Autore Topic: Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)  (Letto 992 volte)

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Offline giangoverni

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Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« : Venerdì 3 Agosto 2012, 18:58:11 »
Da Globalist

Viaggio nel mistero di un'icona indimenticabile
A 50 anni dalla morte, il racconto tra il tragico e il sublime della vita di una ragazza nata Norma Jean e diventata Marilyn, una leggenda senza tempo.

di Giancarlo Governi

La stella, l'angelo del sesso, la bambola di carne, la dolce, la tenera, l'ingenua, la maliziosa, la disarmata, la sensuale, l'innocente Marilyn nasce il primo giugno 1926, sotto il segno dei Gemelli. Il suo primo nome fu Norma Jean Baker e nacque figlia soltanto di sua madre: un'origine comune a tanti grandi dello spettacolo (Totò, Anna Magnani...) e forse, come diranno gli psicanalisti, una forte spinta a riscattarsi, a crearsi un nome grande, immenso, che cancelli il ricordo della mancanza di un nome legittimo. Le misero il cognome Baker perché così si chiamava il primo marito da cui sua madre si era separata dopo avergli dato, e lasciato per sempre, due altri figli.

Il secondo marito, un certo Mortenson, se l'era svignata prima che Norma Jean nascesse e, probabilmente, che venisse concepita. Chi era il padre naturale di Norma Jean? La mamma da bambina le mostrò la foto di un bell'uomo con i baffetti che assomigliava tanto a Clark Gable. Per anni Norma Jean tenne la foto di Gable, che le sorrideva con l'ironia del Red Butler di Via col vento, accanto al letto, per mostrarla alle amiche, come quella di un padre segreto, da non rivelare a nessuno. Marilyn, nonostante vivessero e lavorassero ambedue a Hollywood, conobbe Gable sul set de Gli spostati: un film tragico perché doveva essere l'ultimo di Marilyn e perché Gable doveva morire, per infarto, dodici giorni dopo la fine delle riprese.

La piccola Norma Jean nacque orfana di padre e per di più in una famiglia in cui si era insinuato tragicamente il tarlo della pazzia. Il nonno Monroe, da cui prenderà il nome d'arte, quando Norma Jean nacque era già morto in un manicomio. La stessa fine faranno la nonna Della e la mamma Gladys e Marilyn temette ed attese la follia come si teme e si attende un evento ineluttabile per tutta la vita. La mamma Gladys lavorava a Hollywood in uno stabilimento cinematografico, come addetta al taglio della pellicola negativa. Non poteva quindi badare alla piccola Norma Jean, né poteva affidarla alle cure della nonna Della che aveva già dato segni di squilibrio mentale. La affidò quindi in adozione a dei vicini di casa, i quali, privi di figli propri, allevarono la piccola con affetto e con il rimborso spese di un dollaro al giorno.

La mamma andava a trovarla tutti i sabati ma talvolta soltanto per poche ore, perché aveva anche la propria vita a cui tenere dietro. La nonna, invece, che abitava a pochi passi, andava a trovarla di frequente e si dimostrava molto premurosa, finché un giorno non tentò di soffocarla nel sonno. Norma Jean aveva poco più di un anno ma l'episodio peserà moltissimo sulla sua vita futura. La tormentosa insonnia, che Marilyn combatté con ogni sorta di sedativi fino a diventare una tossicomane incurabile, fu probabilmente un regalo della nonna pazza. Marilyn aveva paura di addormentarsi quasi temesse un sonno senza ritorno: lo hanno dichiarato tutte le persone che vissero con lei e che furono testimoni delle sue tormentate veglie notturne.

Gladys, anche se talvolta si comportò come una mamma distratta, coltivava il sogno di prendere finalmente con sé la piccola Norma Jean, unica superstite della famiglia: il padre morto, la madre in manicomio, gli altri due figli rimasti con il padre, il secondo marito sparito. Quando finalmente ci riuscirà, resterà con la sua piccola per poco, perché la follia in agguato afferrerà anche lei e la costringerà a vivere il resto dei suoi giorni, tranne qualche breve intervallo, in ospedali psichiatrici. Per Norma Jean si spalancarono le porte dell'orfanotrofio: un'altra esperienza che la segnerà profondamente. Racconta F.L. Guiles in Norma Jean: la vita di Marilyn Monroe che quando Norma Jean lesse la scritta "Orfanotrofio di Los Angeles" sulla porta dell'edificio si rifiutò di entrare e si mise a gridare con tutte le sue forze: «Non sono un'orfana!». Da quel giorno Norma Jean imparò ad obbedire, a marciare in fila, a vestirsi come le sue compagne, a farsi scandire la vita dai ritmi del collegio senza il calore che pure una famiglia che percepisce un dollaro al giorno, in cambio della cura e della custodia, può dare.

