www.tuttomercatoweb.comL'ex capitano biancoceleste ed attuale allenatore della categoria Berretti del Pescara, Luciano Zauri è intervenuto nella trasmissione "I Laziali Sono Qua",trasmissione radiofonica in onda dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM.
Da allenatore di una categoria giovanile quale sei, ci dai un tuo parere sui nostri piccoli campioni? Da Cataldi a Keita, passando per Felipe Anderson.
"Sono tutti giovani di grande prospettiva, che tuttavia hanno già dimostrato il loro valore. Ovvio che l'esplosione che ha avuto Felipe Anderson è quella più appariscente. Cataldi è un ottimo centrocampista, è stato un po' sfortunato per via dei problemi fisici che ha avuto e che ne hanno bloccato il pieno inserimento in rosa. Keita finora non ha ripetuto la bella stagione dell'anno scorso, ma è giovane ed ha tutto il tempo per imparare. La stoffa del grande giocatore non gli manca".
Tu sei stato il capitano dell'ultima Lazio che ha giocato la Champions League. Che ricordi hai di quelle notti europee?
"Splendidi. Penso che sia il sogno di ogni calciatore quello di poter giocare in Champions. Quell'anno poi nel nostro girone c'era il Real Madrid. Ricordo con grande affetto quel 2-2 dell'Olimpico. Fu una partita bellissima risolta dalle doppiette di Van Nistelrooy e Pandev".
Qual è stato il momento più bello che hai vissuto da laziale?
"Da spettatore il Derby di Coppa Italia del 26 maggio. Purtroppo in quella stagione ero andato via a gennaio e non ho potuto far parte dei festeggiamenti sul campo. Da calciatore la vittoria della Coppa Italia del 2004 con Mancio in panchina. E' stato l'unico trofeo che ho vinto con la Lazio e sono molto legato a quel gruppo".
A proposito della Lazio di Mancini, ci tracci un profilo di Ugo Longo?
"Una persona squisita, che difficilmente si incontra nel mondo del calcio. Aveva sempre una parola buona per tutti e trasmetteva positività a tutti noi nonostante le note difficoltà in cui versava la società in quel periodo".
Qui a Roma hai avuto tanti tecnici. Quali ti sono rimasti più nel cuore?
"Mancini e Delio Rossi. Roberto era ed è un leader nato. Non faceva sconti a nessuno. Riprendeva Stam nello stesso modo in cui riprendeva i ragazzi della Primavera, davvero una grande personalità. A Delio Rossi mi legano gli anni più belli della mia carriera, quelli in cui mi sono tolto tante soddisfazioni. Delio è un tecnico preparatissimo e mi dispiace che non abbia avuto l'opportunità di dimostrarlo negli ultimi tempi".
Venendo alla Lazio attuale, ci dai un tuo parere sulla Lazio di Pioli?
"Sta facendo un ottimo lavoro. Penso che la sua squadra sia quella che abbia fatto vedere il calcio più bello in questa prima metà di stagione. Ha riportato entusiasmo nell'ambiente e sta ottenendo dei grandi risultati. Mi auguro che la società possa mettergli a disposizione un difensore centrale di livello per ottemperare alle tante defezioni che hanno colpito questo reparto".
Quali giocatori ti hanno sorpreso di più finora?
"I due difensori centrali, De Vrij e Gentiletti. L'olandese ha dimostrato di valere l'investimento fatto in estate, mentre sono molto dispiaciuto per l'infortunio di Gentiletti che, anche se per poche partite, aveva dimostrato di avere grandi qualità".
Luciano sabato sera c'è Lazio-Milan. Cosa ti aspetti dalla partita?
"Premesso che il Milan è una squadra da prendere sempre con le molle, mi fido di quello che ho visto fino a questo momento e dico che, se gioca come sa, la Lazio ha buone chances di vittoria".