Stà girando in rete questo pezzo.
L'ho trovato geniale e lo posto così possiamo condividerlo su FB o farlo leggere ai nostri amici romanisti, per fargli capire quei concetti che gli risultano ostici
Complessi e prese per il culo Prendo spunto dalle reazioni romaniste ogni volta che festeggiamo gli anni della nostra storia per qualche considerazione.
Più di un giallorosso accusa noi Laziali di una sorta di “complesso”, non meglio definito, che si esplicherebbe nella circostanza per la quale staremmo sempre a parlare di loro.
Primo equivoco. Non parliamo di loro. Li prendiamo per il culo. E’ diverso e mi spiego:
Quando leggiamo sul Corriere dello Sport “In centomila per Roma Bologna” per poi scoprire che si tratta della somma (arrotondata con notevole eccesso) con gli spettatori di Roma Catania; quando l’eterno pallone d’oro ci dicono sia anche Campione di Dieta”; quando ci descrivono l’inaugurazione di uno stadio, ancora sulla carta, come se fosse accaduta il giorno prima; quando voi stessi scrivete “Chi tifa Roma non perde mai” al tramonto dell’ennesima illusione. Ecco, in tutte queste occasioni, e in tante altre ancora, il nostro commento non è analitico ma canzonatorio. Tanto per essere chiari se per strada qualcuno vi dicesse, ridendo, “Ma come sei vestito? Pari un semaforo!” non sta parlando di te ma ha un'altra finalità.
Secondo equivoco. Il complesso.
Vi ricordate la barzelletta del matto che, aggrappato al cancello, chiedeva ai passanti “Oh ma voi lì dentro quanti siete?” Così è chi, quest’estate, ha cavalcato quotidianamente l’arresto di Mauri (per sapere le ultime novità sulla Lazio bastava andare sulla bacheca di qualsiasi romanista), o sapeva tutto sull’acquisto della Salernitana da parte di Lotito, salvo poi scrivere (negli stessi post) “siete complessati perché parlate sempre di noi”. E qui torniamo a quanto espresso riguardo al primo equivoco: voi parlavate di noi, tirando fuori improbabili confessioni di infami e sbandierandole come vessilli di calcio puro. Mauri, dopo qualche mese, vi ha preso per il culo.
Ultima considerazione: il complessato ha bisogno di falsi supporti per sentirsi come o superiore agli altri. La donna che ha il complesso del seno piccolo si mette l’imbottitura. L’uomo che ha il complesso dell’altezza di compra le scarpe col tacchetto o il pelato (col complesso) si compra il parrucchino. Il romanista complessato semplicemente si inventa le cose. Allora la Coppa delle Fiere diventa (per incanto) Coppa Uefa e quindi è lui ad aver vinto per primo in Europa e non noi che abbiamo vinto sul serio. Il romanista complessato si inventa partite di calcio, senza alcun riscontro oggettivo, non per dire che è nata prima la sua squadra ma solo per cercare di togliere il primato alla Lazio. Il romanista complessato si inventa di essere nato come espressione di romanità, per poi scoprire che per leggere la targa che ricorda le origini del suo fondatore deve cambiare regione e farsi parecchi chilometri.
Trovo meraviglioso che esistano due squadre nella stessa città e, se anche voi vi fate belli esaltando il Derby di Roma, lo dovete a quel Laziale che impedì lo scempio della fusione di tutte le squadre romane. Smettete, però, di mettervi il cotone nelle mutande per apparire quello che non siete.