www.calciomercato.comSesta tripletta in sei anni, la seconda in questa stagione. Così ieri
Immobile ha dato l'ennesimo calcio alle critiche di chi continua a mettere in dubbio le sue doti realizzative. Puntuali infatti sono riemerse le polemiche relative alla discrepanza evidente tra i gol con la
Lazio e le prestazioni in
Azzurro.
ADDIO ITALIA? - "Quando si inventano cattiverie ci rimango male - ha dichiarato
a Sky nel post partita - ovvio che mi butto giù". Il dispiacere per l'eliminazione dal secondo mondiale di fila è enorme ma "
ho le stesse responsabilità di chiunque altro del gruppo che ha fallito", sottolinea il bomber, che non si sbottona sulla possibilità di dire
addio alla Nazionale, facendo intendere che ci sta pensando eccome. "
Deciderò cosa fare più avanti - ha detto - Ora punto a raggiugnere gli obiettivi con la Lazio, poi vedremo".
NIENTE DI MEGLIO - Magari non sarà in grado di fare reparto da solo come
Benzema e
Lewandowski, ma alternative migliori al momento in Italia non ce ne sono.
Berardi, che è un ala, è il primo italiano dopo di lui nella classifica marcatori di A quest'anno, con
14 reti. Seguono
Scamacca a 13, il naturalizzato
Joao Pedro, che è un fantasista e non un centravanti,
a 12 e poi si esce dalla
top 10 per trovare i successivi.
Tutti distanti anni luce dalle 24 realizzazioni del bomber biancoceleste. Il che dovrebbe far sorgere la domanda su un sistema di gioco dell'Italia che potrebbe non essere congeniale alle sue caratteristiche. E, considerando i rendimenti avuti dalle alternative, nemmeno a quelle degli altri numeri 9 impiegati da Mancini. Però
quando si punta il dito, il primo ad essere indicato è sempre il classe '90. Lui dalle responsabilità non si è mai tirato indietro. Dalle accuse gratuite e ingenerose, invece, lo farebbe ben volentieri.