Autore Topic: #vola, il libro di Stefano  (Letto 1566 volte)

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ThomasDoll

#vola, il libro di Stefano
« : Mercoledì 27 Agosto 2014, 00:41:28 »
Stefano Ciavatta è sempre stato uno dei miei forumisti laziali preferiti. Oltre al talento di scrittore amo di lui il modo di vivere la fede laziale, come vera urgenza dell'anima, e la capacità di sottrarsi al cliché e di rompere i veli, chiamando le cose col proprio nome. Sangue e anima, un tratto umano che ho sempre sentito vibrare. Una persona che, non fossi venuto via da Roma, avrei frequentato con grande piacere e arricchimento personale.
Domani esce il suo libro per Fandango: si intitola #vola e parla della Lazio come sa parlarne Stefano. Un fiume in piena, un torrente impetuoso di ricordi e di racconti personali sulla Lazio, sulla vita, sul rapporto personale col tifo e con gli affetti familiari.
#volate in libreria e non ve lo perdete: costa poco ma vale tantissimo. E quando lo incontrate fatevi fare un autografo. Con la sua penna d'Aquila...

Offline cartesio

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e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline zorba

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Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)


Zapruder

Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #4 : Mercoledì 27 Agosto 2014, 13:27:25 »
Avevo fatto confusione sulla data di uscita (non so perché m'era rimasto in capoccia il 26) e ieri l'ho cercato vanamente da Feltrinelli. Domani vado ad acchiapparlo.

Offline rione 13

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #5 : Mercoledì 27 Agosto 2014, 13:57:16 »
Anche io l'ho cercato ieri tra un Sollazzo e uno Zoro ma non v'era.
A domani.

Offline rione 13

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #6 : Venerdì 29 Agosto 2014, 18:27:33 »
Letto.
Bello, bello, bello.

Zapruder

Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #7 : Venerdì 29 Agosto 2014, 19:23:50 »
Preso stasera da Feltrinelli a Viale Marconi, purtroppo ce n'era una sola copia, ne arriveranno altre martedì-mercoledì.

Letto d'un fiato, perché si fa leggere d'un fiato. Gli occhi dell'autore sulla Lazio, ma occhi che possono essere di tutti. Complimenti, Stefano.

borgorosso

Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #8 : Venerdì 29 Agosto 2014, 19:45:18 »
appena torno in Italia lo acquisto, dopo cotanta recensione non potrei fare altrimenti

ThomasDoll

Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #9 : Venerdì 29 Agosto 2014, 20:33:31 »
secondo me si potrebbe fare un libro sulla roma vista da un laziale...

Offline klacco

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #10 : Venerdì 29 Agosto 2014, 23:55:23 »
Preso stasera da Feltrinelli a Viale Marconi, purtroppo ce n'era una sola copia, ne arriveranno altre martedì-mercoledì.

Letto d'un fiato, perché si fa leggere d'un fiato. Gli occhi dell'autore sulla Lazio, ma occhi che possono essere di tutti. Complimenti, Stefano.
M'hai fregato la mia! 😊

Offline BobLovati

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #11 : Sabato 30 Agosto 2014, 11:04:01 »
secondo me si potrebbe fare un libro sulla roma vista da un laziale...

falla te, si ciai core, abbello    >:(

 :D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

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Offline LoveLazy0

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #12 : Sabato 30 Agosto 2014, 16:34:18 »
a largo argentina feltrinelli c'erano diverse copie (ora 2 di meno) con lo sconto al 15% per i possessori della card
solo forza lazio

Offline Ceres

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #13 : Sabato 30 Agosto 2014, 23:40:10 »
Grazie x la segnalazione! Spero di trovarlo anche a Livorno.
Per la Lazio, Giordano!

Offline zorba

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Re:#vola, il libro di Stefano
« Risposta #14 : Sabato 11 Ottobre 2014, 07:44:01 »
(Europa 11.10.2014)



#Vola, la magnifica spavalderia dell’essere laziale

(di Stefano Di Traglia)

Il manuale di chi tifa Lazio di Stefano Ciavatta fotografa la singolarità del supporter biancoceleste, che vive come uno «scozzese in terra inglese»

Fu Eugenio Fascetti, il vulcanico allenatore di Viareggio, a rivolgerla alla squadra biancoceleste quando nel 1986, nel ritiro estivo di Gubbio, piombò prima la notizia della possibile retrocessione in serie C, poi quella della penalizzazione di 9 punti, decisa dai giudici sportivi della Caf, riuniti e presi d’assalto dai tifosi in un famoso hotel di Monte Mario, dopo l’esplosione dello scandalo scommesse.

