Autore Topic: Laziomania: Allegri vuole farci addormentare tutti, ma Sarri?  (Letto 317 volte)

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Laziomania: Allegri vuole farci addormentare tutti, ma Sarri?
« : Domenica 21 Novembre 2021, 11:01:15 »
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di Luca Capriotti

La Lazio sbatte contro il muro di Allegri e la Juve si acchiappa 3 punti con serietà, dedizione, e la precisa consegna di sorpassare la metà campo solo per battere rigori. Esagero, anzi la maggior parte delle azioni le ha avute la Juve, ma è proprio questo il punto: Sarri sbatte contro le resistenze compatte ed ordinate, e non ha alternative a sbatterci come Bart Simpson in una famosa competizione con un criceto. Avete visto quella puntata? Un criceto non tocca più il cibo collegato alla bassa tensione, Bart lo tocca di continuo, ci sbatte contro di continuo. Come la Lazio contro la Juve. 

ARMA SEGRETA - Allegri punta chiaramente a vincere le partite stordendo tutti gli astanti con una noia stagnante. Ci vuole convincere che il calcio sia questa roba fatta di copertura totale e usare il pallone solo per tenerlo senza grande costrutto, in attesa dello scatto di Chiesa o di un contropiede particolarmente appetibile. Allegri crede - mi pare - che la Juve non abbia uomini e maturità per fare un calcio del tutto maturo, e decide di impostare la gara per massimizzare i profitti. Detto della Juve, ora passiamo a noi: la Lazio negli ultimi 20 metri è stata alla pari per noia, incapacità di affondare, di provare l'uno contro uno. Abbiamo cercato di andare a lottare con loro sulla noia, e abbiamo perso. Boccerei il tridente leggero che ha sostituito Immobile, se ci fosse una qualche alternativa. Sarri ha sbagliato scelte, che in realtà non ha.

IMMOBILE, 20 MINUTI E COMPATTEZZA -Di questo Lazio-Juve brutto, esteticamente irrilevante e deciso da due sciocchezze individuali di Cataldi e Reina, salvo però alcune cose. I primi 20 minuti della Lazio sono stati belli, intensi, di buona fattura e dal ritmo alto. Mi sono commosso vedendo Immobile con le lacrime agli occhi, e mi viene da dire con una mezza battuta e mezza no che dalla tribuna forse è stato più pericoloso degli altri attaccanti. La compattezza della squadra è stata ammirevole, il pressing a lungo efficace, ma qui cominciamo con le note dolenti. 

NOTE DOLENTISSIME - Non fare neppure un tiro in porta contro la Juve, ben messa, compatta e decisa,  ma comunque non al top (Allegri è ancora piuttosto lontano dal dargli cattiveria e forma, ma intanto fa punti), è grave. Non trovare soluzioni e non vincere duelli uno contro uno è atipico per la Lazio. Non avere sostituti di Immobile è normale: avviene dall'inizio della stagione. Una colpa chiara, precisa, con un responsabile tecnico che non mi va di nominare. Sapete, sappiamo, chissà che pensava ieri, quando ha letto il tweet di Muriqi "morto mentalmente". Chissà se si sente colpevole.

LE SCELTE DI SARRI - Il nostro ha sbagliato le scelte, il tridente leggero non ha funzionato, ma ne aveva altre? Io avrei dato ulteriore fiducia al Pirata, ma Sarri è meno sadico di me, non se l'è sentita di portare avanti richieste di acquisto killerando un giocatore già morto per sua stessa ammissione facendolo marcare da Bonucci e de Ligt, una roba da macelleria, da hostel, povero ex Fener. Lasciare andare via Caicedo per tenersi questo Muriqi è stato un errore strategico forse obbligato ma che stiamo pagando. Anche questo, purtroppo, era piuttosto prevedibile.

LA CHIAVE - Lo hanno detto tutti, ha senso dire che il cambio di modulo operato da Allegri ha cambiato la partita. Certo, ai tempi lo avremmo chiamato catenaccio alla Reja, ma ok, per qualcuno è stata una partita bellissima. La Juve si è messa meglio e ha trovato il gol con un rigore frutto di un'azione con punta spalle alla porta che andava verso il fallo laterale. Non mi va di parlare del rigore: Sarri ha già parlato per me, è un rigorino. Ma Cataldi non deve mai scivolare là. Non aveva senso, ed è stato punito. Tutti siamo stati puniti. Quella è la vera chiave del match. Ci ha innervosito, ci ha buttato giù, ha avviato quel lungo momento di noia favorevole ad Allegri.

IL RIGORE C'ERA REINA NO -  Nella scala dei rigori tra uno sacrosanto e uno che fa sacramentare, per me non si piazza vicino a nessuno dei due.  L'arbitraggio non mi è piaciuto per niente, Di Bello raramente prende la decisione giusta. Aspettava il Var sul rigore? È questa la tecnologia pensata gli arbitri che non sono il top, una mera revisione degli errori piccoli, medi, grandi, un robot domestico delle loro piccole o grandi briciole lasciate per strada? Non ce l'avevano proprio venduta così. Il secondo è una scemenza di Reina, parte dal solito Di Bello che ha un metro arbitrale del tutto discutibile, fischia sostanzialmente in maniera caotica, senza una linea, sciorinando gialli a casaccio, ma è comunque una scemenza di Reina. Forse prende gol se non esce, di certo non fa la figura dello scemo, alla sua veneranda età dovrebbe essere sempre la scelta più saggia, evitare di farla.

IL NAPOLI DI SARRI - Contro Allegri, il calcio di Sarri è ciclicamente frustrato. Mi scuserete, per me Allegri ha ragione, la polemica tra risultatisti e giochisti è narrazione giornalistica. Poca roba, il calcio è altro, di più, meglio  Finalmente mi è sembrato di rivedere il Napoli di Sarri: quello che ogni tanto sbatteva contro questo muro di gomma di Allegri. Dicevo, non mi schiero nella polemica, ma voglio dire una cosa: il calcio può essere intenso, forte, perfino senza giocare bene e senza il bello al massimo livello. Le partite possono essere combattute, fisiche, tese, belle come Atalanta-Lazio. Poche palle gol, ma calcio a 200 all'ora cavolo, col cuore a 1000. Allegri ha scientificamente puntato a farci sentire brachicardici, sonnolenti. Poi Barzagli si è giustamente sentito in dovere di fargli i complimenti per la bellissima partita che ha visto solo lui. Non voglio pensare che abbia voluto endorsare un suo ex allenatore, di una sua ex squadra. Il povero Parolo per molto meno un altro po' si attira un'interrogazione parlamentare. Si vede, e lo so perché siamo coetanei, che ad una certa età si capisce l'importanza del dormire bene. 

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