Faccio un riepilogo di massima, tanto per chiarire il funzionamento di alcuni meccanismi, senza pretendere di essere esaustivo o anche esatto alla virgola, per quello si può approfondire successivamente. Quindi andiamo, salvo errori e/o omissioni.
1) Comparto diritti TV e similia
La Lega li cede in blocco per un miliardo di euro l'anno, più eventuali extra.
Nel pacchetto sono inclusi i diritti audio-video-web per l'Italia e per l'estero, inclusi highlights. Il riparto viene effettuato sulla base di alcuni parametri numerici legati ai piazzamenti recenti, a quelli storici e al bacino d'utenza.
Questo è il grosso degli introiti della società. Il pacchetto riguarda il campionato. La Coppa Italia viaggia a parte, per chi rimane in corsa.
Le società possono disporre dei diritti per le amichevoli e per le altre attività (tipo canali dedicati eccetera).
Da questo blocco vengono detratti e distribuiti i soldi della mutualità, destinata alla B, e quelli del paracadute, destinati a chi retrocede dalla A alla B, che a iscrizione al campionato avvenuta sovvenziona la retrocessa per 5, 10 o 15 milioni, a seconda si tratti di società in A da uno o più anni. Il totale distribuito però non può essere superiore ai 30 milioni, quindi viene eventualmente ridotto in modo proporzionale se le pretendenti assommano di più.
Il riparto per squadra si calcola sulla cifra residua, che assomma in genere a circa 900 milioni. La cifra distribuita si chiama "Conto campionato".
2) Ricavi da trasferimenti
In Italia: vengono regolati dalla Lega in una specie di stanza di compensazione, per evitare contenziosi tra i club. La Lega eroga per quote mensili del 10%, esclusa la prima che ammonta al 30%, a partire da settembre. Si può ottenere l'anticipo del saldo positivo di mercato, in tutto o in parte. I pagamenti possono essere rateizzati su più anni (credo fino a tre).
All'estero: si viaggia come in un normale rapporto clienti/fornitori, quindi si paga a ricevimento fattura in base agli accordi stipulati col club straniero. Per le divergenze dirimono gli organi federali internazionali (FIFA e UEFA).
Questo fa notevole differenza, perché all'estero si paga o si incassa per contanti, mentre in Italia tutto viene gestito nel rapporto con la Lega. Non devo tirare fuori un milione per un giocatore che ho acquistato se ne ho venduti per due, ma incasso direttamente la differenza.
Quanto a indennità di formazione e meccanismo di solidarietà vi rimando a questo:
http://www.slpc.eu/master2013/11_Indennit%C3%A0%20di%20formazione%20e%20meccanismo%20di%20solidariet%C3%A0.pdfsi tratta di contributi che maturano a vantaggio di chi ha gestito un calciatore under 23 quando questo si trasferisce da una squadra a un'altra a livello internazionale o quando viene tesserato per la prima volta.
3) Sponsor
Al netto di quello che viene venduto dalla Lega collettivamente, resta parecchio spazio: la maglia, il naming dello stadio, la pubblicità allo stadio e in tutte le situazioni sfruttabili.
4) Merchandising
Tutto quello che ci si può inventare. Negozi propri, vendite on line, concessionari esterni.
5) Biglietteria
Abbonamenti e biglietti.
6) Utilizzo marchio
Si tratta, in genere, di operazioni straordinarie che attribuiscono un valore al marchio in prospettiva-cessione a terzi che poi ne rifatturano alla società l'uso. Il valore del marchio è un concetto un po'm sfuggente, perché se da una parte è vero che la società produce ricavi grazie al marchio, è anche vero, per i motivi spiegati al punto 1), che tali ricavi sussistono perché la società partecipa al campionato. Se per una Juventus questo vale a prescindere (la Juve e le altre società storiche apportano valore al campionato) per un sassuolo o per un Chievo vale molto meno. In nessun caso queste società ricaverebbero decine di milioni l'anno se non partecipassero al campionato di Serie A. Quindi potrebbe valere più il titolo sportivo che il marchio, se fosse cedibile. E' evidente che la visibilità internazionale di un club apporta valore al marchio e, di riflesso, a tutto il movimento: un Milan, una Juve e un'Inter che vincano in Europa come nel decennio scorso produrrebbero ricadute positive anche sul Sassuolo. Il rovescio della medaglia è che senza le provinciali e le piccole squadre non esisterebbe la Serie A. La questione è spinosa perché chi pensa di poter spuntare più della quota parte che gli tocca (a questo si legano le recenti diatribe tra Lazio e Milan da una parte e roma e Juve dall'altra) vorrebbe sottrarsi all'abbraccio delle piccole e trattare in proprio i diritti.
Salvo approfondimenti, è tutto.