Autore Topic: Di nuovo fuori al balconcino  (Letto 1624 volte)

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Offline Clazia

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Di nuovo fuori al balconcino
« : Lunedì 11 Marzo 2013, 21:39:05 »

Sul muro di fronte, in mezzo ad ombre strane, ma eleganti, di un albero di fico senza foglie, c’è un piccolo geco, va a sapere se è lo stesso che da anni ed anni si fa su e giù questo muro, magari è un figlio, o figlio del figlio. Magari è una loro tradizione di famiglia. Farsi un muro su e giù. Anche più volte al giorno. Fatto sta che sto gechetto è una specie di costante delle mie sortite sul mio balconcino.
La novità di stasera è un gatto, in pizzo al muro in questione, che a sua volta deve considerare me la sua novità; pare stupito, pare che pensi “e sta tizia mo’ da dove è scita fori?” Si vede che era un po’ che non mi trattenevo sul mio balconcino.
I cactus nell’enorme cachepot di ottone sono anche loro una novità del balconcino, prima erano su un altro balconcino di casa, quando la casa era più grande e diversa, e facevano ogni tanto imprevedibilmente, nel senso che decidevano loro quando, fiori improvvisi bellissimi quanto brevissimi. Speriamo si riambientino presto e ricomincino a fiorire.
Questi cactus avranno quasi l’età mia, erano, o meglio era, un piccolo cactusetto che Papà riportò a casa da scuola alla fine di un anno scolastico per non farlo morire seccato, e dopo anni di autoclonazione ora è, anzi sono, un’infinità di cactusettini piccoli e grandicelli che se stanno di buon umore fanno i fiori bellissimi di cui parlavo.
Do un’occhiata un po’ più attorno, e sulla sinistra c’è il palazzo di un ente, occupato, e così tornato illuminato, dopo mesi e mesi di buio e sagome spettrali, a tratti, a piani alterni.
Intanto Samuele Bersani, dallo stereo di dentro casa, mi canta “provavo a sentirmi sempre libero e a diventare più alto, a chiedermi quando avrò il nome sul citofono e quando ti porterò con la macchina a Vallugola, pensa che felicità “. E così mi vengono in mente altre cose, persone, una in particolare, amate, altri luoghi. Perfino fotografie, che ho scattato in un settembre di anni fa.
Il gatto stupito se n’è andato.
Forse è andato a consultarsi con qualcuno su chi sarà sta tizia sul balconcino.
Intanto Francesco De Gregori, dallo stereo di dentro casa, mi canta “tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi: la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadere, questo decise la sorte del bufalo, l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere.
Il gechetto è ancora lì, si vede che s’è impigrito, o forse si sta perdendo nelle ombre dei rami senza foglie del fico e così non ritrova la strada di casa, o di tana, o quello che è.
O forse, mi piace pensarlo, è educato e non vuole andarsene prima di me dalla nostra scena.
Il cielo sta un po’ confuso pure lui, piccole nuvole sparse contro un azzurro ancora non scuro.
Rientro in casa, ma dopo un po’ riesco. Il gechetto non c’è più. Si vede che ha ritrovato la strada di casa.
O forse, mi piace pensarlo, si è finalmente sentito autorizzato a lasciare anche lui la scena.
Il cielo ora è rosa scuro, come prima della pioggia, però l’aria sembra pulita.
Che non è roba da poco. Anzi.
Respiro forte.
E penso a quanto amo questo stupido, banale, balconcino.




Se volevo sentimme tranquilla mica che nascevo Laziale.

Take a sad song and make it better.

Offline disabitato

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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #1 : Lunedì 11 Marzo 2013, 22:05:04 »
Bellissimo pezzo.

L'ultima volta che ho visto l'accoppiata geko-gatto, a casa mia, il primo era morto ed il secondo me lo ha messo sul cuscino.

 :D

Stefania ancora ha gli incubi..  ;D
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Offline andujo

