Autore Topic: Lazio, ancora insulti a Paparelli: stavolta tocca al Corriere dello Sport  (Letto 424 volte)

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L'entusiasmo sull'altra sponda del Tevere è alle stelle in vista della finale di Conference League che la Roma giocherà a Tirana contro il Feyenoord. Tutto giusto, la celebrazione di Mourinho, i Friedkin... Eppure si fa fatica a capire come sia possibile che per parlare di giallorossi si debbano scomodare i morti, come troppo spesso è successo, e soprattutto in un modo così basso che risulta quasi incredibile.

E' successo oggi in un articolo pubblicato sul Corriere dello Sport che così scrive: "Friedkin & Mou associati hanno riportato la religione del tifo a Roma come non accadeva dagli anni 60. Molto prima che un razzo, da curva a curva, sfondasse la faccia dello sventurato Paparelli". Si fa fatica a capire, prima di tutto, cosa centri nel racconto quanto accaduto a Vincenzo Paparelli, soprattutto si fa molta fatica a capire il termine utilizzato senza alcuna cura, senza alcun rispetto per la famiglia di un uomo che a distanza di anni ancora non può riposare in pace.

A rispondere, ancora una volta, è Gabriele, figlio di Vincenzo, che ha così scritto sui social: "La lingua italiana è bellissima piena di vocaboli... Non capisco perché usare la parola sfondato. Giuro non ne comprendo la necessità! Non so secondo me bastava dire " dopo la morte del povero Paparelli" gli sarà morta la maestra o ė proprio stronzo di suo...".

Il giornalista Giancarlo Dotto, che ha firmato il pezzo, ha replicato sulle pagine del Corriere dello Sport: "Non devo scusarmi perché non c’è niente di cui scusarsi. Ho scritto decine di pezzi esecrando quel delitto barbaro e parlandone come dell'atto primigenio della violenza negli stadi. Feci anni dopo una intervista al fratello, una delle più commoventi in assoluto. Ero allo stadio quel giorno.  Mi sono immedesimato più di tanti che mi augurano razzi a ritroso nella "faccia sfondata" dello sventurato Paparelli. Se ho usato un'espressione brutale è perché brutale, odioso e terribile fu l'atto".

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