Autore Topic: Lazio, Lotito: «Io, puritano che si ispira al Manzoni nell'Italia dei prenditori  (Letto 658 volte)

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Il presidente della Lazio: «Siamo puliti. Le accuse a Mauri? Da dimostrare, ma sarebbero estranee alla società»


ROMA - «Un puritano nell'Italia dei magnager e dei prenditori». Così si vede Claudio Lotito, che esterna a tutto campo in una lunga intervista al Fatto Quotidiano.Fra citazioni e iperboli, il presidente della Lazio assicura: «Siamo puliti. Le accuse a Mauri vanno dimostrate, ma si tratterebbe di un fatto personale, estraneo alla società». Ecco alcuni passaggi dell'intervista al Fatto.

Parassiti. «A Roma c’è un nuovo tipo di parassita. Di giorno fa un lavoro, poi cambia mestiere e discute di Lazio in radio. Il patrimonio della Lazio non può essere alla mercé di chi non ha la titolarità. Usano la mia attività per trarne vantaggi. Parlano di bilanci senza ave’ la competenza».

Erodiani. «Di certe campagne, qualcuno pagherà il prezzo. Non è che uno si alza la mattina, urla "Lotito è un ladro, un delinquente e un mascalzone" e può sperare di passarla liscia». Parla dello scommettitore Erodiani? Non ho il dispiacere di conoscerlo, mi ha additato come capo cupola. Non ho mai giocato, neanche al Totocalcio. È storia».

Spazzatura. «La società non ha fatto nulla e non difende a prescindere nessuno. Se verrà provato che qualcuno ha commesso irregolarità eviteremo ricorsi. Accadde già con Matuzalem. In attesa di ripulire la troppa spazzatura fatta di dicitur e non di dicunt, ricorro ancora al latino e mi chiedo: cui prodest?». «Ho dato fastidio. Abbattuto i privilegi. Tagliato stipendi, a iniziare dal mio. Non percepisco un euro».

Mauri. «Bravo ragazzo. Senza vizi, cattolico, forse un po’ ingenuo. Con Brocchi e Floccari è stato a Medjugorje. Il quadro che di lui hanno dipinto i giornali non corrisponde al mio. Durante la fase indiziaria non ho mai espresso giudizi, ma in ogni caso ciò che gli addebitano e va dimostrato, rappresenterebbe un mero fatto personale, estraneo alla società».

Lecce e Genoa. Le gare con Lecce e Genoa furono regolari? «Mai dubitato. Ero a Lecce. Loro rimasero in 10, noi inseguivamo la Champions. Vincemmo. È strano?».

Agnelli. «Tutela i propri interessi e a volte, ci siamo scontrati. Ma Andrea è persona seria, ragionevole, moderata. Ha detto "dittatori" ai giudici sportivi? Avrà i suoi motivi. Io ho grande rispetto delle istituzioni. Bisogna essere responsabili. Ma la Juve, come noi, viene da esperienze traumatizzanti. Chi si è scottato con l’acqua calda ha paura anche della fredda. Meglio prevenire che curare».

Lotirchio. «Nel cuore della città non sono mai entrato. L’ambiente contribuì. Dissero che ero pazzo. Mi chiamavano Lotirchio, si illudevano di intimidirmi, sette bombe mi hanno messo. Io sono per un calcio didascalico e moralizzatore e ho un ispiratore nobile, il Manzoni. L’utile per lo scopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo. La gente alla fine capirà che il mio compito è fare il presidente tifoso e non il tifoso presidente, non produrre debiti, preservare la Lazialità. Non un aspetto estetico, ma una filosofia di vita».

Stadio. «Abbiamo arene da terzo mondo, ma ai mestatori piace sostenere che voglio fa’ le speculazioni. Ma chi l’ha mai detto? Chi l’ha mai pensato? La Lazio non è Claudio Lotito, è una Spa quotata, sottoposta a vincoli. Non dimentichi che a Roma, anni fa, venne autorizzato un parcheggio al Pincio». «Lo stadio non può essere una cattedrale nel deserto. Bisogna costruire un’identità collettiva che restituisca reddito. Sa con chi mi confronto io? Ha idea degli sforzi che faccio? Milan, Inter e Juve, insieme, fatturano 700 milioni. Noi siamo più piccoli. È preferibile dire una brutta verità che una bella bugia. Io non vendo sogni, ma solide realtà e il calcio non va demonizzato. Produce anche utili. Ha una funzione sociale».

Lavorare di più. «L’Italia è un serbatoio bucato. Si deve tappare la falla, non mettere benzina. Bisogna lavorare di più e riformare la previdenza. Baby pensioni, invalidità. Il cieco non può guida’ la macchina, o no? Se il medico dichiara il falso me lo devi denunciare».

L’articolo 18. «Dobbiamo tutelare l’occupazione, non il posto di lavoro. Il merito e non la garanzia a prescindere. Perché devo impegnarmi quando chi produce prende lo stesso stipendio di chi non fa niente? Perché nessuno può essere licenziato? Sono pronto a un confronto con il sindacato. Se cacci i furbi non crei un vulnus, produci giustizia».

L’evasione. «La gente deve paga’ le tasse, il nemico non è Equitalia. Male non fare, paura non avere. Purtroppo l’Italia è terra eletta di prenditori e "magnager". Arraffatori e cavallette. Io non sono un puritano, ma qui si esagera».

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