Autore Topic: Tamponi-Lazio, sanzioni legittime ma responsabilità meno gravi  (Letto 425 volte)

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Tamponi-Lazio, sanzioni legittime ma responsabilità meno gravi
« : Mercoledì 29 Settembre 2021, 19:01:18 »
www.gazzetta.it



Il Collegio di garanzia dello sport spiega la decisione di rimandare gli atti alla Corte federale d'appello per una rivalutazione della vicenda

di Valerio Piccioni

Le sanzioni sono legittime, i fatti sono stati ricostruiti con precisione, ma bisogna ridurre le inibizioni di Lotito e dei due medici sociali perché il quadro delle responsabilità è meno grave. Lo dice il Collegio di Garanzia dello Sport spiegando le due decisioni sul caso tamponi-Lazio e chiedendo alla Corte Federale di Appello di tornare sulla sentenza con cui aveva condannato a 12 mesi il presidente, con l’effetto collaterale della decadenza dal consiglio federale, e i due sanitari biancocelesti Fabio Rodia e Ivo Pulcini. Ora si tornerà  dunque al secondo grado federale che “rivaluterà” la vicenda alla luce dei contenuti suggeriti dall’organismo presieduto dall’ex ministro Franco Frattini. 

"Non toccava a loro" --- Per quanto riguarda le fonti normative, le motivazioni dicono che il protocollo è regolarmente in vigore con tutto l’apparato sanzionatorio indicato dai comunicati ufficiali dei due consigli federali e relativi alle due stagioni sportive, 2019-2020 (la prima ripartenza) e 2020-2021. Non si è trattato di una modifica del Codice di Giustizia Sportiva, ma semplicemente dell’indicazioni delle pene per la violazione dei protocolli. E quindi non c’era bisogno di un’approvazione specifica del Coni. Non solo, l’esito dei tamponi Uefa, questo dicono le decisioni, deve comunque essere tenuto in conto e può far parte delle motivazioni che hanno portato alla condanna. Insomma, le “fonti” non sono in discussione. E’ in discussione, invece, per il Collegio, la responsabilità dei medici perchè in data 29 ottobre 2020 il dottor Pulcini “dava seguito ai colloqui telefonici intercorsi con il Sisp territorialmente competente”. Tanto bastava, questo hanno detto Frattini e i suoi colleghi. Tutto il resto spettava alla Asl coinvolte. Un’interpretazione che invece sia in primo sia in secondo grado era stata esclusa. 

"Positivi in campo" --- Resta, invece, la responsabilità per “non aver sottoposto all’obbligatorio periodo di isolamento il calciatore Ciro Immobile, utilizzato nell’incontro Torino-Lazio del primo novembre 2020 e il calciatore Djavan Anderson inserito nella distinta gara dell’incontro Lazio-Juventus dell’8 novembre 2020. “In altri termini, mentre non rientra nelle competenze del medico sociale la prescrizione della quarantena che incide sulla libertà di movimento in genere del soggetto che ne è destinatario, rientra invece certamente nell’ambito delle sue responsabilità la scelta di far accedere nei locali della società sportiva e di far scendere in campo un giocatore risultato positivo”. Stesso discorso, anche se più limitato per Lotito, “a suo carico può assumere rilevanza una negligenza consistente nell’avere consentito a un giocatore risultato positivo (sia pure ad un solo tampone) di accedere nei locali della società sportiva e di scendere in campo”.
Il Collegio ignora l’”attivismo” del presidente sulla vicenda documentato soprattutto in secondo grado e sposa la tesi della “complessità” della società Lazio e quindi di una responsabilità molto limitata del presidente. Ora bisognerà vedere come la Corte d’Appello federale interpreterà queste decisioni e soprattutto come le tradurrà nelle nuove sanzioni.

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