Aggiungo una riflessione a margine, sarei curiosa di sapere l'opinione di Frigo e degli altri figli degli anni '80 che scrivono qui (Joe dove sei??): per me il Mondiali del 1982, che non ho vissuto, sono il mondiale. Sono avvolti da un'aura di mito che quelli del 2006 semplicemente non hanno.
Mi chiedo se sia una mia esclusiva o no...
Carissima Karmilla ti scrive un figlio degli anni 80, un titolo, sempre più spesso un'accusa, che mi viene rinfacciato di continuo. Segno che il tempo sta passando anche per me, visto che parliamo di un decennio che è ormai passato da una trentina d'anni.
Giusto così, perché si vive il presente.
Io ho provato a raccontare cosa provai quel pomeriggio di quell'Italia Brasile. Un racconto che ti può fare chiunque al posto mio ebbe la fortuna di assistere a quello spettacolo. Ma la leggenda copre quegli eventi è qualcosa che matura con il tempo, come una tela che si tesse giorno per giorno e avvolge eventi passati con un velo che gli conferisce maggior fascino. E questo vale sia per gli eventi felici come quello che per eventi meno felici, come possono essere anche fatti di cronaca nera.
Tu non hai vissuto quel mondiale se non nel racconto che ti sono stati fatti. Io sono cresciuto con il mito di Italia-Germania 4-3, mondiale 1970, quando ero un ragazzino, poco meno di 3 anni e mio padre mi diceva che l'avevamo vista "insieme" di notte. La cosa mi faceva volare con la fantasia, anche se ovviamente non potevo ricordare niente di niente.
In realtà, si trattò di una partita noiosa, giocata con un ritmo a passo d'uomo e ci credo bene: provate a giocare a ritmo serrato a 4000 metri di altezza a mezzogiorno di una giornata estiva in Messico. Una partita, che poi nei supplementari esplose con altri 5 goal uno dietro l'altro, dove riuscimmo a piegare i tedeschi che proprio non ne volevano sapere.
Fu un risultato incredibile, per il modo in cui maturò e per l'esito ovviamente felice. Una partita talmente epica che viene ricordata nello stadio Azteca con una targa commemorativa e poi celebrata in una quantità inestimabile nel numero di libri e film. Si tratta della stessa stessa partita leggendaria che fu poi seguita da una finalissima dove dopo un primo tempo tutto sommato dignitoso sbracammo e prendemmo l'imbarcata con il Brasile di O'rey, Pelè, Carlos Alberto e Rivelino. E tutto si concluse - con un finale da commedia - con una squadra vicecampione del mondo accolta a Fiumicino a pomodorate.
Quindi il "mondiale" probabilmente non esiste. Esiste il suo racconto. E di questi ce ne sono tanti. Quello del 1982 fu davvero unico, per l'esito e poi per i riverberi storici, addirittura. Il mondiale del 2006 maturò in condizioni anche simili (Calciopoli, pressioni sulla squadra e i giocatori), ma non fu un qualcosa di totalmente inaspettato, visto che i giocatori erano tutti abituati a vincere a grandi livelli. E poi io avevo 40 anni e certe cose le si apprezza meno a una certa età.
Bisogna vincere da ragazzi: 15 massimo 20 anni; poi si ha altro a cui pensare. Ma questo è un altro discorso.