Corriere dello Sport
Maestrelli, applausi e lacrime al Parioli
Standing ovation per la prima. E Giordano si emozionaPiù lo vedi, più avresti voglia di tornare indietro, ricominciando dalla prima scena, per rivivere certe sensazioni, apprezzarne i dettagli, ricordare ancora meglio la storia, gli episodi, gli avvenimenti. E’ come un’onda lunga sulla spiaggia, ti trasporta e ti porta via, da toglierti il respiro. Un’emozione senza fine, bella e maledetta come solo il destino può essere. Tommaso Maestrelli, l’ultima partita. Lo spettacolo della Compagnia del Teatro Giovane è tornato in scena giovedì sera e resterà al Parioli sino al 9 novembre. Un anno dopo la prima volta al Ghione e con la stessa dirompente carica. Dentro c’è tutto: la storia dei due anni successivi allo scudetto del ‘74, la malattia del Maestro, la famiglia, le implicazioni umane, il rapporto quasi paterno con Chinaglia e Re Cecconi, la nostalgia di quei tempi, la sceneggiatura meravigliosa ideata dagli autori (Roberto Bastanza e Pino Galeotti) e dal regista (Giorgio Serafini Prosperi), il mestiere e il talento di attori che si sono calati così bene nella parte quasi da incarnare i protagonisti. E poi la figura dominante della signora Lina, la moglie di Masino, come lo chiama, una grande donna scomparsa all’età di 91 anni il 3 settembre scorso, quando la macchina del Parioli era già in moto. Fantastica e apprezzatissima l’interpretazione di Teresa Federico. Uno spettacolo vero di teatro, non solo in grado di affascinare laziali e appassionati.
Applausi. Oggi ancora più di un anno fa, lo spettacolo è stato perfezionato nei dettagli. La “prima” si è conclusa con una standing ovation durata cinque minuti cinque. Gli applausi non finivano più e neppure le emozioni, perché dietro al palco è partito un video con le foto della famiglia Maestrelli e di quella Lazio, sulle note di «Quanta strada Tom», l’ultima canzone di Toni Malco dedicata al tecnico nato a Pisa nel ‘22, amante del mare, ex centrocampista della Roma che Valentino Mazzola avrebbe voluto nel Grande Torino. Non salì sull’aereo per andare a Lisbona solo perché non fecero in tempo a rilasciargli il passaporto. Così scampò alla tragedia di Superga. Il destino lo voleva alla Lazio per vincere uno scudetto irripetibile, il 12 maggio ‘74, mandando in B il suo Foggia. Struggente il finale, tutto concentrato sulla parziale ripresa dopo l’intervento e la convalescenza, l’esonero di Corsini e il ritorno in panchina per provare a evitare la retrocessione in B nell’ultima drammatica partita a Como, il 16 maggio ‘76, sotto 0-2 nell’intervallo.
Lacrime. L’impareggiabile Nello Mascia è il protagonista principale e domina il palco come se fosse negli spogliatoi. «Io non sono un grande allenatore. Siete voi che mi avete reso grande. E ora Pino, Felice, Renzo, Vincenzo, tornate in campo e dimostrate che siamo ancora una squadra, quelli che hanno vinto lo scudetto e non ce lo porterà mai via nessuno. Per me, questa partita, vale più di tutti» dice, sembrando per un attimo veramente Maestrelli. Emozioni vere, perché l’altra sera recitando, si è rivolto a Pulici e Wilson, seduti in prima fila accanto a Massimo, il figlio di Maestrelli. La malattia sta fiaccando il Maestro nonostante le cure di Renato Ziaco, interpretato alla grande da Gino Nardella. La radio gracchia. Tutto il calcio minuto per minuto racconta la rimonta della Lazio, che ha bisogno di pareggiare per evitare la serie B. Chinaglia è volato a New York. Ci pensa Giordano, il ragazzino di Trastevere, a dimezzare lo svantaggio. E poi Badiani firma il gol del 2-2 e della salvezza. Sembrava che il tempo fosse tornato indietro. Ci siamo girati, scoprendo Bruno, l’erede di Long John, in lacrime. Piangeva davvero, insieme a tanti altri, prima del gran finale e l’ovazione per gli attori, bravissimi. Il biondissimo Carlo Caprioli interpreta con spontaneità la dolcezza, il vigore e l’umiltà di Luciano Re Cecconi. Massimiliano Vado ha i tempi, la fisicità e l’esuberanza incontenibile di Giorgio Chinaglia. Oggi come allora, la banda Maestrelli rivive al Parioli.
Fabrizio Patania
De Filippo jr lo ha voluto fortemente «Maestrelli, l’ultima partita» sarà in scena al teatro Parioli sino al 9 novembre. Ha voluto fortemente lo spettacolo Luigi De Filippo, direttore artistico del teatro dal 2011. Attore, commediografo, regista, è il figlio del grandissimo Eduardo e ha accolto tutti al Parioli raccontando la propria passione per la Lazio. «Sono del Napoli, ma mio padre ci portò a Roma nel 1942 e quando ero ragazzo andavo al Flaminio a vedere le partite della Lazio. Ricordo Raggio di Luna Selmosson» ha raccontato prima che scattasse lo spettacolo. Ritoccato il copione nel finale, in cui anche Lina si siede in panchina accanto a Maestrelli. «Un giusto omaggio. Una dedica doverosa alla signora, venuta mancare meno di due mesi fa e interpretata quest’anno da Teresa Federico» ha spiegato il regista Giorgio Serafini Prosperi.
f.p.