(chiedo venia per l'OT)
Correttissimo.
Ma allora, per non ammalorare le giornate di chi - come il sottoscritto - a queste cose bada sommamente, che si scriva Xana (forzatura, magari, ma a fin di bene) ove non possibile apportare un qualche segno grafico che possa informare chi legge che la 'c' di Cana non è una 'c' dura (simile a quella di cane, per dire).
In assenza di indicazioni grafiche di una qualche natura leggere "lo Cana" potrebbe legittimare, a mio modesto avviso, l'utilizzo mirato del lanciafiamme.
EOT
Visto che non sei il solo a spaccare il capello in quattro su questioni del genere: se ti può consolare, la pronuncia del nome non è univoca neppure in albanese.
Sui singoli suoni nulla da eccepire, ma da quelle parti si dividono sulla collocazione dell'accento fra "tsàna" e "tsanà": con la seconda, almeno per quanto ho potuto constatare, in chiaro vantaggio.
D'altronde parliamo di un idioma già ufficialmente costituito da due sottogruppi, ghego e tosco, che racchiudono al proprio interno una serie di varietà della lingua schipetara.
Se poi consideriamo le particolarità locali, l'
arbëreshë parlato nel nostro Meridione - parte del sottogruppo tosco, ma sviluppatosi con caratteristiche proprie in secoli di isolamento dalla terra d'origine - e le varianti estranee ai due sottogruppi di cui sopra, come il
çamërisht diffuso nell'Epiro - che sotto la dominazione ottomana era noto come Ciamuria, da cui il suddetto glottonimo -, sarebbe scientificamente corretto parlare piuttosto di
lingue albanesi.
Quanto all'ortografia: quella albanese è stata fissata nel 1949, ribadita definitivamente nel 1972 ed è fonetica.
Vale a dire che, a differenza di quanto accade in francese e in inglese sulla scorta di grafie e pronunce vecchie di secoli, a un segno grafico corrisponde sempre lo stesso suono, ricorrendo anche a diacritici per rendere la corrispondenza segno-suono il più possibile univoca e al riparo da equivoci.
Basta conoscere la specifica regola di pronuncia: cosa non facile, soprattutto nel momento in cui Paesi e lingue straniere di provenienza si stanno sempre più diversificando dopo mezzo secolo di sostanziale monopolio anglofono.
Eppure alla BBC, per citare un esempio, si fanno tuttora un punto d'onore del riprodurre correttamente a voce un cognome o un toponimo straniero.
Come ci riescono? Ovviando a una situazione obiettivamente complessa con un antidoto: la professionalità.
Si parte col riportare nella grafia originale, diacritici compresi, i nomi esteri: evitando pacchiane semplificazioni (Italia) e adattamenti grafici ottocenteschi (Francia), ora che il computer ha reso assai più semplice la gestione dei cosiddetti caratteri speciali o aggiuntivi.
Si prosegue consultando appositi manuali o siti che forniscono, sottoforma di mp3, il nome in questione correttamente pronunciato da un madrelingua.
Qualcosa si trova in Rete, ma occorrerebbe un servizio maggiormente completo e sistematico.
E naturalmente un'utenza, in primis chi ricopre un ruolo professionale nei media, che si prenda la briga di servirsene regolarmente...
Tornando al girone d'andata: il dato più confortante è la continua crescita, sia dei singoli sia del gruppo.
A Empoli si era in odore di salto di qualità: puntualmente fallito innanzitutto sul piano dell'approccio mentale, con squadra e tecnico improvvisamente nel pallone.
Il derby e lo scontro diretto per il terzo posto con l'altra partenopea proponevano una situazione psicologica simile e pressioni non banali: quanto all'essere rimasti sul pezzo con la testa, ai ragazzi non si può rimproverare quasi nulla.
Segno di un progetto che sta portando anche convinzione e personalità dopo anni di paralizzante apatia.
Perché, allora, i punti buttati con grandi e presunte tali?
Un problema di condizione atletica, dato decisamente negativo di questo primo scorcio insieme a una valanga di infortuni che è difficile attribuire per intero al caso, ma soprattutto di nefandezze dei portieri.
Proviamo a togliere il ridicolo intervento di Marchetti sul tiro di Kovačić, la doppietta del suddetto (altroché totty) contro le merde e la negazione delle leggi della fisica sul tiro di Higuaín.
Anche coi problemi di tenuta atletica, gioco dispendioso e quant'altro, ma con la presenza almeno di un citofono fra i pali, la classifica reciterebbe:
Juventus 46
merde 40
Lazio 36
Sampdoria 33
Napoli Soccer 31
un po' diversa, vero?
Quanto all'attacco, si sono già citati i dati salienti: i limiti individuali, ma ancor più la totale mancanza di varianti tattiche.
Oltre all'estremo difensore, ruolo in cui serve un intervento d'urgenza, anche il vuoto offensivo prevale sul difensore centrale quanto a livello di priorità.
Altro fronte caldo: gli schemi offensivi.
Difesa e centrocampo hanno dimostrato di saper resistere ai bombardamenti, mantenendo fisionomia ed efficacia a prescindere dagli interpreti in campo.
Anche in avanti dobbiamo migliorare in quella direzione, ovviando alla totale dipendenza dai singoli e dai loro spunti.