Autore Topic: I conti di Cragnotti  (Letto 2246 volte)

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I conti di Cragnotti
« : Martedì 19 Marzo 2013, 10:09:12 »
Tra le leggende metropolitane che girnao cui siti laziali ce n'è una dura a morire: che i debiti li abbiano fatti Baraldi e Masoni. O che il grosso del debito venga da quella gestione.
Non è così.
Vediamo cosa scriveva Repubblica una dozzina d'anni fa.
Da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/11/14/cragnottiaddio-eldorado-ridotto-il-monte-stipendi.html

Archivio > La Repubblica > 2001 > 11 > 14 > Cragnotti:addio Eldorado ...

Cragnotti:addio Eldorado Ridotto il monte-stipendi

L' ELDORADO Lazio chiude i battenti. Basta con ingaggi e spese folli, Cragnotti cambia strategia. Lo ufficializza il Consiglio d' Amministrazione della società, che ieri ha deciso l' introduzione del "salary cap" a partire dal 1 luglio 2002. Nella prossima stagione, il monte stipendi sarà ridotto a 150 miliardi lordi, dagli attuali 210 (il taglio sfiora il 30 per cento). E la rosa di prima squadra passerà da 28 a 25 elementi. Cragnotti fissa i tetti, quindi, seguendo anche l' orientamento della Lega. La nuova politica era stata in qualche modo anticipata dal presidente della Lazio nell' ultima assemblea degli azionisti: per fronteggiare il divario sempre più rilevante tra costi e ricavi, bisogna ridurre le spese. Partendo dagli ingaggi dei giocatori. Il monte stipendi è quasi raddoppiato rispetto al 1999 (130 miliardi), e quasi triplicato rispetto al 1997 (80 miliardi). Attualmente, ben sei calciatori sono oltre il muro dei cinque miliardi netti a stagione (Crespo, Nesta, Mendieta, Lopez, Inzaghi, De la Pena), possibile che a qualcuno sia chiesto di ridiscutere il contratto. Decisamente meno probabile che l' iniziativa nasca dai giocatori. Solo tre i contratti in scadenza a giugno: De la Pena (ingaggio lordo di 10 miliardi, quindi già un considerevole risparmio in vista), Poborsky e Marchegiani. Gli altri hanno accordi di lunga durata. Quindi la Lazio ha due strade percorribili per non superare il tetto di 150 miliardi lordi: cedere a giugno due big (a rischio Mendieta e uno tra Nesta e Crespo), oppure cedere un big e quattro o cinque uomini dallo stipendio comunque rilevante. Qualche nome? Kovacevic (in Spagna forse già a gennaio), Mihajlovic (era destinato in prestito alla Fiorentina, ma il club viola è in crisi nera), Claudio Lopez, Pancaro, Dino Baggio. Di sicuro, il mercato della Lazio sarà fortemente condizionato dal "salary cap". La nuova strategia punterà su giovani, italiani e stranieri, ma comunque di alto livello. E i contratti dei giocatori che verranno saranno più lunghi e (molto) meno ricchi. Un' inversione di tendenza che però non riduce le ambizioni della squadra. «E' una scelta necessaria proprio per evitare il ridimensionamento. La Lazio sarà sempre competitiva», assicura Cragnotti. Il Cda ha anche approvato i conti al 30 settembre 2001, con proventi di 110 miliardi per le cessioni di Nedved e Salas.


Leggendo queste cifre, ricordate che in 12 anni c'è stata un'inflazione di almeno il 20%, e mi sto tenendo basso. Quindi i 210 miliardi di lire, ovvero 110 milioni di euro, vanno considerati come almeno 130 milioni attuali.

Se Cragnotti firma contratti che trasportano sulle gestioni successive i costi di gestione, chi arriva dopo non può farci niente.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #1 : Martedì 19 Marzo 2013, 10:10:20 »
Da http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/economia/cirio2/fondilazio/fondilazio.html

Il club biancoceleste aveva vinto il campionato 1999-2000

Cragnotti utilizzò soldi della Holding e della Finanziaria

I pm: "Premi scudetto Lazio pagati con fondi distratti da Cirio"
I magistrati: potrebbero essere ascoltati anche i giocatori
Nel mirino gli scambi di calciatori tra Lazio e Parma
 
ROMA - Per pagare i premi per lo scudetto vinto nel 2000 dalla Lazio ai giocatori, furono distratti fondi delle società del gruppo Cirio, e in particolare dalla Cirio Holding e da Cirio Finanziaria. E' quanto emerso - secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari - nell'ambito dell'inchiesta sul crac del gruppo che faceva capo al finanziere romano Sergio Cragnotti.

