Autore Topic: Scommesse, fiume di ammissioni degli arrestati  (Letto 840 volte)

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Giglic

Scommesse, fiume di ammissioni degli arrestati
« : Mercoledì 30 Maggio 2012, 06:46:58 »
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CREMONA - Primi interrogatori e prime abbondanti ammissioni degli arrestati nella quarta ondata dell'inchiesta Last Bet della Procura di Cremona: infatti, uno lascia il carcere, anche se il suo ruolo era limitato.

E mercoledì sarà il capitano della Lazio Massimo Mauri a comparire davanti al gip. È tutto intenzionato a raccontare la sua verità e a difendersi, come hanno spiegato i suoi avvocati che l'hanno visitato in carcere. Nell'ordinanza di custodia cautelare ha trovato cose «inverosimili». Poi parleranno l'ex genoano Omar Milanetto e l'ex Grosseto Marco Turati, ma è possibile che anche il portiere della Nazionale Buffon sia chiamato a testimoniare dopo la sua intervista choc sui pari «comodi».

L'arrestato scarcerato oggi e Vittorio Gatti, bergamasco, amico dell'ex calciatore del Siena Filippo Carobbio, che andò a Bari dopo la partita Palermo-Bari per riprendere i soldi consegnati ai giocatori pugliesi dagli zingari perchè il match non era andato secondo i loro desiderata. Gatti credeva fossero soldi derivanti da scommesse legali, ma fu Angelino Iacovelli, una sorta di factotum, dal muratore all'autista, dei giocatori baresi, (un pò come Gatti lo era di Carobbio) a spiegargli che era il denaro su cui ruotavano le combine.
Gatti ammette ed esce dal carcere come probabilmente lascerà l'istituto di pena cremonese di Cà del Ferro Paolo Acerbis, gigantesco portiere del Vicenza accusato di aver manipolato o cercato di farlo, numerosi match di quando era al Grosseto: Grosseto-Mantova, Torino Grosseto e altre sei. Acerbis, davanti al gip Guido salvini ha ammesso tutto, anche l'utilizzo di una scheda telefonica ad hoc per contattare lo zingaro Ilieski.

Episodi circostanziati e contenuti nell'ordinanza di custodia cautelare quelli su cui hanno dovuto riferire i due (il terzo interrogato oggi, Ivan Tisci pare abbia cercato di minimizzare), ma le loro dichiarazioni potrebbero ampliarsi, in un prossimo interrogatorio davanti ai pm, tesi a verificare lo spunto di novità di questa quarta fase dell'inchiesta: l'ipotesi di combine tra società. Un'ipotesi già registrata dallo stesso Salvini nell'ordinanza quando parla «dell'esistenza di accordi non solo tra singoli giocatori ma addirittura tra intere squadre». Ed è il pentito ungherese dell'inchiesta, Gabor Horvat, a fornire una «circostanza rilevante, anche se ancora da approfondire», aggiunge il gip. Dalle sue dichiarazioni emerge infatti «sia pure de relatò, un riferimento al coinvolgimento di 'capi di club', che altri non possono essere che i dirigenti delle squadre coinvolte».

L'informativa della Polizia alla base delle nuove misure cautelari di spunti come questi ne offre molti: per esempio le parole degli ex giocatori del Siena Carobbio e Filippo Coppola.
«Qualche giorno prima della partita Siena-Varese - dichiarò Carobbio - Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto rappresentandoci che poco prima, all'esterno degli spogliatoi, era stato avvicinato da una persona vicina al presidente che gli aveva chiesto se c'era la possibilità di perdere la partita».
Richiesta, forse in quella sola occasione, respinta con perdite, tanto che il Siena diede del suo meglio, vincendo largamente.
Questa persona, «di cui Coppola mi fece anche il nome ma che in questo momento non ricordo - proseguì Carobbio - gli aveva detto che il presidente intendeva scommettere o aveva scommesso sulla nostra sconfitta. Intendo riferirmi al presidente Mezzaroma. Della richiesta del presidente sarebbe stato al corrente anche lo staff tecnico. »In seguito ho appreso da Stellini che la proposta era stata fatta da Mezzaroma anche allo staff tecnico e anche loro si erano rifiutati. Era la prima volta che ci proveniva una richiesta del genere dal presidente«. E in un'altra occasione, per un altro match, l'attuale allenatore della Juventus, secondo Carobbio, avrebbe detto: «L'accordo c'è».

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