Autore Topic: Amaro bilancio della solita stagione "post"  (Letto 874 volte)

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Amaro bilancio della solita stagione "post"
« : Mercoledì 7 Maggio 2014, 17:30:20 »
www.laziopolis.it

La fine di quest’annata scombiccherata sta tutta nel rigore di Mauri all’ultimo minuto: sbagliato, ripreso e segnato, quando tutto ormai era inutile. Per due volte, col Torino e col Verona, Reja ha avuto il match ball per avere ragionevoli chances di andare il Europa League per il quarto anno consecutivo, e per due volte lui – e la squadra – hanno fallito realizzando lo stesso punteggio, con la stessa sequenza di reti e con lo stesso patema del gol all’ultimo minuto dopo un’espulsione. Di queste cadute sul filo del traguardo (c’è chi le paragona a quella storica di Dorando Petri: ci permettiamo di dissentire, noi non arriviamo mai primi con l’aiuto di arbitri, anzi…) la storia della Lazio “rejana" è colma.
 A questo punto ci si domanda se il cambio di allenatore sia stata la cosa giusta da fare a gennaio o se non sia stato altro che il culmine di un mercato condotto male l’estate scorsa. E’ il terzo anno, ormai, che i successi della Lazio (qualificazioni in Champions League, due Coppa Italia) non vengono adeguatamente sfruttati come trampolino di lancio, ma anzi presi come punti di arrivo con conseguente successivo rilassamento: da questo punto di vista Reja sembra essere la garanzia migliore, se non si vuole crescere.
 Io non faccio parte dei #liberalalazio: non sono critico a prescindere della società e ritengo che, anche in quest’annata infausta (infausta anche per gli eccellenti risultati in campionato ottenuti oltretevere, anche se hanno portato i soliti zero titoli), azioni intelligenti tipo la cessione di Hernanes (tesoretto buono per il prossimo anno, ottenuto cedendo un giocatore non più motivato a stare qui e non più decisivo: la sua esperienza all’Inter mi sembra lo possa confermare), sono state effettuate. Ma non è possibile che, dopo il 2007 ed il 2009, si reiteri continuamente lo stesso errore.
 Archiviamo quindi rapidamente quest’annata, e cominciamo a guardare alla prossima, cara dirigenza: l’effetto 26 maggio è ormai scomparso, e la voglia di rivalsa, dal punto di vista dei tifosi, è tanta. La si imposti con un tecnico che ha fame di vincere e che vede nella Lazio un progetto invece che una pensione. Si sfoltiscano i tanti rami onusti di gloria, ma anche di anni, che compongono la rosa. Si spendano i soldi disponibili in maniera oculata e non per acquistare trequartisti ventenni, di cui la primavera è colma, cui poi non viene data neanche fiducia. Si faccia crescere con calma, inserendo gradualmente i vari calciatori, quel gioiello creato in casa che è la squadra primavera. Si cominci, insomma, a voltare pagina per iniziare un progetto nuovo, quello interrotto con Petkovic – magari anche per colpa dello svizzero, solo dopo una Coppa Italia, che è storica sì, ma soprattutto per noi tifosi.
 Presidente Lotito, guardi di più alla Lazio, e pensi meno a litigare con i suoi tifosi: chi è in buona fede tornerà presto sui suoi passi, se vede che la sua voglia di Lazio viene condivisa dalla dirigenza.

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