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MILANO La Lazio sbanca San Siro e ritrova la via dell’Europa che fino a due settimane fa sembrava definitivamente smarrita.
Una prestazione attenta, poco spettacolare, ma di estrema sostanza. Petkovic chiedeva ai suoi di essere cinici, la squadra ha risposto, sfruttando al meglio le occasioni che le sono capitate in mezzo al dominio territoriale di un’Inter incerottata e orgogliosa, che ha creato gioco e occasioni, ma ha trovato un Marchetti super. Floccari, Hernanes (su rigore) e Onazi, con un bolide dai trenta metri, le firme del successo del Meazza (Alvarez segna il momentaneo pari e sbaglia un rigore sul due a uno per la Lazio) che, come tanti altri stadi, ha ospitato i fischi al minuto di silenzio dedicato alla scomparsa di Giulio Andreotti. La Lazio torna a vincere in trasferta dopo quattro mesi e mezzo (l’ultima a Genova con la Sampdoria, lo scorso 22 dicembre) e a San Siro con l’Inter da ottobre del 1998. Adesso è sesta a pari punti con la Roma (ma in vantaggio per gli scontri diretti) e a due dall’Udinese, che vincendo a Palermo resta quinta e tra le prime candidate per un posto in Europa League, insieme ovviamente alla Fiorentina, che è quarta e spera poco in un posto in Champions. Ma ciò che più conta adesso è che la squadra si è ritrovata dopo mesi di grigiore e di astinenza da punti e gol. Domenica la Lazio riceve in casa la Sampdoria e chiuderà il campionato sul neutro di Trieste contro il Cagliari. Sperare di salire ancora in classifica è lecito. Anzi obbligatorio. Il finale di campionato diventa più dolce, in attesa dell’ultimo atto della Coppa Italia contro la Roma.
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