Anch'io sono emiliano, ed anche io quarant'anni fa ero un bambino. Quando la Lazio vinse lo scudetto avevo 8 anni e dalle elementari alle medie ho sempre dovuto "giustificare" come mai tifassi Lazio.
Eh si, perche' la logica era: se sei di origine napoletane e tifi Napoli va bene, se sei di origini romane e tifi Lazio e (scusate!) Roma va bene, ma se sei emiliano e non tifi le canoniche Juve, Inter e Milan allora c'è qualcosa che non va, o quantomeno qualcosa di strano.
Agli stessi che mi facevano queste domande rispondevo sistematicamente: tu che per squadra tifi? Juve? E come mai non sei di Torino? E la citta' diventava Milano nel caso tifassero Inter e Milan.
Per inciso ho trovato una certa affinita' con questo mio tipo di difesa in una battuta del comico Paolo Rossi quando raccontava "Ieri mi ha chiamato il direttore della mia banca per avvisarmi che il mio conto era in rosso. Gli ho chiesto "E ieri?" ed il direttore "No ieri il suo conto non era in rosso" - "E io le ho rotto le balle ieri?
"
Poi con il tempo ed il calcio in TV invidiavo le tavolate con da una parte tutti quelli con la sciarpa rossonera e dall'altra quelli con la sciarpa nerazzurra, che potevano godersi la partita e farsi reciproci sfotto'.
Qui è quasi impossibile, o almeno io non ne sono a conoscenza, fare la stessa cosa con al collo una sciarpa della Lazio in occasione del derby.
Con le squadre strisciate si, ma non è la stessa cosa.
Ho quindi sempre invidiato chi tifava la Lazio da abitante di Roma (e dintorni).
Questo bellissimo post di Thom mi ha fatto pero' riflettere sul fatto che forse abitando lontano vivo il tifo più serenamente.
Magari in maniera meno coinvolgente, senza la full immersion nella capitale, ma probabilmente con meno ansia.