www.calciomercato.comdi Luca Capriotti
Ci ha seppellito, quella risata, quei 40 euro, quell'Olimpico del Milan. Metto silenzioso al cellulare ma continua ad arrivarmi quella foto, quell'immagine bloccata. Acerbi che ride, dopo aver aiutato concretamente il Milan a ritornare in testa al campionato.
C'è un fotogramma che, al triplice fischio di Lazio-Milan, rimarrà: la risata di
Acerbi ha seppellito la Lazio, dopo una settimana da incubo.
Ora basta, twitta Acerbi a fine partita. Ora basta
. Basta ridere.Ora basta. Ma il problema non è la risata. Ma quello che hai detto sul fatto che eravamo di più con lo stadio chiuso. Quello che non fai sotto la Curva. Le tue fughe a fine partita. Ora basta.
INCUBO - Una roba così non succedeva da anni.
Con Inzaghi c'era stata tregua: il mister, un merito che gli va attribuito senza vedovanza, aveva fatto quasi dimenticare, in qualche modo,
la ferita purulenta tra Lotito e il tifo biancoceleste. Poi sul sito della Lazio sono stati pubblicati i prezzi dei biglietti di Lazio-Milan, i 40 euro della Curva, e niente, ho risentito frasi, acredini, spiritualità contestate come non sentivo da anni. E Lotito, bontà sua, riesce a peggiorare la situazione alzando il livello dello scontro,
con un'intervista casus belli. Il presidente, si sa, si nutre di risentimento. E mi sa pure Acerbi dovrebbe cominciare.
LA PARTITA - La partita la
Lazio la mette bene, benissimo:
Milinkovic Savic e Immobile - sempre loro, quasi solo loro - mettono dentro la palla e regalano un inizio in discesa. La Lazio corre tantissimo, fa un buon primo tempo, si danna, ma non riesce più a fare male al Milan. La squadra rossonera subisce, poi però tira fuori la testa e, diciamocelo subito
, stramerita di vincere grazie ad un secondo tempo in crescendo. Sarri ci dice che - dopo una settimana così, con la squadra acciaccata e con la febbre - era scontato lasciare campo e forza al Milan. Fatto sta che manco i rossoneri, al netto di ritmi pazzeschi delle due squadre in campo, creano granché (un paio di calci d'angolo) ma tengono la partita tra le mani. Nel momento in cui la furia rossonera sembrava quasi passata, complici i cambi di Sarri,
è arrivato l'ennesimo umiliante patatrac. La scena, brutta in tutte le sue innumerevoli sfaccettature.
L'AZIONE CRUCIALE - Non so come decifrare
la risata di Acerbi, sembra quasi un tic nervoso. Sui social, in radio, si è ovviamente scatenata subito la caccia all'uomo contro un difensore che, quest'anno, ha messo insieme disastri in campo, orrori comunicativi,
quasi provocazioni. E stavolta regala ai suoi detrattori l'ennesima immagine simbolo di uno
che sembra aver abbandonato la nave nel momento del bisogno. Dispiace, perché il ragazzo ha dato tanto a questa maglia, ma non è mai scattato il feeling con questo nuovo corso Sarri - e non è stato l'unico -
e ancora peggio è riuscito a trascinarsi addosso una valanga di qualcosa che non è solo fango. Ride, e forse lo fa solo perché è isterico, è esaurito dall'ennesima partita buttata in un water.
Ma ride, e diventa la base meme di una stagione veramente faticosa. L'immagine di
Marusic che gli mangia la testa - forse perché pensa che sia colpa sua, o perché pensa che rida di lui non lo sapremo mai - è l'ennesima picconata a questo gruppo a fine corso.
Ora basta.
Per inciso
, la prima idiozia senza senso la fa proprio Marusic, che poteva uscirne in altri 1000 modi e non perdere quel pallone su Rebic. Acerbi riesce ad anticipare Strakosha (la chiama, lui? Sarebbe grave se non lo facesse)
e a rimettere un pallone che sembrava perso oramai, innocuo. Ovviamente quella è una palla di Thomas, un portiere a fine contratto che non si capisce cosa debba fare, ma gioca titolare e fa danni, tipo rischiare di prendere un rosso per troppa dabbenaggine. E invece niente, in una sola azione solo errori macroscopici
, icona di una stagione che ci ha visto soffrire male, travagliarci male. Farci del male da soli. Poi diciamolo, a me Guida non piace, non è mai piaciuto, in generale penso abbia arbitrato male, ci abbia fatto menare, ma va detto che sbaglia pure sul mezzo rigore di Luis Alberto - per me non c'è, ma insomma, ha rischiato. Poi diciamolo: Luis Alberto fa l'ennesima brutta partita, il doppio cambio di Cataldi e Basic aveva avuto il potere di rintuzzare le offensive Milan, facendoci tirare fuori la testa. La squadra era in controllo di nuovo, abbastanza tranquillo,
fino a Marusic. Fino a quel ping pong in area. Non creiamo polemiche, dice Sarri, ma io lo dico: fino alla risata di Acerbi.Da qui a fine stagione mi aspetto
una resa dei conti. Scelte, su scelte, una squadra da rifondare, la seconda più vecchia del campionato, tanti giocatori accompagnati alla porta, tra le risate isteriche.
Voglio dirlo chiaramente, quello per me è, non un dileggio, ma un ghigno di esaurimento, al termine di un anno da dimenticare. Ride, e a fine partita riderà Lotito, scherzando con Salvini,
forse sui 900mila euro che i tifosi del Milan hanno depositato nelle casse dello Stato.
Soldi che non deve mettere lui, a sentirlo. Ma tanto non se ne esce: ogni volta è uno sputarci in faccia. Lui poi non sbaglia mai. Non fa mai marcia indietro. Il Milan decise di cambiare i prezzi. Ma lui no.
Non può ammettere di sbagliare, perché ha bisogno di risentimento.
Ora basta.
Lotito ci ha di nuovo consegnato ai nostri nemici, per la sua fame di nemici. E Acerbi ci ride in faccia anche per questo, perché forse qualcuno se ne era dimenticato, o aveva finto di non vedere tutto quello che è stato fatto, a palate, le palate di terra con cui hanno soffocato passioni e irriso sentimenti e speranze. Non ride di noi, ride della sua malasorte probabilmente. Ma la sua, è la nostra. E della nostra, non si può ridere. Specialmente i colpevoli non dovrebbero, non potrebbero. Ma il calcio è così: ride bene, chi non ci sarà l'anno prossimo.
Ora basta.
Questo è stato un anno difficile, in cui tante volte ci siamo spaccati tra le mani qualcosa di bello quasi da soli. E il Milan può correre a urlare insieme ai suoi tifosi, che hanno colonizzato l'Olimpico lasciato vuoto da Lotito, mentre rimbomba forte, sugli spalti senza di noi, una lunga risata.