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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #2 : Lunedì 11 Marzo 2013, 22:18:44 »
Sul muro di fronte, in mezzo ad ombre strane, ma eleganti, di un albero di fico senza foglie, c’è un piccolo geco, va a sapere se è lo stesso che da anni ed anni si fa su e giù questo muro, magari è un figlio, o figlio del figlio. Magari è una loro tradizione di famiglia. Farsi un muro su e giù. Anche più volte al giorno. Fatto sta che sto gechetto è una specie di costante delle mie sortite sul mio balconcino.
La novità di stasera è un gatto, in pizzo al muro in questione, che a sua volta deve considerare me la sua novità; pare stupito, pare che pensi “e sta tizia mo’ da dove è scita fori?” Si vede che era un po’ che non mi trattenevo sul mio balconcino.
I cactus nell’enorme cachepot di ottone sono anche loro una novità del balconcino, prima erano su un altro balconcino di casa, quando la casa era più grande e diversa, e facevano ogni tanto imprevedibilmente, nel senso che decidevano loro quando, fiori improvvisi bellissimi quanto brevissimi. Speriamo si riambientino presto e ricomincino a fiorire.
Questi cactus avranno quasi l’età mia, erano, o meglio era, un piccolo cactusetto che Papà riportò a casa da scuola alla fine di un anno scolastico per non farlo morire seccato, e dopo anni di autoclonazione ora è, anzi sono, un’infinità di cactusettini piccoli e grandicelli che se stanno di buon umore fanno i fiori bellissimi di cui parlavo.
Do un’occhiata un po’ più attorno, e sulla sinistra c’è il palazzo di un ente, occupato, e così tornato illuminato, dopo mesi e mesi di buio e sagome spettrali, a tratti, a piani alterni.
Intanto Samuele Bersani, dallo stereo di dentro casa, mi canta “provavo a sentirmi sempre libero e a diventare più alto, a chiedermi quando avrò il nome sul citofono e quando ti porterò con la macchina a Vallugola, pensa che felicità “. E così mi vengono in mente altre cose, persone, una in particolare, amate, altri luoghi. Perfino fotografie, che ho scattato in un settembre di anni fa.
Il gatto stupito se n’è andato.
Forse è andato a consultarsi con qualcuno su chi sarà sta tizia sul balconcino.
Intanto Francesco De Gregori, dallo stereo di dentro casa, mi canta “tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi: la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadere, questo decise la sorte del bufalo, l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere.
Il gechetto è ancora lì, si vede che s’è impigrito, o forse si sta perdendo nelle ombre dei rami senza foglie del fico e così non ritrova la strada di casa, o di tana, o quello che è.
O forse, mi piace pensarlo, è educato e non vuole andarsene prima di me dalla nostra scena.
Il cielo sta un po’ confuso pure lui, piccole nuvole sparse contro un azzurro ancora non scuro.
Rientro in casa, ma dopo un po’ riesco. Il gechetto non c’è più. Si vede che ha ritrovato la strada di casa.
O forse, mi piace pensarlo, si è finalmente sentito autorizzato a lasciare anche lui la scena.
Il cielo ora è rosa scuro, come prima della pioggia, però l’aria sembra pulita.
Che non è roba da poco. Anzi.
Respiro forte.
E penso a quanto amo questo stupido, banale, balconcino.

Sei una criminale, sei! Per "colpa" del tuo scritto, mi ritrovo di colpo prigioniero nel ricordo del mio balconcino, di quand'ero bambino: un bugicattolo di un metro quadrato si e no che s'affacciava all'interno delle corti del palazzo di Via Catalana, dove abitavano i miei...
Erano gli anni '50, in una Roma bellissima: una Roma dove ci si poteva permettere il lusso di lasciare noi pischelletti di sette/otto anni a scorazzare per ore dentro e fuori del ghetto senza l'angoscia del pedofilo di turno.
Me ricordo che tornavo a casa sempre infangato, con le ginocchia costantemente sbucciate, e con mia madre che imprecava perchè "una bestia così non s'era mai vista! Ma perchè non prendi esempio dai tuoi fratelli".
Con i quali, in quel balconcino, ci passavo le ore a chiedere loro, che erano i pù grandi, perchè mai erano tanto attratti dalle pischellette. E loro che m'arruffano i miei capelli ricci, sorridendo sotto i baffi: "eh.. lo capirai quando sarai più grande".
Poi l'ho capito, ma quella fu una vita che cominciò quando mio padre ci portò tutti a Livorno, dove non c'erano balconcini... per me, Roma è sempre stata, in fondo, quel balconcino buio, dentro la corte di quel palazzo che puzzava di minestre kosher e detersivo.
Ed oggi, a sessant'anni e a migliaia di kilometri de distanza, quel balconcino ancora me fa commuovere...
Grazie, Cla...