Nei mesi scorsi il pool dei magistrati romani - il procuratore aggiunto Achille Toro e i pm, Rodolfo Sabelli, Gustavo de Marinis e Tiziana Cugini - disposero il sequestro di tutte le carte ritenute interessanti delle società del gruppo e della società sportiva Lazio Calcio. I documenti sono stati esaminati nelle scorse settimane dagli esperti della Guardia di Finanza che, successivamente, hanno consegnato un rapporto ai magistrati.

Proprio questa mattina si è svolto un vertice alla Procura di Roma per discutere delle strategie da adottare nell'inchiesta sulle presunte irregolarità dei bilanci delle società sportive e la guardia di Finanza che compie materialmente le indagini.

Il prossimo passo del filone dell'inchiesta sul crac Cirio che si sta occupando di calcio potrebbe essere quello del calciomercato, e in particolare anche del passaggio di giocatori tra la Lazio di Sergio Cragnotti e il Parma Calcio nel periodo in cui il club parmigiano era in mano alla famiglia Tanzi. L'ipotesi si inizia a prospettare in ambienti giudiziari dove non si esclude anche la possibilità che, a breve, siano sentiti dalla procura singoli giocatori.
(1 marzo 2004)
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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #2 : Martedì 19 Marzo 2013, 10:11:43 »
Quindi, giustamente

25 settembre 2005

Cirio chiede indietro i premi scudetto 2000 (Gazzetta.it)
 
L’ombra della Cirio torna ad allungarsi sulla Lazio. Non su quella attuale, guidata da Claudio Lotito, ma su quella vincente (e indebitata) di Sergio Cragnotti. La Cirio Holding (oggi in amministrazione controllata e fino al 2002 guidata dallo stesso Cragnotti) ha infatti citato a giudizio 14 ex calciatori biancocelesti per ottenere la restituzione dei premi-scudetto del 2000 che, secondo l’accusa, sarebbe stati pagati con fondi della Cirio Holding anziché della Lazio.

I calciatori (l’unico ancora alla Lazio è Simone Inzaghi, che è stato già ascoltato dai giudici) tramite i loro legali ritengono infondata la richiesta, invocando la loro buona fede e sostenendo che non è possibile dimostrare che quei soldi (600 milioni di vecchie lire a testa per un totale di 8,4miliardi) provenissero dalla Cirio Holding, che oltretutto all’epoca di Cragnotti era anche il maggior azionista della Lazio.



Preso da http://www.lazio.net/news/2005/09/25/cirio-chiede-indietro-i-premi-scudetto-2000-gazzettait/
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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #3 : Martedì 19 Marzo 2013, 10:11:59 »

Se Cragnotti firma contratti che trasportano sulle gestioni successive i costi di gestione, chi arriva dopo non può farci niente.

E' vero che i contratti vanno onorati, ma i pesi e i costi, se non più sostenibili, vanno "spostati" su altri soggetti.

E' ciò che fece in qualche maniera anche il nostro attuale presidente. Ciò che non fu fatto nel biennio bancario.

In questa maniera si fanno i risanamenti.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #4 : Martedì 19 Marzo 2013, 10:16:11 »
Da http://www.ju29ro.com/archivi/articoli/altri-scandali/34-altri-scandali/84-lazio-lera-cragnotti-borsa-scudetto-e-sciagure.html


Lazio: L'era Cragnotti: Borsa, Scudetto e Sciagure

Dr.Zoidberg    Venerdì 11 Maggio 2007 01:57

.....

