Eccomi di nuovo, che faccio ciao, un po’ come la canzone dei Rokes di tanti anni fa, anzi quella diceva “
Eccola di nuovo che mi fa ciao”.
Gli è che sono reduce da un infortunio che mi ha un po’ infelicitato l’estate, da una caduta scema di prima mattina mi sono procurata una frattura alla rotula di una zampa ed una al gomito di un braccio; stavo andando in Cassazione, e come ormai perfino Berlusconi sa, andare in Cassazione può fare malissimo. Il tutto con disagi annessi e connessi, ivi compresa la forzata convivenza insopportabile con una pseudo-badante, brutta, vecchia, idiota e pure scorretta, cosa che è stata quanto di più intollerabile avessi mai provato nella mia vita.
Ma sono sopravvissuta. E così, come dicevo, eccomi di nuovo. A prendere i miei consueti appunti sparsi sulla partita della Nostra.
Domenica ombrosetta, climaticamente parlando. Seguo un po’ il pre-partita di Lazio Channel, poi mi sintonizzo per vedere la partita.
Marchetti del mio cuore, così come s'è approntato, mi ricorda quando, da ragazzetta, dovevo tornare a scuola dopo l’influenza, che non m’ero potuta lavare ed aggiustare i capelli come avrei voluto, e così mi schiaffavo in testa fasce, cerchietti, ferrettini, pur di non far vedere il capello non shampato di fresco.
Intanto che rifletto e mi lascio andare a ricordi adolescenziali, Ederson fa una cosa straordinaria, un recupero da equilibrista o se volete da acrobata, e così Candreva segna.
Evvai!
Uno a Zero!
Il Chievo ha le maglie neroverde degli stessi colori del Chieti, cosa che so per puro caso perché mia Mamma era di Chieti, ma era comunque grande tifosa della Lazio, che del Chieti non le caleva alcunchè.
Primo piano di Giorgio Chinaglia Junior, occhi azzurri che in qualche modo, bello, mi emozionano.
Biava si fa male e così esce ed entra Ciani.
Entrano i tifosi della curva nord, si vede che avevano trovato traffico. Spiace per loro, si sono persi il primo (spero) dei goal.
Tra i Clivensi c’è un francese, tal Dramè, che basta che lo guardi con appena un po' più di attenzione che cade.
Angolo per il Chievo, Chilobatte ha un tatuaggio sull’avambraccio di un faccino di un bambino, ennesima testimonianza dell’idiozia così diffusa tra taluni. Troppo spesso.
Fuori piove, come direbbero gli Anonima Sound.
Non solo sul mio balconcino, anche sull’Olimpico.
Un cross arriva ad Ederson ma il portiere clivense para.
Il Chievo sta diventando insistente, troppo. Ciani salva e manda in angolo. Ed ancora.
Il co-sky “
La Lazio non vince col Chievo in casa dal 2003”, un vaffa scaramantico mi parte spontaneo.
Miro Klose si cucca un giallo per un fallo da evidente entusiasmo ed eccesso di zelo.
Cavanda sta un po’ confuso, sta giocando sulla sinistra e non come gli sarebbe più consono sulla destra. Di sicuro non è per colpa dei suoi capelli alla Scaramacai – quello che quando ero piccola cantava “
mi sun Scaramacai, combino sempre guai” –
Marchetti fa buone parate, il Chievo continua rimediare calci d’angolo.
Questi clivensi hanno sulle magliette i nomi scritti con caratteri in “gotico”. Altro che atmosfera da pandoro natalizio, sono inquietanti mica poco – oltre che poco leggibili – comincio a temere che da un momento all’altro arrivi Il Corvo e faccia una strage. Che' mica lo so se Olympia è sufficientemente battagliera.
Finalmente avviene uno scambio di posti, un po’ come nei balli che vediamo nei film in costume, insomma Cavanda passa sulla fascia destra e torna lucido. Tanto lucido da fare un primo bell’assist, e poi addirittura da, udite udite, buttarla dentro!
Evvai!
Due a Zero!
Manco faccio in tempo a pensare tra me e me che avrei voglia di un caffè, che… Lulic!
Tre a Zero!!!
Azioncelle varie, ma niente di che.
Fine primo tempo.
Metto su il tanto sospirato caffè.
Mini intervista a Cavanda: “
mi trovo meglio a destra, dedico il mio primo goal in carriera a mia madre che mi ha sopportato”. Giuro, ha detto “sopportato”, non “supportato”.
Esco sul balconcino. Pioviccica.
Secondo tempo
Azione avversaria.
A seguire svariate azioni nostre.
Klose ci prova più volte in scivolata.
Candreva ad Ederson, e poi di nuovo Candreva ad Ederson.
A terra Ciani, che i co-sky chiamano “il gigante francese”.
Che, poi, a me, i Francesi stanno in genere poco simpatici, a parte, appunto, Ciani, Pironi, e quelli dei pochi film francesi che mi sono piaciuti, come Tre uomini e una culla, Quasi amici, o Cena fra Amici, o Le Donne del Quinto piano.
Esce Rodavadovich – chiedo viena se gli storpio il nome, colpa dei caratteri gotici – entra Pellissier. Speriamo non segni sennò chi se lo sente Guido De Angelis che lo avrebbe voluto alla Lazio già anni fa. Io no di sicuro, in ogni caso.
Il co-sky sempre più entusiasta di Lulic ed Onazi. Io pure, che ve lo dico a fa.
Pallonetto di Candry all’incrocio dei pali, roba che se invece entrava dentro veniva giù lo stadio.
Tirissimo in porta di Ledesma fuori di pochissimo.
Altra bella azione dei Nostri.
Errore una tantum di Fedemarchetti, ma in difesa non c’è solo lui.
E’ ufficiale: Ederson è un Grande!
Lulic corre corre corre ma il portiere avversario para.
E para pure su un tiro al volo di Klose.
Accenno di reazione del Chievo ma la Nostra difesa funziona.
Ancora, scatto e scivolata di Miro, ma no. Uffa.
Konko si libera di due avversari ed Onazi va avanti fino all’area, ma il portiere clivense para.
Il co-sky: “
il Chievo è sotto di tre goal con una squadra fortissima come la Lazio”.Esce Ederson ed entra Gonzy.
Tirissimo in porta di Candreva alto di poco.
Fuori pioviccica. Anzi, piove proprio.
Fede fa qualche buona parata e perfino Cana intercetta bene.
Il co-sky: “
Candreva ha giocato anche con la Juve, ma qui con la Lazio si è rivelato davvero” . Per forza. Qui c'è un'altra aria. Altri colori.
Esce Klose, entra Keità. No, non è vero, cioè non subito, perché Cavanda è a terra, Sardo ha litigato con Candreva, insomma non s’è capito. Comunque alla fine sta sostituzione avviene.
Poco altro da riferire.
Finita!
Amo vinto! Manco il gotico tristanzuolo ci ha sconfitto!
Perché siamo belli!
Forza Lazio mia Bella!