Autore Topic: Carlo Maria Martini  (Letto 1928 volte)

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Giglic

Carlo Maria Martini
« : Martedì 4 Settembre 2012, 14:51:48 »
Lungi da me cercare di interpretare la sua teologia o la sua storia religiosa. Da laico (ed ateo) mi interssava molto di più il suo pensiero sull'uomo, che è si figlio della sua Fede e dei suoi pensieri in termini di religione (ma io parlerei più di spiritualità), ma che al tempo stesso è a mio modo di vedere estremamente profondo e moderno.

Come spunto di discussione prendo questa domanda (e la sua risposta) dell'ultima intervista (8 Agosto 2012)

Che strumenti consiglia contro la stanchezza della Chiesa? «Ne consiglio tre molto forti. Il primo è la conversione: la Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi. Gli scandali della pedofilia ci spingono a intraprendere un cammino di conversione. Le domande sulla sessualità e su tutti i temi che coinvolgono il corpo ne sono un esempio. Questi sono importanti per ognuno e a volte forse sono anche troppo importanti. Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale. La Chiesa è ancora in questo campo un'autorità di riferimento o solo una caricatura nei media? Il secondo la Parola di Dio. Il Concilio Vaticano II ha restituito la Bibbia ai cattolici. (...) Solo chi percepisce nel suo cuore questa Parola può far parte di coloro che aiuteranno il rinnovamento della Chiesa e sapranno rispondere alle domande personali con una giusta scelta. La Parola di Dio è semplice e cerca come compagno un cuore che ascolti (...). Né il clero né il Diritto ecclesiale possono sostituirsi all'interiorità dell'uomo. Tutte le regole esterne, le leggi, i dogmi ci sono dati per chiarire la voce interna e per il discernimento degli spiriti. Per chi sono i sacramenti? Questi sono il terzo strumento di guarigione. I sacramenti non sono uno strumento per la disciplina, ma un aiuto per gli uomini nei momenti del cammino e nelle debolezze della vita. Portiamo i sacramenti agli uomini che necessitano una nuova forza? Io penso a tutti i divorziati e alle coppie risposate, alle famiglie allargate. Questi hanno bisogno di una protezione speciale. La Chiesa sostiene l'indissolubilità del matrimonio. È una grazia quando un matrimonio e una famiglia riescono (...). L'atteggiamento che teniamo verso le famiglie allargate determinerà l'avvicinamento alla Chiesa della generazione dei figli. Una donna è stata abbandonata dal marito e trova un nuovo compagno che si occupa di lei e dei suoi tre figli. Il secondo amore riesce. Se questa famiglia viene discriminata, viene tagliata fuori non solo la madre ma anche i suoi figli. Se i genitori si sentono esterni alla Chiesa o non ne sentono il sostegno, la Chiesa perderà la generazione futura. Prima della Comunione noi preghiamo: "Signore non sono degno..." Noi sappiamo di non essere degni (...). L'amore è grazia. L'amore è un dono. La domanda se i divorziati possano fare la Comunione dovrebbe essere capovolta. Come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse?»

Pensieri rivolti alla chiesa cattolica, ma che posso tranquillamente essere estesi a tutta la civiltà.

Aquilotta del Nord

Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #1 : Martedì 4 Settembre 2012, 15:12:37 »
Un uomo di chiesa illuminato, e progressista.
Non a caso ha scelto l'eutanasia per il suo trapasso.

Giglic

Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #2 : Martedì 4 Settembre 2012, 15:17:25 »
Un uomo di chiesa illuminato, e progressista.
Non a caso ha scelto l'eutanasia per il suo trapasso.

Però bisogna stare attenti all'uso delle parole, AdN: rifiutare l'accanimento terapeutico (nel caso di specie, il sondino perchè non riusciva più a deglutire) non è eutanasia. Non si è accelerata la morte, sempicemente non si è prolungata oltre il dovuto la vita.
Che, filosoficamente, siano la stessa cosa lo credo anche io, ma per molti non è così.

Aquilotta del Nord

Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #3 : Martedì 4 Settembre 2012, 15:29:42 »
Secondo me non c'è una differenza abissale, ma ovviamente parlo per me. Non vado a sindacare sulle altrui sensibilità.
Invito alla lettura di questo, comunque:

www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/467365

Offline franz_kappa

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Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #4 : Martedì 4 Settembre 2012, 15:34:47 »
Un uomo di chiesa illuminato, e progressista.
Non a caso ha scelto l'eutanasia per il suo trapasso.
Davvero? Che peccato...  :(

Una vita spesa ad agire con rettitudine e vorrei dire santità per guadagnarsi il Paradiso e poi, a pochi millimetri dal filo di lana, una così brutta 'scivolata' che gli costerà l'eterna dannazione.

