(Corriere dello Sport)
Al capocannoniere di A, la Lazio oppone il suo bomber a sorpresa
Reja si affida a Senad, il falso nueve:l’esterno ha fatto quattro reti nelle ultime 5 presenzedi Fabrizio Patania
Due strade diverse per rincorrere l’Europa League. Ventura s’affida a Ciro Immobile, il capocannoniere del campionato. Reja s’aggrappa ai raid di Senad Lulic, il centravanti mascherato della Lazio, un solo gol in meno di Klose, fermo ai box e impegnato a smaltire uno stiramento. E’ lo strano duello che potrebbe orientare la sfida tra Lazio e Torino, appaiate a quota 48 punti: è una specie di spareggio. Chi vince, si mette nella scia di Parma e Inter. Chi perde, resta fuori e può cominciare a pensare alle vacanze. S’annuncia la roulette allo stadio Olimpico, perché il pareggio servirebbe a poco. Bisogna prendere lo slancio e tutte e due le squadre punteranno sulle risorse migliori.
Brasile. Ventura ha perso Cerci, fermato dal giudice sportivo. Ma Immobile è una certezza, soprattutto fuori casa: 10 dei suoi 19 gol li ha segnati lontano da Torino. Colpisce in contropiede, in campo aperto è un pericolo costante. Se lo ricorda anche la Roma di Garcia: lancio dalla difesa, Toloi distratto, Ciro ha messo il piedone sinistro e ha ghiacciato anche De Sanctis. Una delle tante prodezze di un campionato da urlo. Al Genoa aveva sofferto, la Juve lo ha ceduto in comproprietà per avere Ogbonna dal Toro, Cairo è passato alla cassa. Ora Ciro comanda la classifica dei bomber davanti a Tevez, segna un gol ogni 119 minuti. Numeri impressionanti, considerando 29 presenze, di cui 25 da titolare. Sta facendo barcollare Prandelli, ma non è ancora sicuro di strappare la convocazione per il Mondiale. Per andare in Brasile, dovrà continuare a segnare a raffica nelle ultime cinque giornate di campionato. E’ così forte e spietato in contropiede da far riflettere Reja, tentato dal cambio di modulo e dal ritorno alla difesa a tre. Ha bisogno di coperture e di diagonali, soprattutto se Biava non dovesse recuperare. Si vedrà
Gol pesanti. Certo la Lazio ha bisogno di vincere e di segnarne almeno uno in più del Torino. E allora il friulano si augura di vedere Lulic ancora a braccia alzate. Il bosniaco si è scatenato nel finale di campionato, diventando il centravanti mascherato della squadra biancoceleste. E’ un centrocampista box to box, come dicono in Inghilterra. Parte da dietro e arriva in porta. Non si ferma più, come ha dimostrato anche a Napoli. Ha una corsa prepotente, una progressione irresistibile, ecco perché da mezz’ala incide e rende molto di più che da esterno. Sulla fascia bastava raddoppiarlo, andava a sbattere sul terzino e perdeva l’istante per il cross. Da interno non lo tiene nessuno e si inserisce in area di rigore, guardando la porta, con una facilità impressionante. Crea occasioni, regala imprevedibilità. E’ questo il suo vero ruolo, lo stesso che Reja gli aveva trovato nella sua prima stagione italiana, quando aveva chiuso il campionato con 4 gol.
Non a caso l’eroe della Coppa Italia è esploso, mettendo in fila 4 reti nelle ultime 5 presenze. Aveva segnato a Cagliari, ha saltato il Genoa per squalifica, ha fatto centro con Parma, Sampdoria e Napoli, sempre piombando a sorpresa in area di rigore: 6 gol in campionato, nuovo record personale. Solo nel 2007/08, quando giocava nella serie B svizzera con il Bellinzona, aveva segnato di più, arrivando a quota 10. Se riuscisse a bucare anche il Toro, eguaglierebbe il primato laziale stabilito da Simone Inzaghi, che andò a segno per quattro giornate di fila nel Duemila, era la stagione dello scudetto di Eriksson. Sarebbe un bel modo per provare a trascinare la Lazio verso l’Europa League. Il 26 maggio dell’anno scorso il bosniaco si era rivelato l’uomo della provvidenza: senza quel gol nel derby con la Roma, Petkovic e Lotito non sarebbero entrati in Europa. Gli squilli di Lulic sono sempre pesantissimi.
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