www.LaLazioSiamoNoi.itLAZIO STATISTICHE - Sembra passato un secolo da quando, in un Olimpico stracolmo, la Lazio superava in rimonta l'inter e andava all'assalto della prima posizione. Eppure si trattava della quinta giornata del girone di ritorno, esattamente come quella di ieri a Bologna. La differenza è abissale con la squadra di Inzaghi che è sembrata scarica e molle, ma soprattutto passiva. In poco più di dodici mesi molte cose sono cambiate con il covid che ha fermato il sogno biancoceleste e mischiato le carte in tavola. I capitolini sembrano i lontani parenti di quelli ammirati per due terzi del passato campionato. I numeri delle aquile sono impietosi con ben sette sconfitte subite in 24 gare disputate. Praticamente una gara persa ogni tre giocate. Con la partecipazione alla Champions ci si aspettava un calo, ma non un crollo così verticale. Questo non fa che aumentare i rimpianti visto che anche le altre continuano a balbettare e a vivere momenti neri. I punti di distacco rispetto allo scorso campionato sono 13, un'enormità. Per intenderci il Milan ha 17 lunghezze in più, il Napoli 10 (con una gara in meno), la Roma 5, mentre l'Inter è attualmente a -1, ma vincendo oggi potrebbe andare in positivo. Oltre ai biancocelesti l'unica in negativo è la Juventus a meno 11, ma che deve recuperare il match con i partenopei. Nessuna, quindi, è messa come i capitolini visto che anche l'Atalanta è a più uno. Vero che il ritmo di Lulic e compagni per trequarti della stagione è stato impressionante, ma tredici punti in meno sono un gap che una squadra con la rosa della Lazio non può e non deve permettersi.
ATTACCO SPUNTATO - La Lazio si piace troppo, tanto possesso palla sterile e conclusioni verso la porta che puntano più all'estetica che all'efficacia. Così le reti realizzate sono appena 38, mentre quelle subite ben 32. A questo punto della passata stagione, la Lazio aveva trovato la via della rete 55 volte. Ciro Immobile, che nella passata stagione ha eguagliato il record di Higuain, alla 24esima giornata aveva già segnato 26 reti, oggi è fermo a 14 ed è a secco da tre giornate. Se il bomber biancoceleste ha limitato i danni, dietro a lui c'è il vuoto se si pensa che Joaquin Correa, titolare inamovibile al suo fianco, ha segnato solo 2 gol contro i 7 firmati dodici mesi fa. Se non segna Ciro c'è il vuoto, con i soli Caicedo e Luis Alberto a limitare i danni. La Lazio non riesce a fare tanti gol e sembrano lontani le goleade che hanno caratterizzato l'era Inzaghi. In campionato i biancocelesti hanno fatto 4 reti solo una volta (contro il Torino) e in due match sono arrivati a 3 (con Roma e Atalanta). Per il resto successi di misura o al massimo con due centri all'attivo.
DIFESA DA BRIVIDI - Se Atene piange Sparta non ride e anche la difesa balla pericolosamente. L'insistere con la costruzione dal basso espone la retroguardia a pericoli continui e, almeno finora, porta più svantaggi che vantaggi. Trentadue reti incassate significa un preoccupante più 11 nella tabella rispetto allo stesso momento del campionato scorso. La stagione è stata chiusa con 42 gol al passivo e il rischio che questo numero venga ampiamente superato è fortissimo. Gli infortuni di Luiz Felipe e Radu, le incertezze di Patric e Hoedt, ma anche il calo di uno dei leader come Acerbi sono sicuramente alcune delle motivazioni di queste statistiche. La mancata copertura e filtro da parte del centrocampo, con Lucas Leiva assolutamente sottotono, è un'aggravante pesante. Adesso è momento di fare quadrato e ripartire con Inzaghi che dovrà studiare le contromisure e provare a invertire la tendenza. Il distacco dalla zona Champions non è insanabile se la Lazio ritrova se stessa o almeno quella di inizio 2021 in cui aveva inanellato sette vittorie consecutive. Ulteriori passi falsi non sono ammessi e contemplati, i bonus del passato sono esauriti.
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