È lì, in quelle parole passate alla storia del calcio e che rappresentarono, per i giocatori che le ascoltarono, una minaccia o una sfida chissà, che si riassume l’impresa ultracentenaria della Lazio, fondata in Piazza della Libertà nel 1900, grazie all’intuito di alcuni bersaglieri. Un’impresa, quell’anno, che si concluse in piena estate con un esodo verso gli spareggi di Napoli per non retrocedere in serie C, e che salvò la società dalla scomparsa e dal fallimento. Uno spartiacque.

È da lì che i colori biancocelesti ripresero il volo.

È solo uno dei passaggi indimenticabili della storia laziale, che Stefano Ciavatta, giornalista e molto altro, ripercorre con amore ricambiato in #Vola, Il manuale di chi tifa Lazio (Fandango Libri – Pag. 93, euro 5,90), uscito da poco in libreria. Per un tifoso laziale, come il sottoscritto, si tratta di una vera e propria autobiografia. Ciavatta ripercorre, da vero supporter, gli ultimi quarant’anni della storia laziale e, con il padre che lo ha iniziato alla lazialità, ci fa rivivere con grandi emozioni i momenti belli (pochi) e brutti (tanti), vissuti negli ultimi decenni.

Il libro si apre con il ricordo del, primo, vero idolo dei tifosi laziali degli ultimi 30 anni: Giorgio Chinaglia. Giocatore dal «brutto carattere, l’uomo che segna il prima e il dopo nella storia moderna della tifoseria laziale. Personaggio che ha lasciato in eredità permanente la spavalderia di essere tifosi laziali». Figura che il mitico fotografo della Dolce vita e grande laziale, Marcello Geppetti ha immortalato in centinaia di foto (la più famosa lo ritrae col dito puntato verso la curva Sud dopo un gol segnato in un famoso derby), scattate da bordo campo o nei momenti di relax in ritiro con la squadra, e oggi protagoniste di una bellissima mostra che il figlio Marco sta valorizzando come merita, proprio a 40 anni dalla conquista dello scudetto del 1974.

Ma chi sono i tifosi laziali? A questa domanda, Stefano Ciavatta, risponde come avrebbe fatto un vero tifoso biancoceleste. Intanto laziali si diventa (e non si nasce), sentenzia non a torto l’autore. Essere laziali è come preferire la Pepsi alla Coca Cola, è come «essere scozzesi in terra inglese». «Un laziale impara che vivere significa camminare a pochi centimetri dall’abisso», per citare lo scrittore Alessandro Piperno.

I tifosi laziali sono quelli che a dieci minuti dalla fine del quarto derby vinto consecutivamente nello stesso anno, deridono «annoiati» i tifosi romanisti sfogliando il famoso quotidiano di Roma al coro sarcastico di: «Se leggemo er Messaggero, se leggemo er Messaggero». Sono quelli della vittoria definitiva nella finale di Coppa Italia vinta il 26 maggio 2013 al 71’ con un gol di Lulic. Nel senso che da quel momento possiamo perdere tutte le stracittadine tanto abbiamo vinto il derby dei derby.

I laziali sono gli unici tifosi nella storia che hanno vinto lo scudetto in differita. Nel senso che in quel famoso 14 maggio del 2000 hanno dovuto attendere chiusi e inamovibili nello stadio Olimpico le notizie provenienti dallo stadio Renato Curi di Perugia dove la Juve sopra di due punti in classifica perse 1 a 0 su un campo allagato dopo un nubifragio che obbligò l’arbitro Collina a sospendere la partita per 71 minuti (numero che ricorre evidentemente nella storia laziale…).

Insomma, tifosi che conoscono l’inferno, ma anche il paradiso.

Il libro non poteva non chiudersi con il riferimento alla Lazialità, scritto con la L maiuscola, mi raccomando. A proposito di Lazialità, è bene ricordare ai lettori che in quel lontano 1986, anno in cui di fatto si concluse il Secolo breve biancoceleste, di fronte a quella sfida lanciata da Eugenio Fascetti, nessuno dei giocatori biancocelesti decise di abbandonare la Lazio. Perché nessuno – è il monito di Ciavatta – sa niente di noi, prima di vestire la nostra maglia.
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)