Lunedì, mentre un popolo impazzito invaderà le piazze di Madrid o i canali di Amsterdam per abbracciare gli eroi di ritorno dal Sudafrica, un'elite molto più ristretta e influente, si fregherà le mani consultando grafici, numeri, proiezioni.
Adidas vs Nike. La finale torna all'antico, dopo l'interregno coperto dal terzo incomodo, la Puma.
Nel 1998 (in Europa) ebbero la meglio i tedeschi, nel 2002 (in Asia) gli statunitensi, quest'anno si gioca in Sudafrica, quindi lontano dal vecchio continente come otto anni fa, ma anche come nel 1994 (vinse la Nike sulla nostra Diadora)... Per la cronaca, nel 1990 (in Europa) trionfò la Germania, in tutti i sensi.
Coincidenze? Chissà.
Vi invito, se ne avete voglia, a fare un giochino: recuperare i calendari e gli incroci degli ultimi mondiali e ridisegnare, a posteriori, un percorso al netto delle sorprese.
Scoprirete che: i sorteggi non sono guidati esclusivamente dall'influenza tecnica e politica delle nazionali e, magari, Blatter non ci premiò quattro anni fa non solo a causa degli scandali che devastavano il nostro calcio.
Per aiutarvi una schedina riassuntiva delle principali accoppiate nazionale-sponsor tecnico:
Brasile-Nike
Olanda-Nike
Portogallo-Nike
Argentina-Adidas
Germania-Adidas
Francia-Adidas
Spagna-Adidas
Italia-Puma e Diadora
