... indossati nella finale mondiale del '38. E poi la maglia dello stesso Piola della medesima partita; la maglia nera indossata da Giovanni Ferrari nel famoso Italia-Francia; la maglia di Piola del suo debutto in Nazionale contro l'Austria, con scritta commemorativa ricamata a mano dalla madre.
E ancora, la maglia di Zoff e gli scarpini di Anastasi
della finale dell'Europeo '68; il pallone di Italia-Corea, ahinoi; la maglia di Tardelli della famosa partita Argentina-Resto del Mondo del 1979; la Coppa del Duce originale (ne avevo visto le foto solo sul Il Calcio e il Ciclismo Illustrato) destinata ai vincitori dei Mondiali del '34 e ovviamente rimasta in Italia; pipe di Bearzot; palloni di partite famose...
Tutto questo al museo del calcio di Coverciano, dove sono capitato "quasi" per caso ieri, a margine di un giretto a Firenze.
Bigliettaio e anfitrione d'eccezione il dott. Fino Fini, che ha arringato il piccolo Tommaso dicendo che "te piccolino tu devi sapere che a' que' tempi homandava uno solo, e se 'un obbedivi eran legnate e ti facevan bere un bottiglione d'olio che tu dopo stavi un giorno intero in bagno co' dolori, però c'era un grand'omo he si chiamaa Vittorio Pozzo..." Insomma, uno che la racconta ancora come la raccontavano fino a qualche anno fa, prima che prevalesse la versione dei treni che arrivavano in orario.
Una bella emozione, con mia moglie che ogni tanto diceva "stai calmo", prossimo com'ero a un attacco di stendhalite acuta. Per giunta, hanno un archivio notevole, quasi meglio del mio
, e il dott. Fini m'ha spiegato che presto sarà accessibile.
Il piccolo Tommaso è anche riuscito a intravedere, estasiato, i campi su cui si allena la Nazionale. Penso sia umano sognare che un giorno giocherà lì anche lui.
Viva il Calcio, quello degli scarpini, delle maglie e dei palloni che raccontano storie, storie vere del gioco più bello del mondo.