Del collegio, nelle interviste sulla sua infanzia Marilyn racconterà cose terribili, forse esagerate e puntualmente smentite dai responsabili, ma che certamente denotano quanto questa esperienza abbia pesato sulla sua vita e sulla sua formazione. Dopo alcuni anni di collegio, finalmente Norma Jean approderà ad una vita normale, nella famiglia di Grace, un'amica della mamma che si era incaricata di farle da tutrice. E' a casa di Grace che prende contatto con la vita, con una scuola normale, che cresce e comincia a sentirsi donna. I ragazzi cominciano a guardarla, qualcuno si fa avanti e la invita a ballare. Uno di questi, Jim Dougherty, prende a frequentarla assiduamente, tanto che Grace, che forse sente il peso e la responsabilità di una ragazza cresciuta così in fretta dentro casa e che non è sua figlia, contribuisce con i suoi consigli a trasformare il flirt in un matrimonio.

Quando Norma Jean si sposa ha appena sedici anni e Jim soltanto quattro di più. La vita matrimoniale scorre serena, Jim lavora come operaio e Norma Jean fa del suo meglio per tenere in ordine la casa, finché non arriva la guerra a portare via Jim insieme a tanti altri giovani americani. Per guadagnarsi di che vivere e, soprattutto, per vincere il tedio di una vita da trascorrere in casa dei suoceri, Norma Jean va a lavorare come operaia in una industria di guerra. Il suo compito è quello di impacchettare i paracadute. Il lavoro la distrae e la diverte, è un po' il suo debutto in società. Un giorno viene scelta da un fotografo come modella per un calendario di propaganda bellica.

Quelle fotografie in divisa da operaia mentre armeggia intorno ai pezzi di un aeroplano riveleranno subito una diva della fotografia, capace d'instaurare con l'obiettivo un rapporto istintivo e immediato. Gli addetti ai lavori la noteranno subito e Norma Jean prenderà il volo, catturata dall'allettante mondo delle fotomodelle che è un po' I'anticamera del cinema, il luogo dove alloggiano le vere stelle. Ben presto la ritroviamo con André de Dienes, il primo grande fotografo della sua vita, un giovane ungherese emigrato che la fece scarrozzare per l'Ovest in lungo e in largo alla ricerca di ambienti che ricordassero l'America dei pionieri e degli indiani. André è un bel giovane, romantico e pieno di passione per la fotografia e le belle ragazze. Con lui Norma Jean fa la sua prima esperienza professionale e trascorre la sua seconda luna di miele. Al ritorno, scrive a Jim per chiedergli il divorzio. Non ci saranno problemi perché il loro era stato un matrimonio fra ragazzi, ora cresciuti. In quegli anni (siamo nell'immediato dopoguerra) Hollywood vive un periodo d'intensa ripresa. Le grandi compagnie cinematografiche vivono i loro momenti magici e stipendiano eserciti d'impiegati, autori, produttori, registi, lettori di copioni, talent scouts ed attori grandi e piccoli, realizzati e in attesa di debutto. Ogni compagnia, accanto alla scuderia dei purosangue, alimenta una pingue scuderia di puledrini pronti al debutto, molti dei quali non appariranno mai davanti ad una macchina da presa se non per il loro primo provino.

Il suo provino con la Twentieth Century Fox Norma Jean se lo conquistò con le copertine delle più importanti riviste. Ci arrivò naturalmente cambiata fisicamente, soprattutto con i capelli che dal castano rossiccio erano diventati biondi dorati e da crespi e ribelli erano diventati ondulati ed ordinati. Il provino ha esito positivo e Norma Jean ottiene un contratto di settantacinque dollari alla settimana. Non le rimane che attendere il suo primo film e prendere un nome d'arte. Sceglie Marilyn Monroe: il cognome è quello della famiglia materna (I'unica che ha avuto, sia pure per poco), e poi così si chiamava un famoso Presidente degli Stati Uniti, quello della famosa "Dottrina di Monroe" tanto citato nei film di indiani; il nome è invece un omaggio ad una grande attrice del momento, Marlene Dietrich. Del resto la mamma non l'aveva chiamata Norma Jean in omaggio a due attrici della sua giovinezza, Norma Talmadge e Jean Harlow?

