricominciare. La nuova stagione biancoceleste dovrebbe partire il 6 luglio a Formello e proseguire col consueto ritiro ad Auronzo, stavolta ridotto a causa dei numeri impegni ufficiali dell'estate: prima la Supercoppa contro la Juve (l’8 agosto a Shanghai) e poi, anzi soprattutto, il playoff per l'accesso alla Champions (18 0 19 agosto l'andata, 25 0 26 il ritorno), una doppia sfida che vale almeno 30 milioni. Impegni subito difficili, la Lazio dovrà confrontarsi con i vicecampioni d'Europa e poi con un'altra squadra sulla carta superiore, quantomeno per esperienza in campo internazionale (Manchester United, Valencia, Bayer Leverkusen, Shakhtar e Ajax dovrebbero essere le possibili avversarie dei biancocelesti nel preliminare). Per fare bella figura, per stupire l'Europa dopo aver ammaliato la serie A con un gioco a tratti spettacolare, Pioli ha bisogno di un aiuto da parte della società sulla falsariga della scorsa estate, quando il presidente Lotito investì oltre 20 milioni per portare a Formello un campione come De Vrij e titolari quali Basta, Gentiletti, Parolo e Djordjevic, senza dimenticare il riscatto di Candreva.
«Stiamo già pensando agli impegni della prossima stagione - ha confessato Pioli ai microfoni di Lazio Style Radio - giocheremo in Italia e in Europa, la preparazione estiva sarà importante tenuto conto delle tante partite. Non sarà facile, incontreremo avversari molto agguerriti, serviranno ricambi di qualità: non basterà avere 11 titolari, ne serviranno 22». Un messaggio chiaro al club, peraltro già al lavoro. Gli acquisti dei giovani Hoedt e Patric hanno reso felice Pioli («Sono ragazzi con buone qualità e ottimi atteggiamenti - ha sottolineato il tecnico biancoceleste - inserimenti azzeccati per la Lazio, anche se avranno bisogno del tempo giusto per adattarsi alla serie A»), ma non bastano. Statistiche alla mano, infatti, solo 13 giocatori (Marchetti, De Vrij, Radu, Basta, Biglia, Parolo, Lulic, Mauri, Anderson, Candreva, Keita, Djordjevic e Klose) in questa stagione hanno meritato con continuità la fiducia dell'allenatore emiliano giocando almeno la metà delle 45 partite affrontate dalla Lazio. Al conto vanno senza dubbio aggiunti Gentiletti, fermo a lungo per l'infortunio al legamento crociato, e il giovane Cataldi, cresciuto in fretta nella seconda parte della stagione. Mancano dunque 5 giocatori affidabili, confidando in un rapido e felice inserimento dei due nuovi acquisti, Hoedt e Patric. Due e non tre, come sembrava fino a pochi giorni fa, perché Morrison non ha alcuna intenzione di tornare a Formello. Dove, peraltro, non ha lasciato una bella impressione ai compagni per un atteggiamento troppo spesso poco umile. Il giovane inglese sta cercando una nuova sistemazione (Qpr in pole), sembra impossibile ormai vederlo con la maglia biancoceleste: non a caso, nel parlare dei nuovi acquisti Pioli non l’ha neppure citato.
Del resto il tecnico è già concentrato sulla prossima stagione: «Dobbiamo lavorare tanto mantenendo umiltà e ambizione. Con qualche pareggio in più potevamo essere ancora più in alto, ma il record di vittorie (21) dimostra la nostra mentalità. Il momento più bello? Il gol di Onazi a Napoli. Un giudizio su Anderson? Ha capito il calcio italiano e trovato fiducia. Ma questa stagione per lui è solo un punto di partenza: ha tanti margini di miglioramento». Come la Lazio, a patto di rinforzare ancora la rosa.