Una situazione disastrosa che si riflette in queste cifre: al 31 marzo 2002 (data ultima per la presentazione dei requisiti d’accesso alle coppe europee) la Lazio è indebitata per 283,76 milioni mentre al 30 giugno, alla chiusura del bilancio d’esercizio per le società di calcio, la cifra sale a 321,44 milioni. In questo modo non viene rispettato il parametro per l’iscrizione al campionato, il quale richiede che il rapporto tra ricavi e indebitamento non possa essere inferiore a tre (in sintesi, se mi indebito di 10 devo aver incassato almeno 30).
Come ha potuto la Lazio iscriversi ai campionati? La risposta è una sola: “finanza creativa” o, per dirla con Giraudo, “doping amministrativo”. Cragnotti nel 2002 si serve a piene mani di fidejussioni e finanziamenti, fino a toccare l’abnorme cifra di 267 milioni di euro. Ma la cosa divertente è che il 95% di quelle fidejussioni vengono garantite praticamente dalla Lazio stessa: 38,48 milioni di finanziamenti e 100,72 di fidejussioni provengono da Cirio Holding e Cirio Finanziaria mentre 119,16 milioni da Cragnotti in persona! Solo 8,63 milioni vengono garantiti da istituti assicurativi reali (Ina Assitalia e Credito Emiliano). In poche parole, la Lazio riesce a coprire quasi tutto il debito grazie a garanzie rilasciate dalle sue stesse società controllanti che, tanto per restare in tema, non hanno più una lira in cassa. Per sistemare i restanti milioni di passivo, il presidente biancoceleste escogita due colpi di genio: afferma di voler iniziare un piano industriale di rilancio che porterà a generare degli utili (al quale ovviamente non crede nessuno) e iscrive a bilancio un credito anticipato con le imposte di 36,80 milioni (in pratica: questi soldi li dovrò pagare tra qualche anno quando farò utile, quindi li metto a credito adesso).


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Offline LaLazioMia

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #5 : Martedì 19 Marzo 2013, 11:12:08 »
  Marzo 2011  Walter Galbiati per "la Repubblica"

L´hanno spolpata pian piano, senza lasciare nulla, se non una massa di carta straccia che si chiama bond e azioni. Prima Sergio Cragnotti e i figli, il primogenito Andrea, Elisabetta e Massimo, il genero e direttore finanziario, Filippo Fucile e buona parte dei consiglieri che si sono succeduti sulle poltrone di comando del gruppo Cragnotti & Partners, un crogiuolo di società tanto esteso quanto inestricabile da apparire irricostruibile, come ammesso dagli stessi pm.

 Poi le banche, e in particolare la Banca di Roma dell´allora presidente, Cesare Geronzi, che quando si sono accorte del disastro imminente, hanno favorito senza pensarci troppo il recupero dei propri crediti, passando la patata bollente nelle mani dei risparmiatori attraverso il collocamento di 1,125 miliardi di euro di bond. Chi doveva vigilare, i revisori della Deloitte, ora Dianthus, non ha fatto nulla e ora siede tra gli imputati. Per la procura di Roma, questa è la storia della Cirio.

È avvenuto «un illecito trasferimento di risorse finanziarie - scrivono i pm nella richiesta di giudizio - dalla Cirio Holding spa in favore di soggetti terzi, tra i quali la Cragnotti & partners con sede all´estero, che determinava una situazione di illiquidità cui si faceva fronte con ricorso sempre più massiccio al credito di terzi, aggravando l´indebitamento verso le banche, in parte sostituito dall´anno 2000 con l´indebitamento verso il mercato del risparmio». L´esito finale non poteva che essere la bancarotta.

 Cragnotti era un padre padrone che utilizzava la cassa della Cirio come se fosse un portafoglio personale, spostando soldi dentro e fuori del gruppo, spesso senza una giustificazione finanziaria. Gli serviva qualche milione per saldare i propri debiti personali? C´era il bancomat Cirio, prontamente usato quando, dopo aver ricevuto un prestito da 2,6 milioni di euro dal gruppo Marcegaglia e altri 5 milioni da Enichem, tra il 2000 e il 2002 restituisce il tutto distraendo soldi dalla cassaforte lussemburghese della Cirio.
 
Doveva arredare una casa? Cragnotti pensa bene di trasferire a se stesso «beni mobili di arredamento e antiquariato della Cirio» a un valore inferiore a quello di bilancio (4 miliardi di lire contro 7,3 miliardi), e ciò nonostante, non li paga, perché il debito viene stornato su un´altra società del gruppo. Mancava qualche miliardo per pagare una rata per la realizzazione di una barca, la Admiral 30? Ecco pronto un assegno da 1,8 miliardi di lire, sempre della Cirio. Cragnotti tuttavia non pensava solo a se stesso, ma anche al resto della famiglia.
 
