Autore Topic: Astutilli  (Letto 531 volte)

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Orazio Scala

Astutilli
« : Lunedì 11 Aprile 2022, 07:59:29 »
La narrazione sul famoso (mai esistito) "striscione" dedicato ad Astutillo Malgioglio ha cominciato a vacillare un po', dopo che in molti l'abbiamo smentita, con tanto di pezze d'appoggio a supporto dei ricordi di chi era presente quel giorno e sa bene di quello "striscione" che nessuno vide mai: perché non c'è mai stato.

Ma la narrazione non rinuncia facilmente a un elemento così succulento, di cui si nutre da decenni.

Quindi, lo "striscione" resta. Non in quella partita: in un'altra. Indefinita. Una di quel campionato, ma non Lazio-Vicenza.

Succede nella trasmissione di RadioUno "Numeri Primi" di Francesco Graziani (giornalista omonimo di). Dove "lo striscione" è il piatto forte del solito minestrone in cui la figura di Malgioglio assume sempre più la dimensioni di un gigantesco Eroe senza macchia, e senza paura di un ambiente che lo perseguita fin dal primo giorno: uno stadio intero contro di lui, ad ogni partita. Che differenza, coi due anni idilliaci trascorsi sull'altra sponda cittadina.

Basterebbe una semplice ricerca per smentire la storiella dello "striscione", costruita su un articolo di un famoso giornalista e a cui ha finito per credere lo stesso Malgioglio. Così come una semplice ricerca mostrerebbe che i due anni nella Roma di Malgioglio furono tutt'altro che idilliaci e che non mancarono i suoi sfoghi contro il boicottaggio (calcistico) di cui si riteneva oggetto anche lì.

Ma niente battaglie. È meglio così. Questa storia ci mostra ancora, chiaramente, come l'informazione sia ben distante dalla realtà; come i fatti vengano sistematicamente piegati ai desiderata di chi li racconta.

Alla tragedia, vera e terribile, di Vincenzo Paparelli, la narrazione ha dedicato nel tempo forse nemmeno un decimo dello spazio che ha riservato a un signore che, certamente, sarà stato oggetto delle cattiverie di qualche singolo imbecille, come capitato a tanti altri calciatori. Un signore a cui, soprattutto, piace molto vestire i panni del giusto perseguitato, panni che quando c'è di mezzo la Lazio si indossano con facilità e che molti narratori, specie se di stanza a Roma, non mancano di arricchire e decorare a ogni pie' sospinto.

E dopo questo ennesimo scempio della verità, dopo questo mattone sugli altri infiniti della casa dei "laziali cattivi", io dovrei credere a mezza parola di quanto arriva da tutto il mondo dell'informazione?

Costruitela, la vostra credibilità, prima di pretenderla.