Tutto ciò è inspiegabile, per certi versi. Che mistero che è l'uomo, amici cari.  :-\
Buon viaggio, caro Piero.

Offline chemist

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Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #5 : Martedì 4 Settembre 2012, 15:44:14 »

 Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale. La Chiesa è ancora in questo campo un'autorità di riferimento o solo una caricatura nei media?


Belle parole, ma c'e' ancora il bisogno di chiederselo? Io mi sono confessato l'ultima volta a 21 anni, quando il prete mi chiese cosa facevo con la mia ragazza. A mia risposta onesta, lui mi disse: "no, non va bene, cosi non la rispetti".
Adesso di anni ne ho il doppio e non mi sembra sia cambiato niente, con il risultato che centinaia di migliaia di giovani, invece di andare a messa, la domenica vanno al centro commerciale. La Chiesa non riesce a cambiare, e' questo il suo limite piu' grande.

Giglic

Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #6 : Martedì 4 Settembre 2012, 16:00:54 »
Belle parole, ma c'e' ancora il bisogno di chiederselo? Io mi sono confessato l'ultima volta a 21 anni, quando il prete mi chiese cosa facevo con la mia ragazza. A mia risposta onesta, lui mi disse: "no, non va bene, cosi non la rispetti".
Adesso di anni ne ho il doppio e non mi sembra sia cambiato niente, con il risultato che centinaia di migliaia di giovani, invece di andare a messa, la domenica vanno al centro commerciale. La Chiesa non riesce a cambiare, e' questo il suo limite piu' grande.

Ma a mio modo di vedere non è la chiesa a dover cambiare. Il messaggio spirituale contenuto nel Vangelo ed in tutte le altre forme espressive generate dalla fede (pensa alla Cappella Sistina, dipinta con fede fortissima dall'omosessuale Michelangelo, o ai quadri strepitosi del Caravaggio, delinquente come pochi, o ai quadri del puttaniere Raffaello, o agli scritti illuminanti di Agostino d'Ippona, tanto per fare i primi esempi che mi vengono in mente) sono attualissimi. Deve cambiare la GENTE DI CHIESA, evidentemente rimasta legata molto più alla forma che non al contenuto di quel messaggio. Se vuole avere "più fedeli", cosa che non è scontata per nulla. Ratzinger da questo punto di vista è illuminante: di base dice che pretende che quella della chiesa sia una battaglia di retroguardia.
Certo, in questa maniera perde "il polso" della società, e rischia di ritrovarsi coinvolta in scandali che di religioso non hanno nulla (Don Verzè, la pedofilia etc.) ma è un punto di vista - rispettabilissimo, visto che B16 al contrario del suo predecessore non è uno che ha studiato poco - anche questo.
Comunque, il punto secondo me da discutere è il seguente: Martini aveva questo seguito e stima enormi perchè era uomo di chiesa o perchè parlava alle persone? Inutile rispondere che le due cose sono legate: non è vero: Ruini è un uomo di chiesa che alla gente non parla, per dirne uno.

Offline BobLovati

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Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #7 : Martedì 4 Settembre 2012, 16:35:11 »
le due cose non sono legate, ma sembra che lui riuscisse almeno a tenerle insieme.
Ed è questa l´indicazione che la Chiesa ed i suoi uomini debbono debbono capire; chiedo scusa ai suoi ammiratori, ma l´elezione di GPII è stato un errore marchiano della Chiesa in quanto istituzione; una vittoria dei Ratzinger, per capirci.
Si voleva ( e si è fatto ) dare un segno inequivocabile di non disposizione al dialogo alla nuova " teologia della liberazione ", sorta e cresciuta in Sudamerica ( vedi padre Boff e Don Pedro Casaldáliga in Brasile ).
In quel momento la Chiesa avrebbe avuto un disperato bisogno di GPI che, purtroppo, è durato quasi nulla; lui, probabilmente, avrebbe fatto percorrere, sulla scia di GXXIII e PaoloVI un cammino ben differente.   
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

baol

Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #8 : Martedì 4 Settembre 2012, 18:26:16 »
Citazione
L' AMACA

