CENTOCINQUANTA STELLE
Centocinquanta stelle in fila indiana...
Certe volte in macchina la radio non bisognerebbe accenderla. Certe volte gli dovrebbero mettere una maestra di sostegno a certi conduttori incapaci di intendere e di volere ed alla imprudenza con cui scelgono le musiche da mandare in onda.
...in questa notte umida che sa di maggiorana...
E che si fa così? E che si acciuffa per la memoria una povera donna dal magone facile e la si lancia all'indietro di trent' anni per farla franare proprio sul ricordo del primo dei suoi amori sparpagliati?
...in questa notte splendida che sa di malva...
Era così facile avere diciassette anni a pochi minuti dalla mezzanotte di quell' undici luglio dell'ottantadue e fare lo slalom in due sul motorino col vento scriteriato della felicità che ti faceva sventolare i capelli come un tricolore fra le macchine e la scia delle bandiere che sbucavano da via della Cernaia, impazzavano in caroselli da capogiro intorno alla fontana dell'Esedra, tracimavano fregandosene dei semafori giù per via Nazionale, si comprimenavo fra i gomiti di via IV Novembre per poi esplodere come una salva di fuochi artificiali sul firmamento di asfalto e sampietrini di piazza Venezia rimbalzando fra i marmi e il travertino del Vittoriano con via dei Fori che si spalancava davanti alle impennate del motorino e tu mandavi l'urlo di Tardelli e ti strigevi ancora più forte alla schiena di Marco che si chiamava come lui ed era bello come Cabrini, bruno come Gentile, tenero ed irridente come Bruno Conti...
...centocinquanta stelle in questa notte caldaaaaaaa...
...disarmante come Paolorossi e languido come quel profumo da animale selvatico che teneva inchiodate le tue labbra fra le sue scapole e ti stordiva mentre lo abbracciavi ad occhi chiusi...
...lalaaaaa...lal...lala...lalalaaaaaaaaaaaaa...
Occhi chiusi intorno al colosseo
Centocinquanta stelle o centocinquantuno,
occhi chiusi sotto l'arco di Costantino...
ed io che le sto a contare in questo cielo di nerofumo....
occhi chiusi in mezzo alla puzza dei tubi di scappamento...
"Mariagrazia, andiamo al mare?"
"Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
Le conto e le riconto e vai col tango... ...in questa notte lurida che sa di fangooooooo... ...lalaaaaa...lal...lala...lalalaaaaaaaaaaaaa...
Occhi chiusi e braccia ancora più strette intorno alla torace di Marco filando sull'asfalto dolce della Cristoforo Colombo risucchiati dal respiro dolce del ponentino nella dolcezza magica della notte romana...
...E tirano certe bombe che nessuno se le aspettava...
...che se ne infischiava dei battiti sconclusionati tuo cuore in tumulto...
...in questa notte storica senza lapilli e senza lava...
...che vi faceva scivolare insieme inginocchiati sulla spiaggia con le labbra fuse in un bacio inestricabile mentre le sue mani andavano proprio dove volevi che andassero e tu non riuscivi a pensare ad altro che ad un elenco sterminato di si...
...e tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli che ammazzano le persone e risparmiano gli scoiattoli...
...si alla forza che ti abbandonava le gambe, si alle parole formulate dalla mente e trasformate dalla bocca in lamenti felici e dissennati, si alla dolcezza sconosciuta, ferma e definitiva che ti spalancava l'anima, ti scompaginava i pensieri, ti disarticolava i sensi e ti liquefaceva il ventre mentre ti entrava dentro e tu non sapevi, non immaginavi , non credevi che potesse essere così... E tu, tu non sapevi, non immaginavi, non credevi che si potesse esplodere di felicità in quel modo, e tu, tu non sapevi, non immaginavi, non credevi che fra tutti i cieli immaginabili ci potesse essere un cielo come quello...
...Centocinquanta stelle e più di una scintilla, in questa notte isterica che sa di camomilla...
E che i tuoi occhi ci si potessero spalancare dentro. E poi abbandonare le palpebre alle sue labbra ed abbandonarsi al sogno di non riaprirle più.
...centocinquanta stelle o millecinquecento ed io che le riconto e piano piano mi addormento...
E ti risvegli qui, in mezzo al traffico della tangenziale con un sospiro mascalzone e con gli occhiali da sole che non ti fanno vedere sullo specchietto retrovisore se la lacrimuccia che temevi ti è spuntata o no. Dalla radio De Gregori sta cantando l'ultima strofa.
...Centocinquanta stelle ed una stella sola in questa notte ipocrita che sa di Coca Cola...
Decidi di permetterti un peccatuccio di gola; scarti un mon chéri e te lo infili in bocca.
...una notte così amichevole da dormire in un sacco a pelo, centocinquanta stelle in mezzo al cielo...
O forse è solo una crisi ipoglicemica da mancanza di affetto.
Mah...
...lalaaaaa...lal...lala...lalalaaaaaaaaaaaaa...