Nel 2000, al figlio Andrea viene riconosciuto un premio per la riorganizzazione del gruppo un bonus da 500 milioni di lire e al genero Filippo Fucile tra ottobre 2000 e febbraio 2001 un premio una tantum di 400mila euro, per l´accusa entrambi senza una adeguata giustificazione. E se alle società delle moglie serviva un prestito per comprare un terreno in Toscana, ecco ancora la solerte Cirio mettere a disposizione poco più di due miliardi di lire.

La Cirio non faceva mancare neppure i soldi alla Lazio, la squadra capitolina, a quei tempi piena zeppa di talenti e di trofei. Con Cragnotti vince il suo secondo scudetto, nel 2000, la Coppa Italia, la Supercoppa europea e la Coppa delle Coppe. Vi giocano Nesta, Crespo, Mancini, Vieri, Nedved, Stankovic, Simeone e Veron. Ma chi paga? La Cirio: oltre 40 milioni di euro per far fronte ai debiti tra agosto e luglio 2002 e 8,4 milioni girati in premio ai calciatori nel corso del 2001. In tutto 140 milioni di pagamenti preferenziali.

Ma le cifre pesanti che portano al dissesto sono i sistematici trasferimenti dalla Cirio alle società estere di valanghe di quattrini, sempre senza apparente motivi reali o comunque per disastrose operazioni finanziarie. Nelle British Virgin Island, per esempio, sono finiti 155 miliardi di lire, oltre 500 miliardi in Lussemburgo, 350 milioni di dollari in Brasile, e altri ancora, per i pm tutti spariti nel nulla.

Quando poi tra il luglio 1999 e il settembre 2002 il gruppo si trovava già in stato di dissesto, le banche «eseguivano pagamenti preferenziali per circa 500 milioni di euro» a danno degli altri creditori. Sul mercato finivano 1,125 miliardi di bond. E nelle tasche di Banca di Roma 308 milioni, del SanPaolo Imi 82 milioni, di Intesa 49 milioni, della Lodi 34 milioni, della Bnl, Cariparma e Factorit 16 milioni, e importi minori per altri istituti, tutti soldi «in larga misura provenienti dalla cessione alla Parmalat della Eurolat, contenente il settore latte di Cirio». Ad agosto 2003 fallisce la Cirio, a dicembre tocca alla Parmalat.

 
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline Centurio

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #6 : Martedì 19 Marzo 2013, 11:38:26 »
poteva essere interessante, ma come ho letto il nome del "giornale" di riferimento ho accannato tutto.
sine pennis volare haud facile est

Offline LaLazioMia

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #7 : Martedì 19 Marzo 2013, 11:40:24 »
poteva essere interessante, ma come ho letto il nome del "giornale" di riferimento ho accannato tutto.

Hai ragione, il nome del giornale è impresentabile, mal'analisi contenuta è molto vicina alla realta'.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

feiez

Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #8 : Martedì 19 Marzo 2013, 11:50:05 »
quel brogliaccio di regime, quando parla di Noi, non è mai credibile. Mai.

Offline cartesio

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #9 : Martedì 19 Marzo 2013, 15:48:13 »
Repubblica, Gazzetta, www.ju29ro.com.

Se volete porto altre dieci fonti che dicono cose simili.
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Offline cartesio

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #10 : Martedì 19 Marzo 2013, 15:53:31 »
Da http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-02/processo-cirio-chiedono-anni-134457.shtml?uuid=Aasa6rCD&fromSearch

Processo Cirio, i pm chiedono 15 anni per Cragnotti, otto per Geronzi e sei per Fiorani

Cronologia articolo 2 marzo 2011 Commenti (7)
 
Processo Cirio, i pm chiedono 15 anni per Cragnotti, otto per Geronzi e sei per Fiorani (Nella foto Sergio Cragnotti)
Condannare l'ex patron Sergio Cragnotti a 15 anni di reclusione e il l'allora presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, a 8 anni. Sono alcune delle richieste dell'accusa al processo in corso a Roma per il crac Cirio.