Sono tutt' altro che un vaticanista, ma mi ha molto sorpreso, nel vasto cordoglio suscitato dalla morte di Carlo Maria Martini, leggere così poco (quasi nulla) a proposito del suo essere, nel mondo cattolico, uno sconfitto. Un grande sconfitto, ma uno sconfitto, dentro una Chiesa che ha via via dismesso, lungo gli anni, lo spirito del concilio Vaticano II con il suo ecumenismo, il forte afflato sociale di quell' irripetibile momento storico, l' allentamento della morsa dogmatica, chiudendo una dopo l' altra le porte e le finestre che il pontificato di papa Roncalli aveva aperto in così poco tempo. Nella sua ultima intervista al Corriere lo stesso Martini, parlando di una Chiesa "in ritardo di duecento anni" (!!), sottolineava, neanche tanto indirettamente, la notevole distanza che lo separava da Roma. Né il riferimento desolatamente critico ai "riti e agli abiti pomposi", insomma alla restaurazione della Forma, pareva casuale nelle sue parole, regnante Ratzinger. Capisco che quando muore una personalità di così grande spessore umano e intellettuale prevalga l' urgenza di rendergli omaggio. Ma la personalità in questione era - mi scuso per il piatto politicismo - il capo dell' opposizione, e di un' opposizione sbaragliata dalla restaurazione. Non è un dettaglio.
MICHELE SERRA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/09/02/amaca.html

Offline Skorpius

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Carlo Maria Martini
« Risposta #9 : Martedì 4 Settembre 2012, 23:38:47 »
Belle parole, ma c'e' ancora il bisogno di chiederselo? Io mi sono confessato l'ultima volta a 21 anni, quando il prete mi chiese cosa facevo con la mia ragazza. A mia risposta onesta, lui mi disse: "no, non va bene, cosi non la rispetti".
Adesso di anni ne ho il doppio e non mi sembra sia cambiato niente, con il risultato che centinaia di migliaia di giovani, invece di andare a messa, la domenica vanno al centro commerciale. La Chiesa non riesce a cambiare, e' questo il suo limite piu' grande.

Potevi anche spiegargli perche' le sue parole fossero sbagliate, visto che ne sei cosi convinto.
E' come andare in un circolo di vegetariani con un hamburger e poi alle lamentele cercare di spiegare ai convinti vegetariani quanto sia stupido non mangiare carne.
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Skorpius

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Carlo Maria Martini
« Risposta #10 : Martedì 4 Settembre 2012, 23:42:34 »
Davvero? Che peccato...  :(

Una vita spesa ad agire con rettitudine e vorrei dire santità per guadagnarsi il Paradiso e poi, a pochi millimetri dal filo di lana, una così brutta 'scivolata' che gli costerà l'eterna dannazione.

Tutto ciò è inspiegabile, per certi versi. Che mistero che è l'uomo, amici cari.  :-\

Se la santita' nel credo cattolico e' arrivare al massimo, estremo, implacabile, convinto e totale altruismo si capisce perche' l'eutanasia sia un gesto di totale anticristianita'. Nel caso specifico il tuo giudizio, se non e' ironico, e' troppo duro
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline MCM

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Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #11 : Mercoledì 5 Settembre 2012, 00:17:24 »
Secondo me non c'è una differenza abissale, ma ovviamente parlo per me. Non vado a sindacare sulle altrui sensibilità.
Invito alla lettura di questo, comunque:

www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/467365
C'è una grossa differenza.
Talmente grossa che la Chiesa Cattolica condanna l'eutanasia ma non di certo l' accanimento terapeutico. Anzi. Nella "costituzione" ;D del cattolicesimo, ossia il Catechismo, si parla proprio dell' accanimento terapeutico.

2278 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.


Chiunque abbia avuto la sfortuna di avere un parente prossimo alla morte per gravi malattie o altro sa bene di cosa si sta parlando. Io, ahimè, lo so bene. A mio zio, 47 anni, gli potevano prendere la femorale...sarebbe campato qualche altra ora...forse due tre giorni...
A che pro?...
Sarebbe stato un inutile accanimento.

Detto questo non è possibile in alcun modo, se non per ignoranza manifesta o malafede, affermare che la morte di Martini sia uno spot all' eutanasia oppure una ribellione alla Chiesa. Come ampiamente dimostrato, Martini, se davvero ha rifiutato "accanimento terapeutico"(presumibilmente lo avrà fatto qualche parente, utilizzando il buon senso), lo ha fatto nel rispetto di quello che dice il Catechismo, che è il "codice della strada" :D del cattolicesimo.




Offline MCM

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Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #12 : Mercoledì 5 Settembre 2012, 00:34:49 »
Parlando di Martini teologo posso dire di aver trovato letteralmente illuminante la sua meditazione sulla morte.
Martini, fine biblista, coglie qualcosa di tanto disarmante nella sua verità, quanto allo stesso tempo difficile da cogliere. Non esiste fede senza l' accettazione della morte.

«Vi sono molti modi di rifiutare il Padre e il cammino verso di lui. Il più comune (e il più nascosto nell'inconscio) è di rifiutare la morte».

