Il Tempo
Il rammarico di non aver colto l’attimo per volar via Come buttarsi via. Per un’ora, la Lazio ha in mano la quinta vittoria a seguire e il terzo posto solitario.Poi la follia di Cavanda, il netto fallo da rigore che Toni trasforma e il rosso che lascia i romani in dieci. Il pareggio può starci, alla fine, ma i biancocelesti hanno sciupato un’occasione preziosa, avrebbero potuto vincere pur non giocando ai loro livelli abituali, ma non meglio aveva fatto il Verona, sopraffatto nel settore centrale.
Il terzo posto arriva lo stesso, ma si tratta di un’affollata coabitazione, la vetta resta a sei punti. Era stato un primo tempo con errori di misura superiori alla qualità del gioco, non esaltante.
Meglio il centrocampo laziale con l’argentino Biglia in regia, per i veneti un Tachtsidis troppo lento, come quello che soltanto Zeman riteneva un protagonista a Roma. Lazio più aggressiva, tiri in porta quasi a zero, fino a quando il clamoroso liscio di Moras ha consentito a Lulic di infilare da tre metri e di mandare i suoi in vantaggio all’intervallo. Non sarebbe durato nella ripresa.
Già da domani la vetta della classifica, appena modificata dalle impennate di metà settimana, minaccia ulteriori sussulti, perché il pomeriggio è riservato alle due capoliste. Ma c’è sensibile divario tra i rispettivi coefficienti di difficoltà. Entrambe infatti vanno in trasferta, ma la Juventus sembra in grado di infierire sulle recenti difficoltà dell’Empoli, in allarmante fase involutiva dopo una partenza straordinaria correndo a mille all’ora. Mentre il viaggio della Roma a Napoli è carico di insidie, quelle ambientali più rilevanti degli aspetti tecnici, il fattore campo a bilanciare il superiore talento della Roma, che però deve far fronte ai ricorrenti infortuni, ultimo in ordine di tempo quello di Astori
Anticipa anche l’Inter, che insegue il sogno di un terzo rigore a seguire nei minuti finali, con indulgente interpretazione arbitrale.
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