I Pm Gustavo De Marinis, Tiziana Cugini e Rodolfo Sabelli hanno anche chiesto per Cragnotti e Geronzi la condanna all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'inabilitazione all'esercizio dell'attività commerciale e all'esercizio di funzioni dirigenti per dieci anni. L'accusa ha inoltre chiesto la condanna dell'ex a.d. della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani, a 6 anni di reclusione, del genero di Cragnotti, Filippo Fucile, a 12 anni, dei figli Andrea ed Elisabetta a 8 anni, del figlio Massimo e della moglie Flora Pizzichemi a 6 anni. I Pm hanno inoltre chiesto la condanna dell'ex dirigente della Banca di Roma, Antonio Nottola a 8 anni di reclusione. Il processo si riferisce a fatti risalenti al 2003, quando il fallimento del gruppo Cirio, allora guidato da Sergio Cragnotti, fece andare in default obbligazioni per 1,125 miliardi di euro emesse tra il 2000 e il 2002. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di falso e bancarotta in tutte le sue declinazioni: fraudolenta, preferenziale, distrattiva. (Il Sole 24 Ore - Radiocor)


E' la stessa cifra riportata da repubblica.  Cragnotti fu poi condannato a 9 anni, non 15.
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Offline MagoMerlino

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #11 : Martedì 19 Marzo 2013, 16:08:48 »
Tra le leggende metropolitane che girnao cui siti laziali ce n'è una dura a morire: che i debiti li abbiano fatti Baraldi e Masoni. O che il grosso del debito venga da quella gestione.
Non è così.
 Leggendo queste cifre, ricordate che in 12 anni c'è stata un'inflazione di almeno il 20%, e mi sto tenendo basso. Quindi i 210 miliardi di lire, ovvero 110 milioni di euro, vanno considerati come almeno 130 milioni attuali.

Se Cragnotti firma contratti che trasportano sulle gestioni successive i costi di gestione, chi arriva dopo non può farci niente.

Citazione
Lotito: «Io e Cragnotti incompatibili»
Il presidente della Lazio respinge l’ipotesi di un ritorno del suo predecessore: «La nostra concezione di gestione d’impresa è troppo differente»
Claudio Lotito chiude la porta in faccia a Sergio Cragnotti. L’ex presidente della Lazio ieri aveva ventilato l’ipotesi di un suo ritorno alla guida della società, annunciando l’intenzione di adoperarsi per cercare finanziatori in grado di riportare la squadra dove merita e di perseguire una strategia vincente. Oggi il suo successore risponde con un secco no: «La concezione della sana gestione d’impresa (dell’attuale gestione, ndr) è troppo diversa da quella del dott. Cragnotti – scrive Lotito in un comunicato – per cui è difficile immaginare una collaborazione tra i due nell’interesse della Lazio». Poi l’attuale numero biancoceleste entra più nello specifico: «L’attuale gestione della società – dice – sta pagando debiti per oltre 500 milioni di euro lasciati in eredità dalla gestione Cragnotti, fino al 2003, e da quella Baraldi per il 2003-2004». Non è tutto, perché Lotito sostiene che la Lazio di oggi «è oggetto di rivendicazioni economiche dei procuratori di Nedved, risalenti al 1999, e del calciatore Mendieta», definito con sottile perfidia «gioiello della stagione Cragnotti».

UNA MONTAGNA DI DEBITI - Lotito poi passa al capitolo delle pendenze fiscali. A suo dire, i debiti della Lazio nei confronti dell’erario ammontano a oltre 150 milioni di euro e «si riferiscono alla gestione che va dal 1999 al 2004 e sono relativi a ritenute su stipendi ai calciatori, effettuate e non versate». Che il matrimonio tra i due non si possa fare lo si capisce anche dalla successiva stilettata che Lotito rifila a Cragnotti. Il quale, secondo le sue affermazioni, quando era presidente «si era riconosciuto emolumenti per due milioni di euro l’anno», mentre Lotito «non prende alcun compenso né rimborso di spese, al pari degli altri amministratori e componenti degli organi societari». Ma le accuse dell’attuale presidente al suo predecessore non si fermano qui: «Cragnotti, patron della Cirio, socia della Lazio e fallita nel 2003 – continua Lotito – ha lasciato debiti che hanno coinvolto centinaia e centinaia di piccoli risparmiatori, che oggi sono costituiti parte civile nei suoi confronti nel processo penale che lo vede imputato di bancarotta fraudolenta». La Lazio di oggi invece «cerca di non deludere gli azionisti che hanno voluto investire nella società i propri risparmi e, nel contempo, di non deludere i tifosi, sempre nel rispetto delle garanzie di una sana gestione».

