In tante serate etiliche abbiamo ragionato, con Robertone, Piersi, Trilussa, dello "spirito" di quella che allora era Lazionet. In tredici anni abbiamo incontrato tantissima gente che quello spirito lo incarna alla stragrande. E' un modo di essere della Lazio, una sintonia biancoceleste, qualcosa che è difficile descrivere e che ci ha fatto riconoscere come fratelli. Niente, solo un modo di vivere la squadra, la partita, i protagonisti. Dentro. C'è tanta gente dentro biancocelesti e fuori che vorrei abbracciare, in nome di questa sintonia. Esiste un modo di vivere la Lazio che ci accomuna. Non è l'unico, non ha più dignità degli altri, ma è il nostro modo. Il nostro "farò quel che potrò". E quindi dedico questo trionfo ai miei compagni di fede più vicini e affini: oltre a quelli che stanno fissi qui dentro, che sono tanti e che voglio siano rappresentati idealmente da Boks, da NoSurr, da Mago Merlino, da Benvolio e da Cuchillo, vorrei estendere l'abbraccio ad A./Ib, a S./V., a G./Barra, a G./Bianchina, a M./Parione, a A./Alfa, a C./Tarallo, a G./Ejak, a A./Zack, a G./Sigurd, a M./Boccia, a R./Dusk, a R./Pikkio, a G./Pergianluca. I miei punti di riferimento laziali, con cui nel tempo ho più condiviso la visione biancoceleste. Nella descrizione si riconosceranno altri che non ho citato, chiedo scusa per averli dimenticati. Ma sanno già che sto parlando anche di loro.
Sempre Forza Lazio, ragazzi. In alto i Quori. E' una gioia che ci meritiamo.