Autore Topic: Morto Carlo Petrini  (Letto 884 volte)

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oizaL

Morto Carlo Petrini
« : Lunedì 16 Aprile 2012, 10:41:47 »
ZCZC AGI0062 3 SPR 0 R01 / CALCIO: E' MORTO CARLO PETRINI, DENUNCIO' DOPING NEGLI ANNI '60 = (AGI/ITALPRESS) - Roma, 16 apr. - E' morto nella sua Monticiano (Siena), dopo una lunga malattia, all'eta' di 64 anni, l'ex calciatore Carlo Petrini, attaccante degli anni Sessanta e Settanta cresciuto nelle giovanili del Genoa e consacratosi nelle file del Milan di Rocco, con cui vinse una Coppa dei Campioni nel 1968-1969, e del Torino, con cui si aggiudico' la Coppa Italia nel 1970-1971. Successivamente vesti' le maglie di Catanzaro, Ternana, Roma, Verona, Cesena e Bologna. Nel 1980 fu coinvolto nello scandalo del calcioscommesse, subendo una squalifica di tre anni e sei mesi amnistiata dopo la vittoria dell'Italia al Mondiale del 1982. Nel 2000 Petrini pubblico' la sua autobiografia, intitolata 'Nel fango del dio pallone' in cui narro' in prima persona fatti e trascorsi nel mondo del calcio, con la denuncia dell'uso di doping nel calcio negli anni Sessanta e Settanta. Successivamente Petrini pubblico' un altro libro intitolato 'Il calciatore suicidato', dove indago' in prima persona sulla misteriosa morte di Donato Bergamini, calciatore del Cosenza, ritrovato morto nel 1989 sulla Statale 106, presso Roseto Capo Spulico. Successivamente ha pubblicato altri sei libri, l'ultimo dei quali e' intitolato 'Piedi nudi', uscito nel 2010. Ha abitato fino alla fine dei suoi giorni nella natia Monticiano ed e' stato affetto da una grave forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecita' dell'occhio sinistro e la seria compromissione del destro. A detta dei medici che lo hanno curato nel corso degli anni, sottoponendolo a ben cinque interventi chirurgici, la malattia potrebbe essere stata correlata all'assunzione dei tanti farmaci dopanti e no, avvenuta durante la carriera di calciatore.(AGI) Red/Mav 160944 APR 12 NNNN

Offline disabitato

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Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #1 : Lunedì 16 Aprile 2012, 10:44:05 »
Riposi in pace.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

jumpingjackflash

Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #2 : Lunedì 16 Aprile 2012, 11:30:31 »
riposi in pace

non era quello che denunciò del doping anche nella roma di Liedholm?

Offline aquilafelyx

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Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #3 : Lunedì 16 Aprile 2012, 11:37:02 »
R.I.P.

che riesca a trovare un po' di pace
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline Sanfatucchio

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Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #4 : Lunedì 16 Aprile 2012, 12:14:14 »
Addio e chissà quanti segreti si è portato con se

Offline Trilux

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Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #5 : Lunedì 16 Aprile 2012, 14:32:00 »
Ho letto i suoi libri. Il migliore è senza dubbio "Nel fango del dio pallone" , che oscilla troppo ambiguamente, però, tra intimismo e denuncia. Per quanto concerne doping e calcioscommmesse, alcune società, nel libro, sono apertamente sputtanate, come la Juventus, mentre altre, come la XXXX, vengono "protette" (come al solito). Un'anima inquieta, spero che trovi la pace. 

Offline ML

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Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #6 : Lunedì 16 Aprile 2012, 15:21:30 »
Una specie di Zeman.
Strumentalizzato, tirato per la giacchetta dalla stampa romanista, ha capito che gli conveniva stare al gioco e ha lasciato che gli cucissero addosso il personaggio recente.
Riposi in pace.

zorba

Re:Morto Carlo Petrini
« Risposta #7 : Lunedì 16 Aprile 2012, 15:23:45 »
(ilfattoquotidiano.it)



La vita spericolata di Carlo Petrini. A Bologna fu coinvolto nel calcio scommesse

E' morto a 64 anni, l'ex attaccante rossoblu. Giocò nel Cesena tra il 1977 e il 1979 (50 reti e 10 gol) e sotto le torri nell’anno ’79-80 da riserva. Combinò per 50 milioni la partita con la Juventus in accordo con compagni e allenatore, chiamando in causa Perani, Savoldi, Colomba e Dossena

Per lui non si verseranno troppe lacrime. Carlo Petrini, la gola profonda del calcio italiano, il “cattivo” delatore delle nefandezze di trent’anni di pallone nostrano, è morto questa mattina all’ospedale di Lucca a 64 anni. Ricoverato nel reparto di oncologia da sabato scorso, le sue condizioni, secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, al momento del ricovero erano gravissime.