 
Τοις τολμώσιν η τύχη ξύμφορος

Offline Frusta

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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #3 : Lunedì 11 Marzo 2013, 22:48:32 »
In mezzo ad ombre strane, ma eleganti,
di un albero di fico senza foglie
I cactus nell’ enorme cachepot
su chi sarà sta tizia sul balconcino
contro un azzurro non ancora  scuro.
Respiro forte. E penso a quanto amo
P.s.
Non posso farne a meno: quando leggo Clazia mi metto a cercare i suoi endecasillabi :) stasera ne ho trovati addirittura sei e quindi valeva proprio la pena di (ri)scriverli.
Il penultimo l'ho dovuto forzare un pò ma l' ultimo è venuto di una bellezza esagerata.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline San Tommaso

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A proposito di endecasillabi.
« Risposta #4 : Martedì 12 Marzo 2013, 03:21:58 »

Forse è andato a consultarsi con qualcuno su chi sarà sta tizia sul balconcino.


Er gatto dice : <<Chi sarà 'sta tizia
che porta la poesia sur barconcino ?>>
Er geco, 'n pizzo ar muro là vicino,
risponne : <<Nun la riconòschi ? E' Clazia !>>.

 :hello:

..
Non posso farne a meno: quando leggo Clazia mi metto a cercare i suoi endecasillabi :)
..
Non credo se non vedo.

Offline Frusta

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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #5 : Martedì 12 Marzo 2013, 14:11:30 »
...nelle ombre dei rami senza foglie...

Embè, ne ho trovato un altro  :D
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

baol

Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #6 : Martedì 12 Marzo 2013, 21:18:21 »
Il geco stava aspettando il grillo a cui Bersani stava dedicando inascoltate serenate.
Il gatto stava puntando il geco, anche il gatto fa una vita da cani e la sera ha fame.
Il fico fa il suo, se la tira come sempre, che "quest'anno va di moda senza foglie".
Il cactus si gode la scena di questa catena alimentare a metà tra il National Geographic e S.Endrigo.
Poi arriva Clazia con la sua poesia...
Il cactus fiorisce e con questo Endrigo finisce la canzone.
Il gatto capisce che non è il caso e, guardando negli ogghi il geco, propone: "vabbè, stasera vegetariano?".
Il geco: "nun te vedo, annamo da Bill il Bufalo qui sotto" mentre il cactus tira un sospiro di sollievo.
E scendono insieme cantando "quattro cani per strada"

...Clazia ce l'abbiamo solo noi.....

 ;)



Offline andujo

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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #7 : Martedì 12 Marzo 2013, 21:27:32 »
Il geco stava aspettando il grillo a cui Bersani stava dedicando inascoltate serenate.
Il gatto stava puntando il geco, anche il gatto fa una vita da cani e la sera ha fame.
Il fico fa il suo, se la tira come sempre, che "quest'anno va di moda senza foglie".
Il cactus si gode la scena di questa catena alimentare a metà tra il National Geographic e S.Endrigo.
Poi arriva Clazia con la sua poesia...
Il cactus fiorisce e con questo Endrigo finisce la canzone.
Il gatto capisce che non è il caso e, guardando negli ogghi il geco, propone: "vabbè, stasera vegetariano?".
Il geco: "nun te vedo, annamo da Bill il Bufalo qui sotto" mentre il cactus tira un sospiro di sollievo.
E scendono insieme cantando "quattro cani per strada"

...Clazia ce l'abbiamo solo noi.....

 ;)

Ma anche baol non scherza!  ;D
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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #8 : Mercoledì 13 Marzo 2013, 11:27:01 »
Il geco stava aspettando il grillo a cui Bersani stava dedicando inascoltate serenate.
Il gatto stava puntando il geco, anche il gatto fa una vita da cani e la sera ha fame.
Il fico fa il suo, se la tira come sempre, che "quest'anno va di moda senza foglie".
Il cactus si gode la scena di questa catena alimentare a metà tra il National Geographic e S.Endrigo.
Poi arriva Clazia con la sua poesia...
Il cactus fiorisce e con questo Endrigo finisce la canzone.
Il gatto capisce che non è il caso e, guardando negli ogghi il geco, propone: "vabbè, stasera vegetariano?".
Il geco: "nun te vedo, annamo da Bill il Bufalo qui sotto" mentre il cactus tira un sospiro di sollievo.
E scendono insieme cantando "quattro cani per strada"

...Clazia ce l'abbiamo solo noi.....

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 :clapcap: :clapcap: :clapcap:
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Re:Di nuovo fuori al balconcino
« Risposta #9 : Martedì 19 Marzo 2013, 22:27:44 »
non amo "ritirare su" i topics, meno che mai i miei, ma stasera ho trovato un po' di tempo per giocare con uno scatto di quella sera ed un pizzico di photoshop.

Tutto qua.




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