Ma Marilyn non è tenuta in grande considerazione alla Fox, soprattutto perché non gode della stima di Zanuck, il favoloso mega-produttore di Hollywood, che la considera soltanto una graziosa ragazza priva di talento artistico. Partecipa a qualche film in particine secondarie che al montaggio vengono in gran parte tagliate ed a nulla valgono le protezioni influenti che si assicura usando le armi che pos-siede in abbondanza. Purtroppo non piace a Zanuck, che alla Fox è il capo supremo e incontrastato, ed è quindi, dopo un anno di attesa, costretta a cercare la gloria altrove. E la gloria arriva grazie ad un famoso agente, Johnny Hyde, che si sarebbe innamorato di lei e che per lei avrebbe abbandonato la moglie, dopo tanti anni di vita matrimoniale felice e tranquilla.

E' Hyde si può dire che crea il personaggio di Marilyn Monroe e lo impone al cinema americano. Con Hyde, Marilyn partecipa ai suoi primi film importanti, come Giungla d'asfalto, Eva contro Eva. E' Hyde che fa assumere al suo volto l'aspetto con cui farà il giro del mondo, facendole correggere il naso quasi a patatina e facendole sfinare il mento. Alla fine del loro sodalizio, Hyde è talmente cotto che lavora esclusivamente per lei e desidera soltanto, dato che è molto ammalato di cuore, finire i suoi giorni avendo Marilyn accanto come moglie. Ma Marilyn lo rifiuta, rinunciando così ad una cospicua eredità, che l'avrebbe resa tranquilla per tutta la vita. Come amante sì, ma come marito no: dopo la prima esperienza matrimoniale fallita, Marilyn teme il matrimonio o forse vuole riservarlo ad un amore vero e travolgente, come sarà quello per Joe Di Maggio. Hyde, deluso e amareggiato, muore improvvisamente, lasciando Marilyn sola di fronte all'ira di Hollywood che ormai la vede come responsabile della perdizione e della morte di Hyde, mentre se avesse accettato di sposarlo ora ne sarebbe la vedova rispettata e compianta.

Hyde le lascia in eredità qualcosa che vale più del suo capitale: un'immagine, un nome ed il ritorno, a condizioni ben più vantaggiose, alla Fox che finalmente ha capito di avere in mano un'autentica bomba che finora non è scoppiata soltanto per insipienza dei produttori e dei registi che non hanno saputo accendere la miccia. Il film in cui appare per la prima volta la Marilyn Monroe che conosciamo e che abbiamo amato, desiderato ed ammirato è Niagara, un mediocre film di cui restano, indimenticabili, il suo corpo avvolto in un leggero e attillato impermeabile bagnato ed il suo procedere ancheggiante, che fu poi ribattezzato prosaicamente "sculettamento" . E come "sculettava" Marilyn nessuno "sculetterà" più!

Il rilancio pubblicitario, dopo il boicottaggio che era seguito alla morte di Hyde, avverrà grazie ad una foto in cui Marilyn appare nuda ripresa dall'alto, sdraiata di fianco su una grande coperta di velluto rosso: la quintessenza della bellezza e del sesso. L'aveva fatta alcuni anni prima in un momento di bisogno, senza pensare che un giorno sarebbe finita nelle mani di un ricattatore. I dirigenti della Fox in un primo momento caddero nella disperazione più nera, temettero cioè che la pubblicazione della foto avrebbe distrutto, agli occhi di un'America perbenista, l'immagine di Marilyn Monroe e avrebbe fatto buttare al macero l'ultimo film in cui aveva lavorato.