«Vivere è convivere con l'idea che tutto prima o poi finirà. La morte è come una sentinella che fa da guardia al mistero. E' la roccia che ci impedisce d'affondare nella superficialità. E' un segnale che ci costringe a cercare una meta per cui valga la pena vivere».

«Quando la prospettiva della morte ci spaventa e ci getta nella depressione, ecco che dal profondo del cuore riemerge un presentimento e la nostalgia di un Altro che possa accoglierci e farci sentire amati. La sua figura ha al tempo stesso tratti paterni e materni. E' pertanto evocazione dell'origine, del grembo, della patria, del focolare, del cuore a cui rimettere tutto ciò che siamo, del volto a cui guardare senza timore».
 
 «Mi sono riappacificato con l'idea di morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremo mai a fare un atto di piena fiducia. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre un'uscita di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente. Di Dio».

Offline MCM

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Re:Carlo Maria Martini
« Risposta #13 : Mercoledì 5 Settembre 2012, 00:57:14 »
le due cose non sono legate, ma sembra che lui riuscisse almeno a tenerle insieme.
Ed è questa l´indicazione che la Chiesa ed i suoi uomini debbono debbono capire; chiedo scusa ai suoi ammiratori, ma l´elezione di GPII è stato un errore marchiano della Chiesa in quanto istituzione; una vittoria dei Ratzinger, per capirci.
Si voleva ( e si è fatto ) dare un segno inequivocabile di non disposizione al dialogo alla nuova " teologia della liberazione ", sorta e cresciuta in Sudamerica ( vedi padre Boff e Don Pedro Casaldáliga in Brasile ).
In quel momento la Chiesa avrebbe avuto un disperato bisogno di GPI che, purtroppo, è durato quasi nulla; lui, probabilmente, avrebbe fatto percorrere, sulla scia di GXXIII e PaoloVI un cammino ben differente.

La teologia della Liberazione, e tutte le teologie "liberal" hanno avuto il solo effetto di allontanare i fedeli dalle strutture organizzative che le propugnavano.
E' un dato statistico inequivocabile. Ritenere dunque che la salvezza della "Chiesa" sia l' apertura al mondo è un errore sociologico marchiano.(che poi è l' errore del' Card. Martini, il quale sbagliava appunto sociologia più che teologia. Teologicamente Martini era allineato alla ortodossia più di quanto molti, nessuno dei quali teologo, superficialmente tendono a pensare.).

In Brasile i frutti della teologia della Liberazione che cosa hanno portato alle chiese che se ne sono fatte precursori?...Fedeli sconcertati e schifati dal conservatorismo ecclesiastico si sono forse precipitati entusiati nella nuova chiesa salvata dai teologi della liberazione?... ;D
Direi proprio di no...

In Brasile, così come negli Usa e nel resto del mondo occidentale, assistiamo invece ad un boom delle denominazioni cristiane più conservatrici. La religione col tasso di crescita più alto al mondo è il protestantesimo Pentecostale, religione estremamente conservatrice da un punto di vista etico e dottrinale.(Hernanes, Kakà, Matuzalem, Legrottaglie and company)

Nella stessa chiesa cattolica, a crescere in termini di seguito e vocazioni, non sono certo i movimenti e le comunità più progressiste. Tutto il contrario. A fronte di una "desertificazione" delle regioni storicamente progressiste (vedi Belgio ed Austria per esempio, dove negli ultimi decenni le vocazioni sono crollate, così come il seguito) tengono bene e crescono i movimenti più tradizionali o comunque conservatori.(vedi il cosidetto tradizionalismo cattolico oppure  conservatori dell' Opus Dei, CL, Neocatecumenali ecc ecc).

Quindi, mentre le confessioni cristiane «liberal» come quelle protestanti del Nord Europa, che accettano la nuova etica dall’aborto alle unioni omosessuali, perdono membri a un ritmo impressionante(in danimarca solo il 2% dei registrati alla chiesa di stato pratica la sua religione), le denominazioni conservatrici (spesso con un’etica sessuale perfino più rigida di quella cattolica), come quelle di orientamento protestante fondamentalista o pentecostale(dette "del risveglio") crescono a un ritmo altrettanto impressionante.

Consiglio "Why the Conservative Churches Are Growing” di Dean Kelley(di certo non si tratta di un conservatore) del 1972.

I sociologi spiegano da anni erché questo accade. Chi accetta la nuova etica "progressista" la trova dovunque nella società, e non ha bisogno di cercarla nelle chiese.

Che dire in definitiva?....
La sociologia, a differenza della teologia, ragiona con i numeri e i numeri mostrano inequivocabilmente come le "chiese" conservatrici crescono, quelle "progressiste" sono a rischio estinzione.