Ho letto alcune cose nel topic su Mauri che da qualche giorno mi stuzzicano a riguardo dell'amicizia e del modo di rapportarsi agli amici. Mi piacerebbe parlarne uscendo però dal contesto Lazio e Mauri/Zamperini o Miccoli/mafia.
Alcuni colpevolizzano chi ha amici "poco raccomandabili" mentre a me viene spontaneo pensare che non si può avere responsabilità se si è amici di qualcuno che fa delle cattive azioni. Di più: non smetto di voler bene ad un amico anche se fa delle cose che vanno contro i miei principi e la legge.
Però mi son chiesto: continueresti ad essere amico di un assassino?
Non lo so, questa domanda mi lacera. In realtà potrei rispondere solo se mi si presentasse realmente la situazione.
Ecco, per fortuna non mi è mai capitato nulla di paragonabile, tuttavia ho tra i miei amici (anche più cari) qualcuno che si è macchiato di "colpe" che io per primo condanno decisamente. E sono inflessibile (a maggior ragione se si tratta di una persona cui sono vicino) nel condannare apertamente il comportamento che ritengo sbagliato, ma non ho mai allontanato un amico per questo. O smesso di volergli bene.
E allora mi chiedo come funziona l'amicizia, cos'è che ti fa essere amico ad una persona che, se non conoscessi bene, potresti anche disprezzare? Cosa rende quegli uomini scorretti ed opportunisti, degli amici leali e generosi che darebbero tutto per te? Come si può finire per voler bene addirittura ad un romanista?