La storia di Tommaso Maestrelli e della sua Lazio, ormai epica, andrà in scena al Teatro Ghione a inizio ottobre. Per due settimane, il dramma in un atto unico, “Tommaso Maestrelli, l’ultima partita”, un’opera di Giorgio Serafini Prosperi, Pino Galeotti e Roberto BastanzaLa notizia nelle prime righe. Tommaso Maestrelli, la prossima stagione, sarà in teatro. La storia di Tommaso Maestrelli e di quella Lazio, ormai epica, aprirà i battenti del Teatro Ghione a inizio ottobre. In scena per due settimane, il dramma in un atto unico, “Tommaso Maestrelli, l’ultima partita”, un’opera di Giorgio Serafini Prosperi, di Pino Galeotti e del sottoscritto, realizzata in collaborazione con Lazialità. E’ un grande onore poterlo annunciare con largo anticipo, ma tanta è stata ed è la passione nostra di autori, e di chi ha accettato di sostenere l’idea, che finalmente lo possiamo comunicare: la nostra Lazio, quella forse più amata, rivivrà sulle tavole del palcoscenico del teatro Ghione.
La vera novità è proprio questa. Tante volte è stata raccontata la vicenda biancoceleste di quegli anni, sui giornali, in televisione, attraverso libri interessantissimi. Nessuno aveva pensato al teatro (tantomeno al cinema: noi ci proponiamo, comunque!), si tratta di un primo esperimento. Di certo, quando per motivi professionali ho incrociato i destini di Giorgio Serafini Prosperi (autore e regista teatrale) e di Pino Galeotti (regista Rai), laziali come me, non avrei creduto che saremmo arrivati a tanto. Ma la vita ti sorprende sempre, quando si è nelle condizioni di farsi sorprendere: al grande amore per la Lazio abbiamo sommato quello per il teatro e, dalla primavera di due anni fa, abbiamo cominciato a ragionare su una pièce che convogliasse tutti i nostri interessi in un solo testo. Volevamo parlare di qualcuno di carismatico, rappresentativo, di qualcuno che sintetizzasse i caratteri della lazialità e andasse oltre lo stereotipo dell’uomo di calcio. Volevamo raccontare prima di tutto un’esperienza umana. Volevamo raccontare la vita di Tommaso Maestrelli. E con lui la parabola dei suoi ragazzi. A molti di questi dobbiamo aneddoti e curiosità sul tecnico toscano, raccontatici nelle interviste che ci hanno concesso in questo tempo lungo. Così come siamo grati a Mario Pennacchia e Franco Recanatesi, per i testi da cui abbiamo attinto e per la disponibilità nell’aprire il loro personale libro dei ricordi. Un grazie speciale va al figlio del grande Tommaso, Massimo, che ha abbracciato la nostra idea, seguendo la genesi del testo e approvandolo in toto, alla fine. E a Letizia Ziaco, la figlia del medico sociale di quella squadra, altro protagonista in scena. Già, i protagonisti: ovviamente Tommaso Maestrelli, poi sua moglie Lina, il dottor Ziaco e infine Giorgio Chinaglia con Luciano Re Cecconi. Non potevamo mettere sul palco tutta la squadra, ma nella scelta dei ruoli abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera di quella ‘banda’, nata agli inizi degli anni settanta e dissoltasi nel giro di pochi mesi, dopo la morte del ‘Maestro’. Perché “Tommaso Maestrelli, l’ultima partita”? Perché in scena la narrazione partirà dalle avvisaglie della malattia che colpì l’allenatore biancoceleste e si snoderà, in un gioco di andate e ritorni, sino a raccontare i passaggi più importanti alla guida della Lazio ma anche a ripercorrere le vicende personali, precedenti all’esperienza capitolina (la gioventù, la guerra, la carriera da calciatore, ecc.). Ma il fil rouge sarà rappresentato dalla battaglia del protagonista contro il male sino all’ultima panchina, a Como, il giorno della salvezza e dell’addio. L’ultima partita, appunto. Nei prossimi mesi, sempre su Lazialità, vi racconteremo altri particolari del testo, sveleremo la composizione del cast, daremo ulteriori spunti, intanto vi ringraziamo e… ci vediamo in teatro!
Fonte: Lazialità
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