SANA GESTIONE - Lotito ribadisce infine quali sono i punti di riferimento del programma della sua gestione: anzitutto «il rafforzamento della squadra con le risorse disponibili dalla gestione, senza contrarre debiti che non possono essere pagati e senza illudere i risparmiatori e i tifosi con programmi forse anche entusiasmanti, ma, come ha dimostrato il passato recente, destinati al naufragio. Il rafforzamento patrimoniale della società, anche attraverso la costruzione dello stadio polifunzionale, potrà, se consentito, mettere la Lazio in condizione di poter acquisire quelle risorse finanziarie che necessitano per rinforzarne la potenzialità agonistica, sempre nel rispetto delle regole dell’impresa che, essendo quotata in borsa, deve rispettare i principi del mercato e della trasparenza».(corrieredellosport)
Odio perdere più di quanto ami vincere

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"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline cartesio

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Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #12 : Martedì 19 Marzo 2013, 18:01:07 »
Da http://www.wallstreetitalia.com/article/208715/cirio-cragnotti-premio-scudetto-lazio-con-finanziamento.aspx

CIRIO: CRAGNOTTI, PREMIO SCUDETTO LAZIO CON FINANZIAMENTO

di: ANSA Pubblicato il 03 aprile 2004| Ora 15:49

L'EX PATRON INTERROGATO PER TRE ORE
 
(ANSA) - ROMA, 3 APR - Il premio scudetto ai giocatori della Lazio, nel 2000, fu corrisposto attraverso un finanziamento di Cirio Holding alla società sportiva regolarmente iscritto nel bilancio. Nessun collegamento, quindi, con l'emissione di bond. E' una delle spiegazioni date da Sergio Cragnotti ai magistrati romani che lo hanno sentito per circa tre ore nel carcere di Regina Coeli. Nel corso dell'interrogatorio, secondo quanto riferito dai legali dell'ex patron biancoceleste, Giulia Bongiorno e Franco Coppi, sono stati approfonditi alcuni aspetti già esaminati nel precedente interrogatorio con particolare riferimento ad operazioni finanziarie tra la Cirio e le società del gruppo. Tra queste, la questione del premio scudetto pagato ai calciatori della Lazio: premio, secondo l'ipotesi di lavoro della procura che sarebbe stato versato attraverso la distrazione di fondi e l'emissione di un apposito bond. Tra gli altri temi toccati l'operazione Eurolat (ceduta alla Parmalat) e i rapporti tra Cirio e Banca di Roma. "Cragnotti - ha detto l'avvocato Bongiorno - è al 53/o giorno di custodia in carcere ed è molto provato. Non posso entrare nel merito dell'interrogatorio, ma dico che il nostro assistito ha spiegato tutti i passaggi delle operazioni finanziarie che interessano i magistrati e aggiungo che questo é un interrogatorio che si può fare in stato di libertà dell'indagato". Dopo la pausa per il pranzo, il procuratore aggiunto Achille Toro e i sostituti Tiziana Cugini e Rodolfo Sabelli hanno cominciato l'interrogatorio di Filippo Fucile, genero di Cragnotti. (ANSA).


Ergo, la Lazio non aveva i soldi per pagare il premio scudetto ai giocatori, e fu necessario ricorrere ad un finanziamento esterno. 
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sfumatura

Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #13 : Mercoledì 20 Marzo 2013, 11:54:18 »
Mi sfugge l'utilità di questo topic


paoletto

Re:I conti di Cragnotti
« Risposta #14 : Mercoledì 20 Marzo 2013, 13:45:57 »
storia

poi è sempre lecito volendo continuare ad essere grati al dottore... però è storia

Ps: ieri sera ho visto una vecchia intervista a Nesta. Appena passato al milan e parlava degli anni laziali, e delle responsabilità circa la sua cessione
Le colpe pare abbiamo un nome ed un cognome... ed anche un titolo, volendo

Offline aquilafelyx

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M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere