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A Formello: Serbi e Albanesi insieme si puo’
« : Sabato 18 Ottobre 2014, 10:34:33 »
(Corriere dello Sport)




A Formello: Serbi e Albanesi insieme si puo’



(ROMA)
Insieme. Così dice l’hashtag. E basta la foto per capire. Ieri, tre giorni dopo la notte di Belgrado, è partito il messaggio fortissimo della Lazio. Un’idea del ds Tare condivisa dai giocatori. Ne avevano parlato giovedì, appena rientrati al centro sportivo di Formello. Ieri l’hanno realizzata, con l’augurio di poterla presto rigiocare questa partita, Uefa permettendo e con un clima decisamente diverso, ma anche cercando di far passare un altro tipo di significato. Il calcio unisce, non divide. Serbia e Albania, insieme si può. Insieme giocano e dividono lo stesso spogliatoio Djordjevic e Cana, Basta e Berisha, più il giovane Strakosha, terzo portiere e giovane numero uno dell’Under 21 albanese. Sono amici, condividono la stessa avventura sportiva. E la normalità, la quotidianità degli allenamenti e dello sport aiutano a far cadere quei pregiudizi che dividono i popoli e fanno nascere le guerre etniche. La partita era un prestesto. Rischiava di restarne travolto chi era in campo e si è trovato in una situazione ai confini della realtà, ancora peggiore di quanto si temesse quando era stato diramato il calendario delle qualificazioni europee. Bisogna guardare avanti e da Formello è partito forte il messaggio della Lazio, anticipato in mattinata da alcune dichiarazioni di Lotito. «Ritengo opportuno, nonché doveroso, porre in risalto realtà ben diverse che il calcio riesce invece a coniugare. Questo è quanto accade alla Lazio: Cana, Berisha, Basta e Djordjevic rappresentano quei sentimenti di fraternità, dove le differenze storiche e politiche costituiscono, al contrario, modello di unione di popoli e Paesi. Ulteriore rappresentazione di quanto il calcio molto spesso possa insegnare alla politica».

Serbo. Rientrati alla base, i giocatori si sono abbracciati, ci hanno scherzato sopra, cominciando a pensare alla Fiorentina. Vogliono solo far punti con la Lazio, come ha spiegato Djordjevic, parlando ai media serbi: «Voglio chiarire qualsiasi cosa, adesso tutti siamo a mente fredda. Non c’è nessuno strascico di Serbia-Albania, nessuna traccia di intolleranza tra di noi. Con Cana e Berisha ci eravamo già scambiati qualche parola a Belgrado, in un clima del tutto amichevole. Alla Lazio abbiamo un obiettivo comune: conquistare punti». E poi. «Quando sono tornato a Roma con Cana e Berisha ci siamo salutati, così come è successo in tutti i giorni precedenti. Sono convinto che il nostro rapporto continuerà a essere lo stesso. Ci siamo anche scambiati un paio di parole su quanto successo, in tutta cordialità. I giocatori italiani ci ascoltavano, ma non so se hanno capito qualcosa (ride, ndr). Ci hanno scherzato su anche loro, suggerendo di fare… un due contro due». Spiritoso Filip. A volte un sorriso serve più di tante parole.

Albanese. Il suo amico Tomovic, terzino della Serbia e della Fiorentina, vorrebbe stringere la mano a Lorik Cana, che invece salterà per squalifica la trasferta al Franchi. Il difensore della Lazio ha rilasciato altre dichiarazioni alla stampa kosovara. E’ tornato a Roma con qualche ferita. «Ho un dito ridotto male e un ginocchio fasciato, ma ad essere onesto non so come mi sono fatto male. All’inizio non si era capito cosa ci fosse sul drone. Quando si è capito, la tifoseria serba ha cominciato a rumoreggiare. Noi volevamo portare la bandiera via dal campo, era un nostro diritto». L’Albania ha declinato qualsiasi responsabilità. «La colpa non può essere addossata alla nostra Federazione. Una cosa del genere potrebbe essere stata pensate da chiunque, non si può sapere chi è il colpevole. E credo anche sia assurdo pensare ai serbi» ha spiegato Cana, che non teme di essere squalificato dall’Uefa per aver difeso un suo compagno. «Non credo che le persone entrate in campo volessero dialogare. La cosa grave è che un tifoso serbo è entrato con una sedia in mano, ma poteva anche avere un coltello o qualcosa di molto più pericoloso, e allora sarebbe finita peggio». Ci ha pensato Lorik a sdraiarlo: legittima difesa.
Fabrizio Patania

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