www.laziopolis.itSi dice che le grandi storie inizino sempre con c’era una volta. E quella della Lazio non fa eccezione. E allora via, apriamo l’album dei ricordi e iniziamo a sfogliare le pagine. Si torna indietro, ai tempi in cui la prima squadra della capitale faceva tremare le grandi. C’erano una volta i ruggenti anni ’90, così lontani sulla linea del tempo ma al tempo stesso vincenti e vicini. Soprattutto nel cuore e nei ricordi di chi li ha vissuti. Col passare degli anni di quella Lazio non è rimasto nulla, ora tocca ai padri raccontare ai figli chi erano Cragnotti, Veron, Simeone, Pancaro e compagnia cantante. E per farlo, occorre qualche aneddoto. Ecco, quindi, che entra in gioco il c’era una volta: 3 Ottobre 1999, all’Olimpico è ancora Lazio – Milan. La tensione si taglia col coltello, la rabbia per uno scudetto sfiorato (e scippato) al fotofinish è ancora forte. Gli occhi di Nesta e compagni sono intrisi di fuoco, e il diavolo non è più tale. Marchegiani tra i pali, Negro, Nesta, Mihajlovic, Favalli nel quartetto difensivo, Conceição e Almeyda mezzali, Simeone in mezzo e Veron sulla trequarti, pronto ad innescare il tandem Salas – Boksic. Qualità, quantità, esperienza e dinamismo. C’erano una volta i Campioni d’Italia. Verrà fuori una delle gare più spettacolari di sempre: termina 4-4, la Lazio chiude il primo tempo sul punteggio di 3-2 (reti di Veron e Salas, più un’autorete di Abbiati), ma Shevchenko si scatena nella ripresa ribaltando addirittura il risultato sul 4-3. La beffa è nell’aria ma ci pensa nuovamente El Matador a pareggiare i conti, trafiggendo Abbiati a centro area. Allo scadere dei 90′ l’Olimpico è in piedi ad applaudire. Rossoneri, biancocelesti, tutti. E’ calcio spettacolo. C’era una volta anche quello.
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