Da tempo malato di un tumore che lo aveva portato alla cecità, l’ex attaccante di Milan, Torino, Catanzaro, Roma e Bologna era stato tra i primi a denunciare l’uso del doping nel mondo del calcio in particolare tra negli anni Sessanta e Settanta, ed era diventato il fustigatore del mondo del pallone italiano spiegando all’incredulo universo pallonaro dei tifosi la quotidianità delle combine per aggiustare le partite. Coinvolto nello scandalo scommesse nel 1980, proprio mentre giocava nel Bologna di Marino Perani, Petrini abbandonò il calcio, per poi fuggire in Francia braccato dagli usurai e dalla malavita e infine rientrò in Italia a fine anni novanta con l’intuizione di raccontare le sue esperienze di “calciatore” in diversi libri tra cui il best seller Nel fango del dio pallone (Kaos edizioni, 2000).

“Un presuntuoso. Un coglione. Uno che credeva di essere un semidio e morirà come un disgraziato. Ero bello, forte, ricco, invidiato. Avevo tutto e ora non ho niente”. Così si era presentato, intervistato dal fattoquotidiano.it a dicembre del 2011, il calciatore senese. Il primo a raccontare soprattutto di doping nel mondo del calcio con accuse circostanziate e ricordi parecchio nitidi: “Ho tumori al cervello, al rene e al polmone. Ho un glaucoma, sono cieco, mi hanno operato decine di volte e dovrei essere già morto da anni. Nel 2005 i medici mi diedero tre mesi di vita. E’ stato il calcio. Ne sono certo. Con le sue anfetamine in endovena da assumere prima della partita e i ritrovati sperimentali che ci facevano colare dalle labbra una bava verde e stare in piedi, ipereccitati, per tre giorni. Ci sentivamo onnipotenti. Stiamo cadendo come mosche”.

Le sostanze dopanti, più sinteticamente definite “bumbe”, Petrini inizia ad assumerle a metà anni sessanta mentre gioca nel Genova, allenato dall’ex portiere dell’Inter Ghezzi. Siringhe con sostanze rossastre prima della gara, intrugli, pasticche di Micoren, beveroni, la lista di Petrini è infinita e mai rifiutata. Non prenderle significava “stare fuori dal giro, niente macchine di lusso, ragazze, soldi”. E da qui ai cosiddetti accordi tra calciatori per sistemare le partite prima di giocarle, il passo è breve.

Nel fango del dio pallone raccoglie nei dettagli ogni combine, telefonata, incontro sospetto tra Petrini e decine di dirigenti e calciatori degli anni settanta. Clamoroso ciò che accadde proprio a Petrini giunto a Bologna, dopo due anni di militanza nel Cesena in serie B e dieci decisivi gol segnati.

Petrini arriva sotto le due torri nel settembre del 1979, da riserva di Beppe Savoldi, ma starsene a guardare gli altri giocare fastidio non gli fa. Ed è proprio lui, come scrive nel volume edito dalla Kaos a pagina 109, a spiegare come Savoldi, Franco Colomba e Beppe Dossena gli chiesero di scommettere su Bologna-Napoli. Petrini contatta l’amicone romano Cruciani che però gli dice che le giocate sono già chiuse. Tocca allora al match con la Juventus del 13 gennaio 1980. La vecchia signora che navigava nelle parti basse della classifica e si accorda per un pareggio con il Bologna. Petrini tira in ballo il direttore sportivo dell’epoca, Riccardo Sogliano, tutti i compagni di squadra, eccetto Sali e Castronaro, che puntano 50 milioni sul pari con 5 milioni personali dell’allenatore Perani che chiede proprio a Petrini di girarli al mediatore Cruciani.

Fu l’anno del calcio scommesse che coinvolse decine di squadre italiane. Seguiranno penalizzazioni in classifica per Petrini, come per il Bologna e per i giocatori coinvolti, anche per altre partite combinate di quell’anno. Pene, secondo Petrini, troppo blande. Come quelle comminate ai quei giocatori che ancora oggi proseguono nel “taroccamento” dei match di A, B e Lega Pro.

Petrini nel 2001 scrisse anche un libro sul giocatore Donato Denis Bergamini: Il calciatore suicidato. Volume che permise, dopo 20 anni, di riaprire giudiziariamente il caso dello strano suicidio per “amore” del calciatore ferrarese, travolto da un camion su una strada calabrese, finito probabilmente ad essere testimone di in un traffico di stupefacenti dov’era coinvolta la ‘ndrangheta.