Articolo 18 cancellato per i neoassunti

[Giglic]

182 licenziamenti collettivi al Teatro dell'Opera di Roma,
Marino e Franceschini hanno sofferto per prendere questa decisione.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2014/10/02/opera-romacda-licenzia-orchestra-e-coro_4388b2a5-9e1e-4f81-80f6-2b90b3711801.html

Franceschini non c'entra nulla. Sul perché dei licenziamenti, forse sarebbe il caso di riportare tutta la storia, a partire dai contrasti che hanno portato alle dimissioni del "direttore".
Attenzione a non categorizzare: se dal punto di vista generale a me questa amministrazione e questo governo non piace, non è detto che TUTTO quello che fa sia sbagliato.
Che poi, non si capisce perché licenziare nel privato sarebbe "più giusto" che non farlo nel pubblico, ma questa è cosa mia.

[CP 4.0]

182 licenziamenti collettivi al Teatro dell'Opera di Roma,
Marino e Franceschini hanno sofferto per prendere questa decisione.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2014/10/02/opera-romacda-licenzia-orchestra-e-coro_4388b2a5-9e1e-4f81-80f6-2b90b3711801.html

dettagli del prologo

http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/teatro/muti-decisione-irrevocabile/919335.shtml

http://roma.corriere.it/notizie/cultura_e_spettacoli/14_settembre_21/troppi-scioperi-maestro-muti-rinuncia-teatro-dell-opera-roma-a593acb0-418d-11e4-a55b-96aa9d987f34.shtml

[AlenBoksic]

Qualche esempio? Alla Scala, ultima stagione, sono arrivati «Les Troyens» di Berlioz coprodotti con il Covent Garden di Londra. Però a Milano c’era un intervallo di più, perché qualche regola idiota impone che non si possano accorpare più atti se la loro durata eccede quanto stabilito dal contratto. Inutili le richieste dal podio di un esterrefatto sir Antonio Pappano. Risultato: l’opera, già lunga di suo, è diventata interminabile. Invece la prima del balletto «Romeo et Juliette» di Sasha Waltz, sempre alla Scala, nel 2012 saltò del tutto. I coristi, che dovevano muovere la testa a ritmo di musica, chiesero l’indennità da «prestazione speciale», i ballerini una gratifica perché il palcoscenico era stato leggermente inclinato dallo scenografo. Il sovrintendente Stéphane Lissner disse no e lo spettacolo non si fece.
Poi c’è il problema del freddo. Si ricordano proteste e assemblee, dal Carlo Felice di Genova al Massimo di Palermo, perché in buca la temperatura era di qualche grado più bassa di quanto previsto. A Palermo i professori si presentarono polemicamente in cappotto (a Palermo, non a Stoccolma). Le indennità sono un capitolo a parte. Indennità lingua per i coristi perché disgraziatamente Wagner o Bizet hanno avuto la cattiva idea di non scrivere in italiano, indennità frac per i professori d’orchestra, indennità umidità se lo spettacolo è all’aperto, indennità video se viene ripreso. All’Arena c’è l’indennità arma, giusto compenso alla fatica di dover portare l’alabarda nel «Trovatore» o lo scudo in «Aida». Un’estate il regista di «Nabucco», Denis Krief, decise che ne aveva abbastanza e fece irrompere nel tempio di Gerusalemme degli assiri perfettamente disarmati. L’Opera di Roma paga (cioè, noi paghiamo) un’«indennità Caracalla» anche agli impiegati, che alle Terme di Caracalla, sede della stagione estiva, non ci mettono mai piede né mai ce l’hanno messo.
http://www.lastampa.it/2014/09/22/italia/politica/muovere-la-testa-a-ritmo-va-bene-se-c-lindennit-XbuG1VwBsDAiGOztIqjUKL/pagina.html

[Zapruder]

Ma 'sti contratti chi li ha firmati, AB? Se li sono scritti i sindacati da soli?

[AlenBoksic]

Non credo.
 
Ma certo che han del clamoroso,
questo senza entrare nel merito della vertenza.

[aquilafelyx]

Franceschini non c'entra nulla. Sul perché dei licenziamenti, forse sarebbe il caso di riportare tutta la storia, a partire dai contrasti che hanno portato alle dimissioni del "direttore".
Attenzione a non categorizzare: se dal punto di vista generale a me questa amministrazione e questo governo non piace, non è detto che TUTTO quello che fa sia sbagliato.
Che poi, non si capisce perché licenziare nel privato sarebbe "più giusto" che non farlo nel pubblico, ma questa è cosa mia.

C'entrano sia Franceschini che Zingaretti:
http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CAMPIDOGLIO/opera_teatro_licenziamenti_marino/notizie/934295.shtml

Sul perché dei licenziamenti si può discutere, ma questo dovrebbe valere sempre,
è più importante la "produzione", di cultura in questo caso, o i "diritti" dei lavoratori?

[Giglic]

Sul perché dei licenziamenti si può discutere, ma questo dovrebbe valere sempre,
è più importante la "produzione", di cultura in questo caso, o i "diritti" dei lavoratori?

E' importante il buon senso. Quello cui si deroga nel momento in cui si fanno battaglie politiche. I diritti del lavoratori cominciamo ad applicarli a lavori più "dequalificanti" e che non forniscono, ahimè, possibilità di ulteriori introiti. Così cominciamo a produrre "cultura" (che è anche rispetto del lavoro come strumento di partecipazione sociale, e non solo il Lohengrin).
Ripeto, personalmente non trovo affatto di mio gradimento questo governo centrale e locale, ma dire che sbagliano SEMPRE (hai postato un articolo pubblicato su un giornale ostile pregiudizialmente a questa amministrazione, permettimi di non prendere per buono una virgola di ciò che Caltagirone dice di Marino et similia) è fare di una problematica amministrativa e di buon senso un terreno di conflitto di ideologie politiche.
Alemanno non è che ha perso le elezioni perché di destra, le ha perse perché ha gestito male la cosa pubblica.

[aquilafelyx]

Sui diritti non si può derogare a comando, non c'entra niente la linea editoriale del messaggero, e neanche la gestione Alemanno.

Le battaglie ideologiche men che meno.

L'orchestra ed il coro sono stati licenziati perché d'ostacolo alla produzione, qualifiche e professionalità dei lavoratori calpestate ed annullate. Tutto questo perché il direttore artistico non riusciva a organizzare gli spettacoli come lui desiderava?   

E che differenza c'è tra il teatro dell'opera ed una azienda elettronica o metalmeccanica?
Cosa è sbagliato, il modello produttivo o l'organizzazione del lavoro, il buon senso cosa suggerisce?