Buffon, direbbe ancora che si può giustificare chi fa i conti di classifica e patteggia un risultato perché «sono meglio 2 feriti che 1 morto»?
«Mi prendo, come sempre, le mie responsabilità tuttavia ho avuto la conferma che una persona perbene, con la coscienza a posto e senza scheletri nell’armadio, non può dire quello che pensa».
Ma in pieno scandalo scommesse era il caso di dirlo?
«Me lo dovete dire voi quando è il caso? Quando tocchi certi argomenti non c’è mai il momento giusto ma che gente che segue il calcio da millenni mi abbia fatto la paternale è il massimo. Nel caos non si è capita la mia distinzione tra i comportamenti discutibili, ma solo antisportivi, e quelli truffaldini con alle spalle le organizzazioni criminali che lucrano sulle scommesse».
Ai magistrati le sue parole non sono piaciute: sostengono che è proprio questa mentalità a incoraggiare i criminali.
«Faccio un esempio. Semifinale di Champions: Bayern e Real giocano 90’ alla morte poi nei supplementari non prendono rischi e aspettano i rigori. È un illecito? E se due squadre cui serve un punto lo ottengono si grida al pareggio annunciato ma se una perde e retrocede chi glielo spiega ai 300 tifosi che l’aspettano?».
Pensa che i magistrati adesso la interrogheranno?
«Ditemelo voi. Tanto lo sapete sempre prima degli interessati. Quella è una vergogna. Non è normale che dopo 10’ si sappia cosa si è detto a un pm o che notizie sulle inchieste escano 3 o 4 mesi prima del dovuto. La notte del “blitz”, le tv stavano fuori da Coverciano alle 6 di mattina. Strano. Ma sia ben chiaro che nessuno voleva spettacolarizzare...».
Tutti sapevano tranne la Federazione?
«Ne sono convinto. Sarebbe difficile lavorare al fianco di chi sa e tiene nascoste certe cose sulla pelle di chi è coinvolto».
Come ha vissuto il “blitz”della polizia per Criscito?
«Stavo dormendo. Conoscendo Mimmo non è stata una bellissima sveglia, credo che non la si debba augurare a nessuno».
È stato giusto tenerlo a casa per un avviso di garanzia che non significa una condanna?
«So che ha parlato con Prandelli e Albertini e si sono messi d’accordo perché se fosse venuto sarebbe diventato l’attrazione dell’Europeo. Un ragazzo come Mimmo ama il calcio ma credo che tenga di più alla propria etica e alla possibilità di difenderla».
E portare Bonucci non l’espone allo stesso rischio?
«Lui non ha avvisi di garanzia. Anche se i giornali lo trattano come fosse la stessa cosa».
Se l’accusa si basa su una foto,non sarebbe stato più semplice convocare per tempo Criscito e farsela spiegare?
«Osservazione molto logica ma non credo che in Italia la logica vada di moda».
Lei crede che i pm di queste inchieste faranno giustizia?
«Ho piena fiducia anche perché non ci sarebbe niente di peggio che speculare sulle vite altrui. Lo dice uno al quale dopo l’errore con il Lecce un giornalista disse: sai che sul web pensano che tu l’abbia fatto apposta per scommettere? Se qualcuno è così tarato da crederlo possibile, la cosa mi offende e mi disarma».
Ma lei con chi ce l’ha?
«Con me stesso. Sono deluso: è inutile che articoli pensieri se tutto quello che interessa è cercare la polemica, trovare chi mettere alla gogna e sapere quando interrogano Buffon, Criscito o Prandelli. Fatemi domande sulle partite, sui risultati e basta».
È uno scandalo peggiore del 2006, come sostiene De Rossi?
«Allora al 95 per cento si incentrava su una società, qui in effetti è coinvolto tutto il nostro movimento. Sono sorpreso che si sia arrivati a questo punto»
Pensa sempre che Conte sarà il suo allenatore l’anno prossimo?
«Non prendo in considerazione il contrario. Da quello che sento anche dalla società le accuse non mi sembrano così forti».
Queste vicende insegneranno ai calciatori a guardarsi da chi frequentano con la scusa che sono tifosi?
«Se qualcuno ti sostiene e nei momenti difficili ti dà una pacca per incoraggiarti dov’è il problema di intrattenere un rapporto? Se, poi, dietro c’è dell’altro allora sì. E comunque se certe persone entrano al campo è perché qualcuno le fa entrare».
Cosa ha pensato leggendo che per Monti si dovrebbe sospendere il calcio in Italia per 2 o 3 anni?
«È il presidente del Consiglio, dunque sarà una persona intelligente e di buon senso. La risposta giusta l’ha data Abete: in quel modo punirebbe l’80-85 per cento dei calciatori onesti che perderebbero il lavoro. Io forse troverei un posto all’estero ma tanti altri resterebbero, senza colpa, a casa».