Per certi miei casi, ho dovuto effettuare un simil trasloco di mobili “della nonna” da una casa all’altra. Nell’entrare in quelle stanze che ormai non frequentavo più da 5 anni (dalla scomparsa della mia amata nonnina) ho percepito, immediato e violento, l’odore di quei mobili e di quella casa ed un cortocircuito di ricordi si è scatenato. Dalla colazione a pane, burro e zucchero che facevo da piccolo alle interminabili partit di Subbuteo nella mia stanza dei giochi. Dallo scrittoio del nonno che teneva il suo testamento in bella mostra attaccato con lo scotch sulla ribaltina alla macchina da scrivere con la quale mi dilettavo a mettere nero su bianco le mie prime opere di fantasia. Come, anzi peggio dei kleenex, a tali ricordi dei nonni sono subentrati i ricordi dell’altra “nonna” (il nonno non l’ha mai conosciuto neanche mia madre: morto nel 1941 per lo scoppio di una granata quando il Duce lo mandò a spezzare le reni alla Grecia) e, anche qui in maniera improvvisa, mi è tornato in mente l’odore, e di come fosse diverso da quello degli altri nonni, e di come a questo odore fossero legati altri ricordi d’infanzia: la casa vicino al campanile del comune che batteva il quarto anche di notte, il “salone”, unica stanza mai usata perché dedicata alle visite “importanti”, il letto di mio zio che, essendo alto 1,97 era lunghissimo ed il “corridoio proibito” perché, unico delle case di famiglia, non ci si poteva giocare a pallone, strapieno di mobili e soprammobili orribili come era.
Ok, fino adesso ho detto cose abbastanza banali, incluso il discorso degli odori. Ma quello che mi ha colpito non è tanto il fatto che un senso riporta alla memoria qualcosa: quanto la violenza con cui l’olfatto mi colpisce, in termini di ricordi e di sensazioni e sentimenti provati.
A voi capita così? Quale senso vi colpisce di più?