Autore Topic: Piccola cosmogonia laziale  (Letto 530 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

ThomasDoll

Piccola cosmogonia laziale
« : Lunedì 4 Marzo 2013, 01:12:36 »
Ricordava Adua e quel celeste
era preciso alla bandiera greca
voleva correre, il fondatore
incontro a un secolo moderno
e al mito olimpico rinato.
Tra Piazza D’Armi e Liberi Nantes
dal fiume biondo fino a Monte Mario
Bigiarelli Luigi, corsa e nuoto
Giacomo, suo fratello, stesse gare
Aloisi Odoacre, Grifoni Alceste
Massa Galileo, con Balestrieri
Arturo, Lefevre Giulio, Mesones
Alberto, Venier Enrico. In nove
fondarono la Lazio, a gennaio
il giorno nove, millenovecento.
Lo Sport per tutti, gli sport tutti
ma fuori dai circoli esclusivi.
La città è Roma, il luogo è una
panchina di Piazza della Libertà
bianco e celeste, Adua e Grecia
i colori, il cielo per bandiera.


chissà, magari domani prosegue...

ThomasDoll

Re:Piccola cosmogonia laziale
« Risposta #1 : Lunedì 4 Marzo 2013, 08:41:32 »
Allora cominciarono correndo
e poi nuotando e remando, anche
camminando, arrampicando, tutti
a far ginnastica, vincendo coppe
medaglie e trofei. Senza soldi ma
pieni di gloria. Bitetti e Masini
Mestorino, Valle, Fortini, altri
nomi si aggiungono alla truppa
chi c’era prima, chi arriva dopo, tutti
frementi agonisti. Seghettini
da Parigi porta il pallone: è football
la nuova passione. Ma Bigiarelli
migra, è tempo di cercare nuova
guida. Un marciatore attempato
si palesa, vestito e con l’ombrello
suscita ammirazione e stima.
Fortunato Ballerini arriva,
il primo presidente Pedercini
gli lascia il passo. La prima svolta. 
(40)

se qualcuno ha dimestichezza con l'endecasillabo sciolto e vuole segnalare correzioni lo faccia, io piano piano revisiono. Questa piccola cosmogonia si scrive in diretta. Continua...

ThomasDoll

Re:Piccola cosmogonia laziale
« Risposta #2 : Lunedì 4 Marzo 2013, 17:06:39 »
Del pallone s’impadronì Santino
Ancherani, una freccia compatta
come schizzava sul lungotevere
velocissimo corse dietro alla
palla, di cuoio parigino Bruto.
Gioca e rigioca fino al derby:
la prima volta fu contro la Virtus
con tre scoppi di Santino in trionfo.
(48)