Autore Topic: Intervista a De Martino su Globalist  (Letto 2461 volte)

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Offline Er Matador

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #40 : Sabato 24 Agosto 2013, 13:17:20 »
Attenzione, non volevo sminuire il tuo intervento ipotizzando che la tua visione - come non condividerla? Poche righe di puro civismo, queste tue ultime che quoto - sia ingenua.

Ingenuo, sempre con tutto il rispetto, è continuare ad affermare che manifestazioni razziste allo stadio - come i cori che ricordano il verso della scimmia indirizzati a giocatori di colore - messe in atto da alcune centinaia o migliaia di persone in mezzo ad almeno 10-15 mila occupanti di Curva e Distinti siano chiaramente individuabili e in ragione di ciò potenzialmente perseguibili.

Banalmente... Se mi copro la bocca con la sciarpa e urlo qualcosa c'è a tuo avviso modo - anche a patto di avere una ripresa video che mi individua chiaramente - di provare in sede giudiziale che stavo inequivocabilmente facendo il verso della scimmia? Vogliamo forse precipitare il nostro Paese - che Stato di diritto lo è, spesso, solo in teoria - in un clima da regimi totalitari, dove basterebbe coprirsi la bocca con la sciarpa o finire proprio malgrado vicini a qualcuno che urla cori razzisti per incorrere in potenziali condanne penali?

E poi, mi e vi chiedo: chi dovrebbe/potrebbe sanzionare tizio o caio (anonimo, senza precedenti e incensurato) che allo stadio, in Curva, non staziona al posto indicato dal suo biglietto nominativo e si produce in manifestazioni razziste?
O lo si arresta in flagranza di reato (assurdo: mica puoi militarizzare la curva con 5000 esponenti delle FdO pronti a sanzionare potenziali reati) o non c'è modo di inviduarlo. Non trovi?
Pressoché inattaccabile da un punto di vista razionale, senza dubbio.
Eppure rimango convinto che qualche breccia possa essere rintracciata, anche in un quadro ostile a un'iniziativa giudiziaria "tradizionale":


1) non tutti sono così smaliziati da coprirsi la bocca con la sciarpa o rendersi altrimenti meno identificabili: in alcuni casi, la flagranza di reato è così consistente da poter essere rilevata a favore di telecamera.
Trascinare davanti a un giudice almeno i più incauti, con la Lazio parte civile nei loro confronti per i danni - questi facilmente documentabili in tale sede, credo -, porterebbe a una serie di risultati:

a) creare un precedente giuridico in materia

b) Erodere la compattezza del fronte avversario: lorsignori difenderebbero il sodale in difficoltà? O inizierebbero a considerarlo come un fesso che si è fatto prendere con le mani nel sacco, danneggiando il resto della truppa?

c) Sondare gli umori della tifoseria tutta di fronte a qualcosa di diverso da un generico pronunciamento di opinione.
Rimango fermamente convinto che al 99,99% dei laziali non passi neanche per la testa di ululare all'indirizzo di un avversario di colore: ma quanti approverebbero a pieno titolo un passo del genere? E quanti si limiterebbero a languire in un sostanziale "né con Lotito, né con gli i-erre-erre"?
In fondo, intendiamo partire per una battaglia a favore della Lazio ma anche della parte sana della sua tifoseria: credo che un'occhiata alle proprie spalle, e alle proprie truppe, sia quanto di più avveduto prima di gettarsi nella pugna

d) Alzare il livello dello scontro con la curva. Può sembrare una controindicazione, non ne dubito: ma lo ritengo anche l'unico modo per far emergere certe componenti paracriminali dall'humus semisommerso di cui hanno bisogno per sopravvivere

e) Risollevare la società da un'inazione e una mancanza di incisività che ne stanno opacizzando la credibilità su questo fronte


2) Altra ipotesi di accesso alle vie legali. Se ho ben capito, il rapporto fra società e tifo organizzato viene tenuto contattando fisicamente alcuni rappresentanti della curva: i quali, si presume, gestiscono a comando anche certe manifestazioni a seconda della convenienza del momento.
E se la società trascinasse questi signori, identificabili per nome e cognome, davanti a un giudice?
Difficilmente otterrebbe ragione, poiché i legami fiduciari che collegano questi soggetti ai reati - il rapporto società-capi tifosi, il rapporto capi tifosi-affiliati al loro gruppo - risultano difficilmente documentabili e rimarrebbero comunque inapprezzabili, in quanto non codificati dal diritto convenzionale.
Ma proviamo a immaginare l'impatto di un'iniziativa del genere?
Sul piano mediatico, bucherebbe il video e la pagina di giornale un po' più delle dissociazioni di rito da certi comportamenti.
Sul piano fattuale, otterrebbe - anche a causa giuridicamente persa, lo ribadisco - il risultato più urgente: quello di tirare un sasso nella vetrata di una situazione di stallo che ci sta lentamente strangolando.
La tregua, mi sembra ormai chiaro, non lavora per gli interessi della Lazio


Quanto alle istituzioni, non ho altro da aggiungere alla perfetta e tristissima sintesi di Fabio70rm

pensi che le istituzioni in questo momento ti darebbero retta? La verità è che per lo Stato gli stadi sono sfogatoi...che paghino la Lazio e tutte le società come valvola di sfogo delle frange estreme, anzichè ritrovarsele per strada a marciare in manifestazioni spaccatutto...anche perchè portano voti eh...


A parte, ti chiederei un approfondimento su questo concetto, a mio avviso fondamentale nel dibattito in corso

i rappresentanti del tifo organizzato, che anzi sono degli stakeholder (detentori di interessi)

Offline fish_mark

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #41 : Sabato 24 Agosto 2013, 13:28:31 »
Giuste le parole di de martino tempestiva la reazione della società ma insufficiente comunque se queste iniziative si  adottano in corrispondenza di provvedimenti di squalifica il che fa pensare che non si è presa coscienza della.serietà e gravità del problema.
Serve altro molto altro
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Offline Fabio70rm

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #42 : Domenica 25 Agosto 2013, 15:17:23 »
Dunque con ordine.

Rispondo a F_K: per me il problema va colto alla radice.

Nel senso, tu paventi mezzi in atto che potrebbero rendere difficoltoso l'identificazione del celebrorazzista, tipo mettersi una sciarpa in bocca.

Beh, prendi duemila armadi, del nord italia, magari che del calcio non gliene frega nulla, li metti uno ogni dieci persone, li rendi giuridicamente simili a poliziotti o vigilanti; al primo accenno di problemi l'armadio identifica il deficiente o i deficienti, raduna i compagni, e in duemila lo/li prendono di peso e li portano nella stazione di polizia dentro lo stadio: processo per direttissima, flagranza di reato, rinvio a giudizio per manifestazioni razziste. Presente un delegato della società che si costituisce per essa parte civile, chiedendo anche i danni d'immagine e morali.

Per disabitato:

Creare dei mini settori, per renderli più controllabili, significherebbe solamente spargere il problema e accrescerlo. Se i buatori, anzichè concentrati in alcuni settori, li sparpagli dappertutto, avrai il problema degli emuli....e maggiore difficoltà ad identificarli. Un conto è controllare un settore, un altro sei o sette...

Per El Matador:

Lo Stato ha deciso, purtroppo di creare degli sfogatoi negli stadi, rendendoli zone franche.

Allora, se permetti, io società, se tutto è lecito, mi tutelo per non rimetterci!!!

In definitiva auspico una soluzione per uscirne; soluzione che in primis passa nella rottura della Lazio con certa gentaglia, altro che terzo tempo!!!
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

CP 4.0

Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #43 : Domenica 25 Agosto 2013, 15:46:20 »
Vorrei solo far notare che in UK non hanno creato una special force di armadi per sedare il problema hooligans ma semplicemente usato la mano dura. Lo stato, non le società.

Anche con coloro che si coprivano la faccia, i quali venivano seguiti con le telecamere finché non se la scoprivano, usando il resto del vestiario come mezzo di  identificazione.

E qualora non fosse stato possibile il fermo e la denuncia sul posto, li si metteva come obiettivi di una qualche retata mattutina dopo aver accumulato altre prove.

Come fatto nel 1987 come da articolo che ho postato sull'altro topic a riguardo.

Ma sempre lo stato in primis, senza aspettare le società che semplicemente seguivano le disposizioni emanate dagli enti preposti.

Offline disabitato

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #44 : Lunedì 26 Agosto 2013, 11:09:59 »
Infatti evidentemente allo stato va bene così.. Tanto si rifanno sulla pelle delle società.
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