Autore Topic: Nesta: Potevo tornare, dissero ero vecchio. Pioli? La sua Lazio è straordinaria  (Letto 663 volte)

0 Utenti e 3 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline News Biancocelesti

  • *
  • Post: 33724
  • Karma: +10/-3
    • Mostra profilo
    • www.biancocelesti.org
www.lalaziosiamonoi.it



Basta il suo nome per far sorridere i tifosi biancocelesti. Alessandro Nesta torna a parlare della sua Lazio, lo fa in un'intervista fiume concessa a Daniele Rindone del Corriere dello Sport. Oggi vive a Miami e studia da allenatore, ogni due mesi fa tappa a Coverciano per preparare il futuro. Non esclude un ritorno a Roma da tecnico, perché "in questo lavoro non si può dire “mai””.

PIOLIMANIA - Nesta ammira la squadra di Pioli che tanto bene sta facendo: “È un allenatore bravissimo, ho avuto la fortuna di conoscerlo a Coverciano, in occasione di una lezione. A Roma sta facendo cose straordinarie. Mi piace la sua gestione, è partito così così, ma la squadra ha trovato un rendimento costante. La Lazio gioca benissimo, è bello vederla in campo. La lezione di Pioli fu interessante, è una persona alla mano, si vede. E sta bene con i giocatori. Sa adattarsi alle caratteristiche del gruppo pur avendo una sua idea di calcio”. Un altro laziale doc gli ha raccontato i metodi di lavoro del tecnico emiliano: “Di Vaio è molto legato a Pioli, ne ha sempre parlato benissimo. Voglio iniziare ad allenare, chiedo, mi informo. Marco mi ha spiegato come affrontarono una stagione difficile a Bologna, come gestì il gruppo nei momenti difficili, come cambiò certe situazioni. Quell’anno rischiarono di retrocedere, Pioli è un personaggio interessante”.

TIFOSO - La Lazio tallona la Roma seconda in classifica, il sorpasso è il tema del momento: “Me lo auguro da tifoso laziale e da sportivo che apprezza il lavoro di Pioli, lui lo merita. È ancora dura, ci sono tante partite da giocare. Roma e Napoli sono attrezzate, non sarà facile”. Inevitabile parlare della fascia di capitano che s'è posata sul braccio di Cataldi nei minuti finali di Lazio-Fiorentina: “È stato un grande gesto, l’ho visto in tv, guardavo Lazio-Fiorentina. Non conosco Cataldi come ragazzo, ma se i compagni lo hanno premiato vuol dire che gli riconoscono qualità da futuro leader. Gli hanno dato una bella responsabilità, non è successo soltanto perché è romano. Roma ti esalta e ti butta giù facilmente, gli consiglio di vivere serenamente questo grande momento, in modo normale, senza esaltarsi troppo. Deve continuare a crescere con qualità”.

RITORNO - Nesta poteva tornare alla Lazio? Sì, poteva tornare. “Non c’è stato un contatto da parte della società, mi ero un po’ proposto io in precedenza, l’avevo fatto per sentire che aria tirasse. Mi sarebbe piaciuto tornare, la società non ha voluto, si disse che ero vecchio, poi ho vinto la seconda Champions con il Milan (annata 2006-07, ndr). È andata bene così, non ho rimpianti. Non so se certe voci relative ad un mio ritorno a fine carriera fossero vere. So che non stavo bene, non sarebbe stato giusto tornare in una piazza in cui ero già stato, ad una certa età, solo per chiudere la mia esperienza da calciatore. Non sarebbe stato giusto nei confronti della gente, non mi sarei sentito all’altezza del grande ritorno. Ho scelto gli Stati Uniti, ho chiuso diversamente”.

DA RONALDO A F. ANDERSON - C'è un talento purissimo in Serie A che ultimamente si diletta a trascinare la Lazio. Si chiama Felipe Anderson: “È forte, sta facendo benissimo. Ma la domenica, in A, quando giocavo io, c’erano Ronaldo e Batistuta, Shevchenko, non era facile. Questi giocatori non li marchi da solo, devi avere una buona organizzazione difensiva, puoi limitarne qualcuno ed altri no. De Vrij-Mauricio? Ho visto di meno Mauricio, posso dire che De Vrij è un signor giocatore”.

DERBY – Ne ha giocati, ne ha vinti, ne ha persi. Ma c'è un derby in particolare che vorrebbe rivivere per cambiare il corso degli eventi, quello del poker di Montella: “Magari quello e magari finisce uguale (ride, ndr). I derby li ho un po’ sofferti, da romano li ho vissuti dagli otto anni in poi. Sono cresciuto con la mentalità che il derby era tutto, ci sono arrivato sempre carico. A Milano ne ho giocato uno in Champions, la posta in palio era anche maggiore, non l’ho mai sofferto come quello romano. E lo stesso vale per le finali più importanti”.

Vai al forum