Poi, fortunatamente, decisero di giocare d'azzardo: acquistarono la foto dal ricattatore ma non per distruggerla, bensì per tirarne alcune decine di migliaia di copie e distribuirle gratuitamente in tutta l'America come pubblicità al film. Fu un trionfo e Marilyn che aveva fascino e talento cinematografico da vendere, poté affermarsi grazie ad una foto da calendario per la quale aveva posato in cambio di cinquanta miseri dollari. Da quel momento le offerte cinematografiche fioccano anche perché Marilyn è diventata la prima donna della Fox, soprattutto dopo il trionfo de Gli uomini preferiscono le bionde in cui, in coppia con Jane Russel, dimostra tutto il suo grande talento, in una parte che la impegna nella recitazione ma anche nel ballo e nel canto. Marilyn canta così bene che Zanuck, il quale evidentemente stenta a superare la disistima nei suoi confronti, ritiene che sia stata doppiata da una vera cantante.
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Giglic

Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #1 : Venerdì 3 Agosto 2012, 22:03:50 »
Meraviglioso!

Ps: era rhett butler, non red

Offline aquilafelyx

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Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #2 : Venerdì 3 Agosto 2012, 23:10:41 »
Meravigliosa !

M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline giangoverni

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Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #3 : Venerdì 3 Agosto 2012, 23:30:19 »
Meraviglioso!

Ps: era rhett butler, non red

Ti ga rason...

Offline giamma

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Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #4 : Sabato 4 Agosto 2012, 09:07:55 »

di Giancarlo Governi

.................. avverrà grazie ad una foto in cui Marilyn appare nuda ripresa dall'alto, sdraiata di fianco su una grande coperta di velluto rosso: la quintessenza della bellezza e del sesso. L'aveva fatta alcuni anni prima in un momento di bisogno, senza pensare che un giorno sarebbe finita nelle mani di un ricattatore. I dirigenti della Fox in un primo momento caddero nella disperazione più nera, temettero cioè che la pubblicazione della foto avrebbe distrutto, agli occhi di un'America perbenista, l'immagine di Marilyn Monroe e avrebbe fatto buttare al macero l'ultimo film in cui aveva lavorato.

Poi, fortunatamente, decisero di giocare d'azzardo: acquistarono la foto dal ricattatore ma non per distruggerla, bensì per tirarne alcune decine di migliaia di copie e distribuirle gratuitamente in tutta l'America come pubblicità al film. Fu un trionfo e Marilyn che aveva fascino e talento cinematografico da vendere, poté affermarsi grazie ad una foto da calendario per la quale aveva posato in cambio di cinquanta miseri dollari. Da quel momento le offerte cinematografiche fioccano anche perché Marilyn è diventata la prima donna della Fox, soprattutto dopo il trionfo de Gli uomini preferiscono le bionde in cui, in coppia con Jane Russel, dimostra tutto il suo grande talento, in una parte che la impegna nella recitazione ma anche nel ballo e nel canto. Marilyn canta così bene che Zanuck, il quale evidentemente stenta a superare la disistima nei suoi confronti, ritiene che sia stata doppiata da una vera cantante.
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Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Aquilotta del Nord

Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #5 : Sabato 4 Agosto 2012, 13:40:12 »
Grazie per questo bell'affresco, Giancarlo. Non vedo l'ora di leggere le prossime puntate  :) Anche se ho letto tanto di lei, non ne ho mai abbastanza.

Marilyn è una delle attrici che amo di più, anzi forse la più amata.

Spesso mi sono chiesta: sarebbe diventata la leggenda che è oggi, se non fosse morta così giovane e in circostanze tragiche e misteriose, che sicuramente hanno contribuito ad accrescerne il mito? Non lo so.

So solo che ne ho sempre ammirato la femminilità prorompente, quel sorriso disarmante, quel senso di comicità involontario e per questo irresistibile, quello sguardo sempre velato dalla tristezza. Una donna meravigliosa, impossibile non rimanerne ammaliati.

Offline giangoverni

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Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #6 : Sabato 4 Agosto 2012, 14:18:03 »
La più femmina delle donne.

Giglic

Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #7 : Sabato 4 Agosto 2012, 16:55:38 »
Sarebbe rimasta un mito anche invecchiando male. Come liz. Per me

Offline jegue98

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Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #8 : Sabato 4 Agosto 2012, 23:08:56 »
Un privilegio leggerti qui su biancocelesti.org.
Grazie Giancarlo per i tuoi ottimi racconti.
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Offline giangoverni

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Re:Cinquanta anni senza Marilyn Monroe (prima puntata)
« Risposta #9 : Domenica 5 Agosto 2012, 00:16:18 »
Grazie!